Attenti, le unioni civili hanno serie conseguenze culturali e sociali
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Per un principio di prudenza, invece di una legge affrettata, sarebbe meglio confrontarsi sulle conseguenze sociali in senso ampio di certe scelte (soprattutto quelle che riguardano i bambini)
di Giovanni Maddalena | 14 Gennaio 2016 ore 06:15
COMMENTA 7 |
laddove leggi simili sono state approvate, e cercare di creare spazi pubblici per pensare a quale bene vogliamo per l’intera società sospingendo l’una o l’altra versione di libertà
Giusto parlarne senza ideologie. Il caso delle unioni civili tra persone dello stesso sesso è importante perché la comprensione di se stessi e della società dipende più dai “gesti”, dalle azioni che incarnano le concezioni, che non dai trattati teorici. Non solo, approvare o non approvare significa poi praticare certi gesti, e il ripeterli ingenera nuovi significati. Dunque, indispensabile parlarne provando a ragionare.
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Per togliere le ideologie, iniziamo con lo sgombrare il campo dagli insulti: non ci sono mostri, né mostri razzisti che vogliono limitare l’affetto di qualcuno riducendolo a cittadino di serie B né mostri nazisti in cerca di soluzioni eugenetiche. O, meglio, ci saranno gli uni e gli altri, ma non si tratta affatto della maggior parte di coloro che sentono il problema politico di questo disegno di legge.
Allo stesso modo toglierei di mezzo i vari ragionamenti fallaci del tipo “tanto ormai va così” o “è quello che fanno tutti i paesi europei”. Come si vede dal referendum sloveno (non pubblicizzato come quello irlandese, sebbene le popolazioni non fossero numerose in entrambi i casi) le cose possono anche andare diversamente. Per non parlare del fatto che la storia può poi smentire le mode: anche il marxismo sembrava essere ormai l’unica opzione negli anni Settanta e il multiculturalismo relativista negli anni Novanta. La storia cambia perché essere umani liberi e responsabili vi operano.
Per come la vedo io, ci sono due problemi seri nel caso delle unioni civili dello stesso sesso: un problema sociale e uno culturale. Quello sociale è presto detto: posta l’adeguata difesa dei diritti del singolo, spesso già difesi da molte leggi ed eventualmente integrabili, perché equiparare forme di unione che hanno peso molto diverso per la società? Le unioni eterosessuali rimangono comunque, per ragioni di natura, il fattore elementare perché una società vada avanti riproducendosi. Che la società non equipari il trattamento di istituti molto diversi, difendendo le persone e i loro interessi ma proteggendo in modo differente tipi di associazione con responsabilità sociale diverse, è quanto avviene in tutto il nostro diritto dove una ditta individuale non ha gli stessi diritti e doveri di una Spa. In una società la giustizia non può essere un’uguaglianza senza differenze, che fa finire ogni bene alla mercé del mercato, come ha messo ben in luce, da sinistra, Michael Walzer.
Più a fondo, però, c’è una questione culturale che, eliminati gli spettri di mostri da ogni parte, non bisogna occultare, perché ovviamente un diritto assoluto varrebbe a prescindere dall’impatto sulla società. Qui si gioca il contrasto fra una cultura di liberalismo radicale, che per qualche motivo non del tutto cogente è sposata spesso dalle sinistre (che dovrebbero essere più sensibili delle destre al fattore sociale, come ha scritto intelligentemente Fusaro) e una cultura conservatrice. La prima sottolinea l’autonomia dell’individuo come sorgente assoluta di valori e libertà, l’altra considera la persona come parte di una realtà che non può cambiare a proprio piacimento e che è libera quando rispetta tale realtà. La prima tende a considerare ciò che è nuovo, spontaneo, autonomo come buono in quanto affrancamento da legami oppressivi, l’altra a salvare ciò che viene ricevuto dalla tradizione, come parte di una realtà da cui si dipende. E’ l’antica lotta tra due concezioni di libertà, che va avanti dall’illuminismo e che è il vero tema degli ultimi anni. Qualche volta ha avuto ragione la prima (la celebre battaglia per i diritti di Martin L. King), altre volte la seconda (il multiculturalismo relativista di cui sopra). Come direbbero i pragmatisti americani, è il tempo, in the long run, che decreta l’abito di azione convincente e vincente.
Per un principio di prudenza, invece di una legge affrettata, preferirei mettere un po’ di studiosi a confronto sulle conseguenze sociali in senso ampio di certe scelte (soprattutto quelle che riguardano i bambini) laddove leggi simili sono state approvate, e cercare di creare spazi pubblici – anche nei partiti – per pensare a quale bene vogliamo per l’intera società sospingendo l’una o l’altra versione di libertà. E nel frattempo, promuovere innanzi tutto una legislazione completa di aiuto alle famiglie e alle unioni eterosessuali (27 milioni di persone), valore sociale consolidato. Certo, ciò vorrebbe dire dare tempo al tempo, al pensiero e alla ricerca, al dialogo forte fra idee e ideali, un’opzione politica che distingue le personalità che pensano al bene comune prima che alle prossime elezioni. Speriamo che in Parlamento ce ne sia qualcuna, non importa se progressista o conservatrice.
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COMMENTI
/\/\aurizio • un'ora fa
A proposito dei bambini, leggo e riporto:
Parlando in generale, istituzionalizzare le adozioni per i gay è qualcosa che NESSUNA CIVILTA' negli ultimi 4mila anni ha mai provato a fare o anche solo tollerare informalmente, per cui parliamo di fare un esperimento. Con dei bambini.
Negli anni '60 la stessa "intellighenzia" che oggi sostiene le adozioni per gay spiegava che il fattore chiave per un bambino era la felicità dei singoli genitori, per cui se divorziando questi poi stavano meglio, anche lui ne avrebbe beneficiato. 30 anni dopo l'evidenza di quasi tutti gli studi indica che non è così, che i bambini soffrono, in media, dai divorzi.
Lo stesso è avvenuto nel caso di donne che da sole allevano bambini senza la presenza del padre. Per l'intellighenzia progressista non era un problema (e Hollywood ha prodotto dozzine di film per mostrare come la società bigotta osteggiasse tante coraggiose ragazze...). Purtroppo invece, di nuovo l'evidenza ha mostrato specie in America che socialmente è un disastro: crescere senza padre è correlato con criminalità, fallimento scolastico e altre patologie (questo nella media dei milioni di persone, poi lo so che ci alcuni che sono diventati miliardari o artisti famosi...). Per la società nel suo insieme però si tende ora a concordare che allevare dei bambini, specie maschi, in presenza del padre sia meglio.
Perchè fare ora un terzo esperimento sulla pelle dei bambini dando retta alla stessa intellighenzia ?
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Malossi Alberto • un'ora fa
Di nuovo risuona l’ammonimento della Arendt davanti ai
grandi cimiteri dello scorso secolo. «Nei campi, prima di ucciderli, si trovò
il modo di convincere gli esseri umani che essi erano insignificanti, inutili,
superflui. Convincerli che la loro vita era priva di senso».
E’ l’essenza del totalitarismo. Una modalità di dominio totale emersa nei lager e nei gulag del ventunesimo secolo. E che oggi riappare sotto le bandiere arcobaleno dei genitori A e B e della scienza messa al servizio della mercificazione degli esseri umani. «Se si confronta questa pratica con quella della tirannide –
scrive la Arendt – si ha l’impressione che si sia trovato il modo di mettere in
moto il deserto, di scatenare una tempesta di sabbia capace di coprire ogni
parte della terra abitata».
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Marco Di Mattia • 3 ore fa
Bene. Parliamone. Anche se in effetti in effetti il titolo promette cose che l'articolo non contiene. Mi sarei aspettato una enumerazione di effetti, invece di parole note e generiche.
Però il tono pacato mi invita all'analisi.
Capiamo intanto quali siano gli istituiti del matrimonio che hanno senso solo per coppie in grado di procreare. Con l'ovvio corollario che le coppie sterili (anche eterosessuali) ne sarebbero escluse. Prendiamo anche in considerazione l'ipotesi (certo buffa, ma le argomentazioni dovrebbero avere un esito coerente) di aggiungere al contratto matrimoniale un impegno per la coppia a tentare la procreazione. in assenza del quale tali istituti non potrebbero valere.
Quel che resta potrebbe essere acceduto anche dagli omosessuali.
Facciamo questo e altro, magari in tempi umani, che l'ennesimo invito a prudenza e riflessione è facile prenderlo per melina.
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Fabrizia Lucato • 4 ore fa
Grazie, caro Maddalena, di rispondere così bene all'articolo di Piero Tony. Sono convinta che, passata la buriana, così come è successo per il marxismo, anche l'ideologia del "siamo tutti uguali e abbiamo tutti gli stessi diritti, anche quando non è vero perché la realtà è diversa" finirà nella poubelle della storia. Mi dispiace per tutti i bambini che nel frattempo ci avranno rimesso le penne.
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Maria Fabrizia Lucato • 2 ore fa
Cara Fabrizia un grazie di cuore per la tua sensibilita per i bambini che oggi in un mondo egoista e perverso non sono piu ne rispettati ne amati. Maria
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Francesco Cassini • 6 ore fa
Finché non capiremo che l'ateismo è l'opposto dela laicità e che il problema è nell'assenza di Valori, che nel relativismo non ci possono essere sennò che relativismo è, saremo sempre chiusi in un circolo vizioso.
Il relativismo ed il materialismo funzionano bene nelle pubblicità, ma la realtà è un'altra cosa.
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Maria Francesco Cassini • 2 ore fa
Caro Francesco condivido appieno il tuo punto di vista permettimi in questo caso di difendere invitando altre persone credenti il matrimonio religioso d Israele che la sinistra israeliana e i sionisti vogliono annullare per riconoscere solo quello civile che aprirebbe le porte al riconoscimento delle coppie gay e delle adozioni di bambini. Il rabbinato israeliano sta sostenendo una lotta impari poiche l occidente ateista e la sinistra italiana collaborano a distruggere il matrimonio religioso. Israele per il momento e l unico paese in cui e valido il matrimonio religioso pero non combatte le unioni gay e il loro matrimonio civile contratto all estero ne l adozione di bambini tramite uteri in affitto poiche ognuno e libero di fare la sua scelta a patto pero di non distruggere quei valori etico-morali e religiosi a salvaguardia dei principi biblici senza cadere nel fanatismo o in condanne tipiche dell islam radicale. Per tua conoscenza in Israele ci sono rabbini omosessuali che sposano coppie gay ma non sono riconosciuti dal rabbinato.Ci sono sinagoghe per donne rabbino lesbiche. I rabbini ortodossi non sono dei fanatici come i mass media li definiscono ne degli oppressori di noi donne semplicemente difendono i valori biblici rispettando le donne e difendedole dai soprusi maschili, c e scritto nelle nostre scritture. Quindi difendete il matrimonio religioso d Istrae errore d Israele senza far violenza e rispettando la scelta degli altri.Maria
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