Fiscal compact: una fregatura pazzesca
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In parole semplici, ai fini del Fiscal compact una uscita per un investimento strutturale è esattamente uguale a una uscita per uno spreco di denaro pubblico.
di Marcello Gualtieri, 17.7.2017 da www.italiaoggi.it
L'estate sta finendo. Anzi, l'estate, intesa come stagione dei tassi di interesse bassissimi e della politica ultra espansiva della Bce di Mario Draghi, è già finita e l'abbiamo sprecata senza effettuare nessun aggiustamento strutturale della nostra economia. L'inevitabile rialzo dei tassi avrà un impatto notevole sulla vita degli italiani. Per capirlo basti pensare che nel 2016, con tassi bassissimi, abbiamo speso il 4% del nostro pil (cioè l'8% dell'intera spesa pubblica) in interessi; un rialzo, anche modesto in valore assoluto, sarebbe pesantissimo: ad esempio, anche solo l'1% in più porterebbe all'11% la spesa pubblica destinata a pagare interessi; il tutto, ovviamente, senza ridurre il debito di un solo centesimo. Se si aggiungono i vincoli imposti dal fiscal compact c'è poco da stare allegri.
Per fortuna si è finalmente aperto (ed era ora) il dibattito sul Fiscal compact: misura inutile e controproducente perché ha come finalità il pareggio quantitativo tra entrate e uscite, e ignora invece la composizione qualitativa della spesa pubblica. In parole semplici, ai fini del Fiscal compact una uscita per un investimento strutturale è esattamente uguale a una uscita per uno spreco di denaro pubblico.
È giusto opporsi al Fiscal compact e soprattutto al suo recepimento nei Trattati Europei (a proposito: qualcuno può avvisare i nostri politici che il fiscal compact non è ancora nei Trattati?). Ma per una battaglia seria bisogna aggiungere tre impegni fondamentali: 1) trasparenza totale: ogni voce di spesa deve essere facilmente accessibile online; 2) occorre implementare un sistema di valutazione oggettiva della efficienza della spesa pubblica; 3) bisogna prendere impegni precisi sulla qualità della spesa. Non si può fare deficit per bonus e mance varie: è stato dimostrato che queste manovre hanno un ritorno sul pil inferiore a 1 (vuol dire che riducendo le imposte di 10, il pil aumenterebbe al massimo di 5); al contrario, una spesa pubblica efficiente in investimenti strutturali ha un effetto moltiplicativo sul pil. Con queste linee guida l'autunno potrà portare un po' di fresco nei conti pubblici e uno slancio alla nostra asfittica ripresa.
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