ANDREA'S VERSION Il medico giusto per i progressisti contro Teheran a targhe alterne
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-BANDIERA BIANCA Ideuzza sul bonus cultura: sfruttare l'invenduto, garantire l’accesso gratis agli spettacoli a chi sia sotto la soglia di povertà.
17.12.2022 Marcenaro,Gurrado ilfoglio.it lettura2’
-ANDREA'S VERSION Il medico giusto per i progressisti contro Teheran a targhe alterne
Dobbiamo scoprire chi consultano per il mal di testa i militanti contro l'Iran quando manda a morte le ragazze che si tagliano i capelli, ma che tifano Iran quando vuole cancellare Israele dalla faccia della terra
ANDREA MARCENARO 16 DIC 2022 ilfoglio.it l
L'atomica dell'Iran arrugginisce
E’un fenomeno che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, di tutti i mesi, da troppi anni. Si resta perciò (vagamente) curiosi di sapere se: i militanti che si sentono superprogressisti sempre, che stanno contro Teheran quando manda a morte le ragazze che si tagliano i capelli, o che escono da sole, che squarta gli amanti e impicca pubblicamente gli omosessuali così come i ragazzi che suonano la chitarra; quegli stessi militanti, cioè, che si sentono superprogressisti anche allorché tifano invece per Teheran e per i suoi hezbollah quando questi ultimi vogliono cancellare dalla faccia della terra Israele, paese nel quale le donne possono fare come gli pare, gli omosessuali pure e le chitarre vengono suonate a palla, ecco, questo appunto saremmo (vagamente) curiosi di sapere: ma questi qui, proprio questi, essi stessi, centomila in uno ma nessuno, esattamente loro in quanto loro, quando gli piglia il mal di testa ricorderanno di chiamare l’urologo?
-BANDIERA BIANCA Ideuzza sul bonus cultura: sfruttare l'invenduto
ANTONIO GURRADO 16 DIC 2022
Idea semplice e geniale: un consorzio di grandi teatri ha messo a punto un piano per garantire l’accesso gratis agli spettacoli a chi sia sotto la soglia di povertà. Potrebbe essere la strada da seguire anche dalle nostre parti, anziché la riforma col bilancino della 18app
Un’ideuzza sul bonus cultura: ricicciare l’invenduto. Da Londra arriva l’ottima notizia che un consorzio di grandi teatri ha messo a punto un piano per garantire l’accesso agli spettacoli – gratuitamente o dietro volontario pagamento di una somma simbolica – a chi sia sotto la soglia di povertà. È un’idea semplice come spesso sono quelle geniali: non costa praticamente nulla (le poltrone sono già lì, solo che sono vuote) e consente di pescare da un bacino di spettatori ulteriori che un domani, magari, a finanze raddrizzate saranno felici di tornare a teatro pagando regolare biglietto.
Questa forse, più che una riforma col bilancino della 18app, potrebbe essere la strada da seguire anche dalle nostre parti. Permetterebbe di estenderla su tutte le età e di non beneficiare indiscriminatamente ricchi e poveri. Consentirebbe di evitare quegli imbarazzanti buchi fra il pubblico, sempre umilianti per gli artisti. Potrebbe anche essere applicata su cinema semivuoti, sale museali deserte, concerti che sembrano un’esercitazione antiatomica. Ma, soprattutto, garantirebbe una volta per tutte di smascherare senza possibilità di equivoco i prodotti culturali mediocri: quelli a cui non vanno neanche i nullatenenti, nemmeno per entrare a scaldarsi.