Miles Davis, 25 anni fa moriva il genio del jazz

Il libro di Nissola racconta il suo continuo morire e rinascere

Paola Mentuccia ROMA 29.9. 2016 09:21 ANSA

"Quante volte egli ha cambiato la musica durante la sua vita? Quante volte, nel suonare la sua musica, Miles è morto e rinato?". Venticinque anni fa, il 28 settembre del 1991, in California, a Santa Monica, un violento attacco cardiaco non lasciò scampo al trombettista statunitense Miles Davis, genio indiscusso del ventesimo secolo. Il libro "Miles Davis Principe delle tenebre", scritto dal musicologo Gianfranco Nissola (Arcana) ricostruisce l'esistenza del jazzista che oggi avrebbe novant'anni, immergendosi e svelando l'enigma che ancora avvolge il mitico personaggio della musica moderna.

La vita di Davis è scandita dagli studi e le prime esibizioni a St. Louis, nel Missouri, alle jam sessions a New York e "a tutto quel microcosmo che caratterizzava il comportamento dei musicisti di colore che, nei primi anni Quaranta, cercavano di sfondare uptown, ad Harlem, per potersi esibire con successo downtown, sulla Cinquantaduesima "la Strada": "Nei piccoli locali che si trovavano lungo quella striscia d'asfalto - racconta Nissola - i bianchi erano disposti a disputarsi le sedie a suon di biglietti verdi per poter ascoltare la musica nera emergente: in quei locali circolava un autentico fiume di dollari, e buona parte di esso poteva anche finire nelle tasche degli artisti di colore che vi si esibivano, musicisti neri ingaggiati da proprietari bianchi per suonare per clienti bianchi". E ancora: dall'album "Kind of Blue", diventato un successo mondiale della storia del jazz, alla collaborazione con Gil Evans. Il "fraseggio fresco e fantasioso" della tromba di Miles Davis sembra risuonare nelle parole del libro di Gianfranco Nissola e trasmettere la misteriosa forza artistica di un uomo fuori dal comune.

Categoria Cutura

   

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