Campane a morto per l’Europa
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L’Università Cattolica di Lovanio che suona “Imagine” di John Lennon per commemorare le vittime degli attentati è l’emblema di chi per vivere in pace è disposto anche a rinunciare a se stesso. Il risultato però non sarà l’auspicato mondo senza religioni, ma un mondo con una religione sola, e non quella cristiana
La chiesa dell'Università di Lovanio in Belgio
di Antonio Gurrado | 23 Marzo 2016 ore 15:16
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Il vento ha portato in tutta Europa le note di “Imagine” di John Lennon suonate dalle campane dell’Università Cattolica di Lovanio. Per chi suona il campanaro? Probabilmente per chi ha visto “Mars Attacks!”, film di Tim Burton in cui la terra era invasa da alieni di inaudita crudeltà volta all’universale sterminio, coi quali era impossibile trattare: ci provava il presidente francese, illuso, finendo incenerito un attimo prima di firmare l’accordo di pace. Alla fine gli alieni venivano sconfitti soltanto dalla diffusione di musica, il cui suono causava l’esplosione delle loro enormi teste: significa forse che riusciremo ad avere la meglio sui terroristi solo quando ci accorgeremo che apparteniamo a una civiltà superiore – nell’estetica, nella sofisticazione, nella capacità di creare del bello fine a se stesso – insomma, che apparteniamo a una civiltà musicale. Per questo suona “Imagine” il pianista davanti al Bataclan, suona “Imagine” il violoncellista di Place de la Bourse a Bruxelles, allora si adegua e suona “Imagine” anche il campanaro dell’Università Cattolica di Lovanio, affidando al vento questo messaggio: “Imagine there’s no heaven… and no religion too”, “Immagina che non ci sia il paradiso né nessuna religione”.
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Potendo ragionevolmente prenderlo per temporaneo portavoce dell’università (magari qualcuno accorrerà a smentirlo ma quel ch’è fatto è fatto), il campanaro sta cercando di dirci che per lui il verso fondamentale di “Imagine” è quello in cui si auspica che tutti gli uomini convivano pacificamente in un mondo unificato e che pertanto, allo scopo di conseguire questa pace prioritaria, un’istituzione cattolica dev’essere disposta a rinunciare a tutte le religioni compresa la propria. Tuttavia suonare “Imagine” solo per la musica o per un brandello di testo significa fare un torto a Lennon, paroliere attentissimo e capace, in “I Am The Walrsus”, di rendere coerente la compresenza di trichechi, corn flakes, mutande e Humpty Dumpty.
Quindi bisogna ragionare: scrivendo “Imagine” Lennon ha messo in stretta correlazione l’eliminazione della proprietà privata, necessaria all’instaurazione della fratellanza universale; l’eliminazione dei confini nazionali, causa di ogni guerra; l’eliminazione di ogni fede, per permettere a tutti di vivere nella piena immanenza del presente pacificato e inselvatichito. Si tratta di una escalation simile a quella che c’è in “God”, dove Lennon canta che “Dio è un concetto su cui misuriamo il nostro dolore” ed elenca tutti i culti più o meno istituzionali o spirituali in cui dichiara di non credere, dalla Bibbia ai Beatles stessi. Alla fine giura fede solo a se stesso e, contento lui, a Yoko Ono. Suonando “Imagine” non esplode la testa di nessuno, purtroppo, però abbandonandoci al motivo descritto dal rintocco delle campane ci dimentichiamo che, se adesso è facile immaginare un mondo senza nessuna religione, presto sarà ancora più facile immaginare un mondo con una religione sola; e non sarà la nostra.
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COMMENTI
Maria Pia Banchelli • 30 minuti fa
Un mondo a parte. E di morti viventi. Ecco quello che ci rappresenta. Come europei, inetti, ignavi e folli di paura. Coloro che sono morti, tantissimi ormai, per colpa di Is hanno almeno vissuto fino all'ultimo una normalità vibrante e rivolta al futuro. Noi no. Si onorano i morti con discorsi inutili, si colorano i monumenti con quelli che rappresentano le bandiere. Si piange. Si portano fiori e lumini. I politici vivono impauriti nel nulla delle loro competenze, capacità ed orgoglio che non hanno. Ore di trasmissioni perpetuano immagini dolorose. Ma il silenzio che ci avvolge urla vendetta. La nostra. Abbiamo rinunciato alla nostra fede, al crocifisso, al presepe. A tutto quello che ci rappresentava. Abbiamo coperto statue millenarie. Ed Imagine, adesso, dovrebbe raccontare il nostro dolore. Senza fede e senza identità. Un giorno, qualcuno, spero per onorare altri morti, troverà il coraggio di suonare, magari, l'Ave Maria di Gounod od un Requiem.
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VINCENZO FARDELLA • 31 minuti fa
Condivido l'analisi di Gurrado.Esistono belle edizioni del Corano,non ci resta che comprarle,nell'incapacità di renderci conto della Bestia sull'arena,come dice l'evangelista.
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luca sorrentino • 2 ore fa
Tutti i paesi meridionali sono posti in alto per sfuggire alle scorribande saracene. I tempi sono cambiati e i saraceni li andiamo a prendere noi e li portiamo in cittá. Venivano per depredare e portare donne nei loro harem e schiavi per i loro mercati, per loro il nemico ê nemico e non ê prescritto di offrire l'altra guancia, l'islam è una religione della terra, e quindi riconosce solo la forza, quella fisica, non quella spirituale che opera la conversione dei cuori e ci fa ritenere amico anche il nostro nemico. La politica ha fatto dimenticare le ragioni storiche della inimicizia.. Gli antichi avevano una conoscenza piú diretta delle differenze e della inconciliabilitá delle due religioni; un grande Papa come fu InnocenzoIII, che fu presago della santitá di San Francesco, scomunicó Federico II per non aver voluto combattere la crociata per cui era stato allevato da lui stesso. Il suo ultimo successore li chiama e non teme che la mezza luna sopprima la croce, dá segno di grande fede o tenta Dio con il nome di misericordia. In entrambi i libri è scritto che Dio è misericordioso, ma se uno uccide e l'altro muore in nome di Dio grande e misericordioso bisogna ridefinire i termini o saremo mandati all'inferno in nome di una teologia dell'accoglienza. Non è scritto di essere candidi come le colombe e astuti come i serpenti? I gesuiti che sono sempre stati astuti quando diventano colombe cambiando natura perdono l'astuzia antica e non acquistano il candore dei pacifici. Questione capitale per il pontefice: S. Ignazio, che era un soldato, e soldato di Cristo,l'avrebbe tollerato?
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Mario Mauro • 2 ore fa
Il morbo infuria, il coraggio ci manca, dovunque sventola bandiera bianca.
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Moreno Lupi Mario Mauro • un'ora fa
Poi, di riffa o di raffa, Venezia all'Italia è tornata. Ci può stare che anche la Cattolica Università ritorni al Cattolicesimo, prima o poi.