Fininvest blinda Mediaset. E Macron stacca assegno da 315 milioni a Bollorè

In vista dell'assemblea del 28 giugno, la famiglia Berlusconi rafforza il controllo di Mediaset e sale a oltre il 41% dei diritti di voto

Affaritaliani, 13.5.2017

La famiglia Berlusconi fa un altro passettino per mettere al sicuro il controllo di Mediaset, attraverso la holding Fininvest, in vista dello scontro decisivo nell'assemblea del 28 giugno con i francesi di Vivendi. La società di via Paleocapa presieduta da Marina Berlusconi ha preferito affrontare l'importante appuntamento societario senza contare sul diktat dell'AgCom del 18 aprile scorso che ha intimato al colosso dell'enterteinment transalpino guidato dal duo Vincent Bollorè e Arnauld de Puyfontaine di congelare gran parte della quota (per la doppia presenza nel mercato italiano delle tlc, anche con Telecom), scendendo fino al 10% del gruppo di Cologno Monzese.

E così a fine aprile, con un blitz Fininvest, secondo quanto ha appena comunicato al mercato, ha comprato in Borsa 15 milioni di azioni del gruppo Mediaset (l'1,27% del capitale) salendo così a una partecipazione del 39,53%, pari al 41,09% del capitale avente diritto di voto e rafforzando il suo controllo sul gruppo televisivo. Un controllo che probabilmente nel lungo periodo, vista la presenza di soci amici nell'azionariato (così si mormora in Borsa) e con il piano di ulteriore acquisto di altre azioni proprie da parte di Mediaset (ora il pacchetto in bilancio è di 3,795%),  è ampiamente al sicuro (Fininvest per non superare le soglia dell'Opa obbligatoria, potrà eventualmente effettuare nuovi acquisti su Mediaset nel prossimo inverno).

Nel breve, però, c'è l'assemblea di giugno e i raid di Bollorè in società a controllo familiare sono noti.

Le difese del Biscione contro Vivendi a questo punto sono consistenti. Agli attuali prezzi di Borsa, l'esborso di Fininvest è stato superiore ai 50 milioni. La prossima assemblea di Mediaset di fine giugno a questo punto appare comunque molto più tranquilla e anche il titolo del gruppo televisivo resta a quotazioni importanti: rispetto al periodo precedente agli acquisti di Vivendi di inizio dicembre il Biscione viaggia infatti a un prezzo di circa il 60% superiore.

L'assise del Biscione nel dettaglio dovrebbe approvare senza problemi la delega al consiglio di amministrazione per l'acquisto di azioni proprie con l'elevatissimo tetto massimo del 10%. Un'ulteriore 'blindatura', con i rivali francesi che a breve devono decidere come rispondere alle indicazioni dell'Agcom.

Ma Vivendi resta un avversario, o un interlocutore, molto forte. Intanto, capitalizza in Borsa cinque volte Mediaset (24,7 miliardi contro 4,3) e a Parigi il titolo si muove sui massimi recenti, con una chiusura dell'ultima seduta della settimana in crescita di oltre il 4%.

Il mercato premia i conti trimestrali, con un utile netto di 155 milioni in crescita del 57% e stime per l'intero anno di ricavi in aumento del 5%. Piace inoltre la probabile prossima fusione con Havas, il cui titolo è salito del 9% al prezzo dell'offerta. Ma soprattutto si guarda alla liquidità: il Fisco francese è infatti stato condannato a rimborsare oltre 315 milioni al gruppo Vivendi. Cioè circa sei volte di più di quanto ha speso Fininvest per gli ultimi acquisti su Mediaset.

Economia

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