Il lavoro che cambia. Export, commesse, picchi improvvisi quelle fabbriche aperte anche in agosto
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La richiesta di flessibilità lascia perplessi i sindacati: «Nuovi posti, non straordinari»
Il Corriere del veneto, 3.8.2015
VENEZIA C’erano una volta le fabbriche brulicanti di operai anche d’estate. Poi è arrivata la crisi, con annesso il lungo periodo di vacanze (imposte) in agosto. Adesso, invece, il clima sta cambiando. O almeno così pare se sommiamo i casi di aziende che ricominciano a imporre straordinari ai lavoratori in periodi tradizionalmente riservati alle ferie. C’è persino la situazione limite di Electrolux, che ha chiesto ad un migliaio dei propri dipendenti di lavorare anche a Ferragosto per terminare una commessa. «La sensazione è che la ripresa ci sia, ma non ovunque», sintetizza Leonardo Mazzotta, segretario veneto della Fiom Cgil mentre prova a ricostruire la mappa delle aziende aperte in agosto. Una sorta di «déjà vu» dell’estate 2007, l’ultima prima dei venti gelidi della crisi, lo hanno soprattutto nel Trevigiano e nel Bellunese: c’è chi chiede ai lavoratori il sabato, chi impone straordinari, chi rinforza il corpo aziendale con nuovi innesti, magari con contratti a termine di vario genere. Il motivo, ovunque, è quello dei supplementi di produzione, fiammate di ordini che si devono portare a termine. E così, per qualcuno, addio alle trequattro settimane di ferie alle quali ci si era abituato negli ultimi anni. «E nel Veneziano, ne facciamo solo due», precisa per la Fiom Luca Trevisan.
Un trend, peraltro, che alcune aziende, come la Arredo Plast di Ormelle, nel Trevigiano, cavalcano. Il presidente, Giovanni Pagotto: «I nostri clienti sono nella grande distribuzione, se loro chiedono il materiale noi lo forniamo», spiega. «Oggi le ferie si fanno da marzo ad ottobre, d’agosto si lavora». Nel Padovano, c’è poi la case history di Grafica Veneta, che per mantenere i ritmi di stampa costanti, è aperta anche a Ferragosto. «Rispettiamo le commesse, il mercato editoriale non si ferma mai», spiegano dall’azienda. Spuntano poi altri episodi. A Vittorio Veneto alla Permasteelisa si lavorano sette ore il sabato e i 70 lavoratori interinali hanno ottenuto un prolungamento del contratto fino a settembre. Situazione simile alla De’ Longhi, aperture anche nei sabati di agosto e giornate ben retribuite: più settanta per cento. Non solo: duecento precari ri-contrattualizzati, anche grazie al boom delle macchinette del caffè. Analogo risultato anche per l’altra società del gruppo, la Climaveneta, assunzioni per stabilizzazione e rotazione ferie. Alla Rica, del gruppo Zoppas, straordinari fissi per una settantina di operai e un centinaio di interinali hanno ottenuto il rinnovo. Spostandosi nel Bellunese, è la grande afa di questi mesi a tirare i mercati del «freddo», tra condizionatori e frigoriferi. Qualche esempio? La Clivet si è affidata sia allo straordinario sia ad un pacchetto di assunzioni per far fronte ad un picco di vendite di condizionatori. Ne hanno beneficiato i cinquecento dipendenti. Accade anche alla Costan (mille dipendenti, specializzazione nella refrigerazione industriale) e alla più piccola De Rigo (150 dipendenti).
Un fenomeno, questo del lavoro estivo, che tocca più le grandi aziende, quelle che stanno uscendo dalla crisi grazie all’export, e un po’ meno gli artigiani. Un esperto di superlavoro estivo è Giuliano Secco, presidente regionale del segmento abbigliamento per Confartigianato, che da tre anni ha la commessa (estiva) delle sciarpe Telethon. «Ci sono alcune aziende che chiudono una settimana sola, registriamo una minima parte di ripresa », dice. Un esempio? Nel Vicentino c’è la Tranceria Stebor, che lavora le pelli. Venti dipendenti, il titolare è Luca Bortolotto: «Dovremmo chiudere una settimana a Ferragosto, ma lavoreremo lo stesso per ristrutturare il capannone», spiega. «Le commesse sono in aumento». Peraltro, il caso Electrolux ha aperto il dibattito anche sul fronte dell’opportunità di far fare straordinari agli operai in periodo di ferie. La sintesi del pensiero dei sindacati porta la firma di Augustin Breda della Rsu di Electrolux Susegana. «E’ lapalissiano che più straordinari facciamo, meno occupazione creiamo. Dunque, se la ripresa è strutturale, allora si aprano nuove linee di produzione e si assumano persone». Una risposta, più o meno diretta, anche a quei disoccupati che hanno accusato i sindacati. «Potessimo lavorare noi, lo faremmo anche a Ferragosto senza problemi», hanno detto in molti. La linea dei sindacati è contestata anche da Luciano Miotto, vicepresidente di Confindustria veneta con delega alle relazioni sindacali. La premessa degli industriali è di metodo. «A nessuno conviene far fare straordinari ai propri dipendenti, perché il costo del lavoro aumenta». Però, «se ci sono commesse improvvise, come capita ad alcune aziende in questo periodo dell’anno, serve usare il pacchetto di ore di straordinario necessario».
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