Facebook, Skype, Google, stanno segando il ramo dove sono sedute
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Ebbene no, Skype non bastava: tra poco, per farci una bella videotelefonata gratuita intercontinentale potremo scegliere appunto tra Skype
di Sergio Luciano Italia Oggi 15.5.2015
Ebbene no, Skype non bastava: tra poco, per farci una bella videotelefonata gratuita intercontinentale potremo scegliere appunto tra Skype, la società che da anni ha lanciato le telefonate gratis facendo concorrenza alle compagnie telefoniche tradizionali, e Facebook, che sta preparandosi a lanciare un servizio concorrente. Già non è chiaro se Skype, che fa parte del gruppo Microsoft, guadagni o meno, perché i suoi servizi a pagamento sono assai poco usati rispetto a quelli gratuiti. Adesso ci si mette pure Facebook. Perché?
Non per generosità. Non perché siano pazzi. Fanno così – questi «big» di internet – perché hanno bisogno di pervadere tutti gli spazi della vita quotidiana dei loro utilizzatori, rendendosi indispensabili, apprendendo tutto di noi, inondandoci di pubblicità e intanto erodendo business dai concorrenti che dominano i settori tradizionali: le compagnie telefoniche (in gergo: le «telco»), ma presto anche le banche, che verranno sempre più «saltate» dagli operatori Internet nella gestione degli scambi di denaro, dopo aver già «spianato» le agenzie di viaggio, rivoluzionato il settore alberghiero, bastonato i taxi ecc. Distruggono tanto business altrui per incrementare poco il proprio, ma è il loro modo sconcertante di procedere.
Il paradosso, nel caso delle telefonate gratuite in specie ma di tutti i servizi che utilizzano la rete di telecomunicazioni in generale, è che le società come Facebook, Skype o Google, tutte insieme definite «over the top», sopra la cima (in sigla Ott), perché viaggiano appunto solo su infrastrutture altrui già esistenti, è che vivono grazie al fatto di poter usare le linee a banda larga che queste ultime compagnie hanno costruito e manutengono a carissimo prezzo. Così, senza pagare dazio, Skype e Facebook & C. «fidelizzano» i loro clienti e bastonano le «telco». Che non reagiscono: perché? Perché è tardi. Hanno sbagliato tutto. Non hanno capito, quand'era il momento, che le «padrone della rete» avrebbero dovuto essere loro. Si sono accontentate di un «piatto di lenticchie», cioè l'aumento del traffico-dati che l'uso di Internet comportava sulle loro reti, anziché negoziare i loro diritti di vendita. Questo spiega l'attuale paradosso, quello per cui gli «ott» guadagnano, sia pur pochissimo rispetto all'enorme numero dei loro clienti, usando a scrocco l'infrastruttura «telco». Come se uno potesse andare in autostrada gratis e tutti i soldi li intascassero le stazioni di servizio e gli autogrill...
Finirà mai quest'assurdo? Probabilmente sì: se e quando alla Casa Bianca torneranno i Repubblicani.
Che su questi abusi di mercato la pensano in modo un po' diverso.
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