Perché il petrolio scende e la benzina no
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La frenata della Cina e i prezzi bassi imposti dall’Arabia Saudita fanno crollare il barile ai minimi. Ma il costo di verde e gasolio scendono meno: pesano le spese per la raffinazione e l’aumento delle tasse
23/08/2015 LUIGI GRASSIA TORINO La Stampa
I consumatori denunciano: la benzina è ancora cara perché ci sono troppe accise
Perché il petrolio è crollato a 40 dollari al barile o anche meno?
La cause sono tante, ma la prima è che sul mercato è comparsa la nuova produzione di greggio americano da fonti alternative (shale oil). Si tratta di 7 milioni di barili extra al giorno (dati 2015) che stavano togliendo quote di vendita ai produttori tradizionali, a partire da quelli dell’Opec. Allora l’Arabia Saudita si è messa a vendere petrolio a prezzi sempre più bassi per mandare fuori mercato i produttori alternativi, che (per la maggior parte) hanno margini economici molto ridotti. Ma fra le cause del crollo delle quotazioni c’è anche il ritorno in grande stile sul mercato dell’Iran. E dal lato della domanda pesano la stagnazione economica europea e soprattutto (nuova e dirompente) quella cinese. La Cina è stata per anni un’idrovora di petrolio, ora lo è un po’ meno.
Che cos’è lo shale oil?
«Shale» in inglese vuol dire scisto ma la dizione «shale oil» si riferisce anche ad argille e altri tipi di rocce in cui il petrolio si accumula in maniera diversa da quella dei tradizionali giacimenti. Fino a pochi anni fa gli idrocarburi in queste formazioni geologiche non venivano sfruttati, perché nei giacimenti tradizionali sono sotto pressione e spruzzano fuori quando una trivella li raggiunge, invece gli idrocarburi shale non hanno pressione, sono dispersi in piccole nicchie. Per estrarli bisogna usare una tecnologia di frammentazione delle rocce (fracking) che solo di recente è diventata economicamente competitiva. Questo è vero soprattutto per lo shale gas, mentre lo shale oil può essere ottenuto anche in modo un po’ meno costoso e invasivo, ripassando con dei robottini i pozzi di petrolio alternativi, dati per esauriti.
A che livello di prezzo lo shale oil è competitivo?
Un anno fa molti analisti si aspettavano che andasse fuori mercato con il barile al di sotto dei 60 o 70 dollari, perché questo era il costo medio di estrazione. Lo credevano anche i sauditi. E in effetti molti produttori «shale» hanno dovuto chiudere, ma molti altri continuano (sorprendentemente) a produrre anche a 40 dollari. Un analista ha detto di recente che i sauditi si aspettavano di combattere un Blitzkrieg e invece si trovano a combattere una specie di prima guerra mondiale impantanandosi nel lento logoramento delle trincee.
Che conseguenza ha il petrolio a basso prezzo?
Avvantaggia i consumatori, ma il suo impatto sulla crescita globale è (in parte) negativo, perché riduce la capacità di spesa dei produttori e quindi la domanda aggregata planetaria, come mostrano le crisi della Russia, del Brasile e di altri Paesi.
Quali vantaggi ci sono per gli automobilisti?
In Italia la benzina e il gasolio costano meno dell’anno scorso, ma il vantaggio del petrolio a basso prezzo non è ancora arrivato in pieno alle loro tasche. Nel gennaio del 2009 il barile costava come adesso, ma il prezzo del litro di benzina di oggi non è lo stesso di allora. Al netto delle accise e dell’Iva (che nel frattempo sono aumentate) e tenendo conto anche delle variazioni del cambio euro/dollaro, il prezzo industriale della benzina in Italia da agosto 2015 è del 44% più alto del gennaio 2009. La differenza è trattenuta dalle compagnie petrolifere, che la imputano a maggiori costi di raffinazione. Anche se i consumatori denunciano aumenti arbitrari da parte dei petrolieri.
Che evoluzione c’è stata negli ultimi mesi?
Nel 2015 il prezzo del petrolio Wti ha toccato il massimo (in chiusura) il 27 aprile a 61,56 dollari. Le accise e l’Iva erano come adesso e il cambio euro/dollaro era quasi uguale. Da quel 27 aprile, il barile di greggio ha perso circa 20 dollari, il petrolio al litro è sceso da 35,5 centesimi di euro a 23,5 centesimi di euro, eppure il prezzo della benzina al netto delle imposte è rimasto praticamente inchiodato, passando da 55,7 a 55,3 centesimi di euro al litro. Cioè pochissimo.
A che livello sono i consumi di carburante in Italia?
Quest’estate sono in ripresa (+6,6%) rispetto a un anno fa, anche grazie ai listini in calo al distributore. Però il consumo di benzina e gasolio in Italia nel 2015 è più basso di prima della crisi.
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