1-LOTTE ALL'OMBRA DELL'INFLAZIONE La teoria monetaria moderna che fa accapigliare i liberal
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2-Buona, brutta, cattiva. L'inflazione è di tre tipi. E la Bce non può più sbagliare. Un rialzo dei tassi nell’area euro può essere oggi controproducente…
9.2.2022 ilfoglio.it lett3’
1-La Modern Monetary Theory sostiene che un paese che può stampare la propria moneta non può mai andare in default e che ci saranno sempre fondi per sostenere la propria spesa. Scontro tra gli economisti progressisti
I professori di Economia ripetono spesso che finché l’inflazione è bassa ogni teoria può reggere, ma quando sale l’inflazione se un trucco c’è si vede. Ecco perché in questo momento di prezzi in crescita, con un gran dibattito sul da farsi e soprattutto su come considerare la natura di questa crescita – è temporanea sì o no? – ci sono di nuovo discussioni fiammeggianti tra le varie correnti del pensiero economico. In particolare si discute tantissimo nel mondo progressista americano, perché c’è un presidente democratico, Joe Biden, e perché le scelte macroeconomiche riflettono anche la divisione dentro la famiglia liberal tra moderati e radicali. Non è un caso che la manifestazione più evidente di questo dissidio riguardi Lawrence Summers, segretario al Tesoro di Bill Clinton, capo del Consiglio economico di Barack Obama per un paio d’anni e oggi tra i più critici di Biden e delle sue scelte economiche. Nella fattispecie, Summers non ce l’ha con il presidente ma con la teoria economica che si chiama Modern Monetary Theory (Mmt) e con un articolo del New York Times, tempio liberal, che ha raccontato l’Mmt e la sua sostenitrice più famosa, Stephanie Kelton, in modo celebrativo. Summers dice: non sono dispiaciuto perché non condivido l’Mmt, ma perché l’Mmt non è una teoria, è un movimento periferico senza alcun fondamento che non merita, in questo momento di crisi, di essere preso in considerazione. PAOLA PEDUZZI 09 FEB 2022 ilfoglio
2-Buona, brutta, cattiva. L'inflazione è di tre tipi. E la Bce non può più sbagliare
Un rialzo dei tassi nell’area euro può essere oggi controproducente, la fotocopia degli errori fatti in passato che questa volta vorremmo evitare
La settimana scorsa Eurostat ha pubblicato i dati preliminari dell’inflazione nell’area euro per gennaio. L’inflazione di fondo (al netto di beni energetici ed alimentari) è rimasta sopra il target della Bce, al 2,3 per cento, mentre le attese erano per una decelerazione più marcata. Gli analisti rimangono incerti sull’evoluzione della componente di fondo ma è possibile resti sopra il target della banca centrale nel 2022. L’evidenza, alla luce di quanto avvenuto negli ultimi mesi negli Stati Uniti, suggerirebbe un imminente rialzo dei tassi. Ci permettiamo però di invitare alla prudenza poiché l’interpretazione dei dati, a differenza di quelli americani, non è semplice. Per spiegare il perché prendiamo a prestito quanto detto solo qualche settimana fa da Fabio Panetta membro del board esecutivo della Bce. In un discorso pubblico, il 24 novembre Panetta spiegava che esistono tre tipi di inflazione: quella “buona”, quella “cattiva” e quella “brutta”. La “buona” è l’inflazione generata da shock positivi di domanda aggregata. In queste circostanze la domanda è robusta, l’output è al (o sopra il) potenziale, l’occupazione è elevata e le aspettative sono ancorate attorno al target. L’inflazione “cattiva” è invece generata da shock dal lato dell’offerta. Questi shock sono “cattivi” poiché tendono a far aumentare i prezzi e al tempo stesso a deprimere l’attività economica. L’esempio classico è quello di un rialzo dei prezzi energetici che si traduce per l’area euro in una modifica delle ragioni di scambio e una riduzione del reddito reale disponibile. L’ultimo tipo di inflazione (quella “brutta”) emerge, indipendentemente dai fattori scatenanti, quando le aspettative dell’inflazione futura si de-ancorano e l’inflazione diventa persistente attraverso una spirale prezzi-salari-aspettative RICCARDO TREZZI 09 FEB 2022 ilfoglio.