Non piove, governo ladro!
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La gara ridicola nell’addossare le colpe dello smog, a Palazzo Chigi o ai Comuni che sia. E poi la rincorsa altrettanto risibile di chi dice “ora stanzieremo più soldi”. Automobilisti e contribuenti, terzi (poveri) incomodi
di Redazione | 28 Dicembre 2015 ore 14:24 Foglio
Le polvere sottili prodotte dalle combustioni stagnano dell’aria un po’ più del solito in ragione di condizioni climatiche e atmosferiche più piacevoli (leggi: meno piovose) del solito. L’appello di alcuni scienziati e analisti seri a non drammatizzare – primo, perché l’aria delle nostre città è drasticamente migliorata rispetto a quella degli scorsi decenni; secondo, perché il nesso tra smog e “morti premature” è tutt’altro che dimostrato – è troppo flebile.
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La ragionevolezza di pochi è sovrastata ovviamente dal comico Beppe Grillo che addossa responsabilità criminogene all’esecutivo, poi dalle rimostranze delle opposizioni che giudicano “tardiva” la risposta dei sindaci (Pisapia a Milano) e dei commissari prefettizi (Tronca a Roma), e infine dai molteplici ricorsi annunciati da fantomatiche associazioni dei consumatori.
La gara a chi urla più forte “non piove, governo ladro!”, per quanto ridicola, ha un risultato immediato di non poco conto: ingenera una rincorsa nel proporre soluzioni ad hoc di tipo emergenziale e coercitivo, come i blocchi temporanei delle automobili di questi giorni.
E incentiva annunci allarmanti per la loro vaghezza e per le loro conseguenze sulle tasche dei contribuenti (“Il governo darà più fondi. Stanziamo 35 milioni di euro per la mobilità sostenibile e altri soldi arriveranno”, ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti). Si tratta inoltre di misure grossolane, sempre più inutili se si tiene conto delle due grandi tendenze già in corso degli ultimi decenni: i veicoli attuali sono molto meno inquinanti di quelli di ieri e, allo stesso tempo, nei paesi occidentali calano i principali elementi inquinanti nell’aria.
E se è vero che gli standard cui siamo abituati sono ormai più elevati anche solo rispetto a vent’anni fa, affidarsi allo sviluppo tecnologico rimane più saggio che abbeverarsi al Sacro blog o alle virtù taumaturgiche di ministri e sindaci ridotti quasi a commentatori dello stesso.
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