Brutto clima a Parigi. Dopo gli scontri tra ambientalisti e polizia di ieri, inizia la Conferenza dell'Onu sui cambiamenti climatici.
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150 capi di stato e migliaia di delegati da 190 paesi nel mondo proveranno a trovare un accordo inutile per impedire al clima di fare quello che ha sempre fatto: cambiare.
di Piero Vietti | 30 Novembre 2015 ore 11:37
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Promesse e buoni propositi con il nobile scopo di "salvare il mondo". L'ambientalismo è religione a tutti gli effetti
Che cosa pensino davvero gli ambientalisti – o sedicenti tali, il che non cambia la sostanza – del summit sul clima di Parigi che si apre oggi con quasi 150 capi di stato presenti e circa 190 paesi del mondo rappresentati da migliaia di delegati, si è visto ieri: nonostante il divieto di manifestare, centinaia di persone sono scese per le strade della capitale francese cercando il contatto con le forze dell’ordine. Obiettivo raggiunto, con conseguenti scontri, arresti, danni alla città e persino il lancio di fiori e candele lasciate per terra giorni fa per ricordare le vittime delle stragi jihadiste del 13 novembre.
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Con queste premesse si aprono oggi i lavori della Cop 21, la Conferenza delle Nazioni Unite guidata dall’Ipcc – il panel di esperti che studia i cambiamenti climatici – che ha l’obiettivo di trovare un nuovo accordo globale per la riduzione dei gas serra prodotti dalle attività umane con il dichiarato scopo di fermare l’aumento delle temperature globali che – sempre secondo gli esperti – di questo passo aumenterebbero di 2 gradi entro il 2050. Qualora di trovasse l’accordo, sarebbe comunque abbastanza inutile, a detta delle stesse Nazioni Unite: se messo in pratica da tutti (sarebbe vincolante dal 2020, non prima) ridurrebbe l’aumento delle temperature di solo 0,05 gradi.
Le due settimane di discussioni sul clima a Parigi porteranno quasi sicuramente a un accordo. A differenza degli ultimi summit di questo tipo, i leader mondiali non possono permettersi un altro fallimento: è vero che siamo probabilmente alla quinta “ultima occasione” negli ultimi dieci anni, ma il peso mediatico e simbolico di questi talks climatici non è mai stato così significativo. Da una parte arriviamo da mesi di allarmi catastrofisti ben orchestrati sulla salute del nostro pianeta, dall’altra si è voluto investire l’incontro francese del pesante fardello di risposta dell’occidente ai terroristi islamici. Sfida improbabile, ma perfettamente in linea con la natura dell’ambientalismo contemporaneo, divenuto ormai religione a tutti gli effetti. Chissà se Obama ripeterebbe oggi quanto detto a febbraio di quest'anno, e cioè che la lotta ai cambiamenti climatici è più urgente di quella al terrorismo.
Bisogna registrare una nuova evoluzione di linguaggio, questa volta con effetti positivi: dopo essere passati dal “riscaldamento globale” al più cauto e vago “cambiamenti climatici”, finalmente si fanno spazio tra le soluzioni adottabili le parole “adattamento” e “innovazione”. Il clima sul nostro pianeta è sempre cambiato, e non per colpa delle attività umane (nel medioevo faceva molto più caldo di oggi, eppure il mondo c’è ancora): lo sta facendo anche in questi anni, e pensare di fermarlo riducendo un po’ le emissioni di CO2 è utopico, oltre che ridicolo, come lascia intendere anche il New York Times oggi.
Come spesso succede quando si parla di cambiamenti climatici, la scienza fa solo da sfondo al discorso ideologico. Dati grossolani spacciati per definitivi, previsioni fatte al computer date per certe, obiettivi a lungo periodo basati su speculazioni (oggi il Wall Street Journal spiega bene che la storia dell’aumento di 2 gradi entro il 2100 non ha grosse basi scientifiche).
Da oggi fino alla fine della Conferenza assisteremo a decine di annunci, promesse irrealizzabili, e lezioni di cinica realpolitik (come quella che arriva dalla Cina, grande produttrice di emissioni inquinanti e improvvisamente green). Alla fine, come scrivevano Matt Ridley e Benny Peiser sul Wall Street Journal sabato, un accordo sufficientemente vago e non vincolante per permettere a tutti di cantare vittoria e avere il tempo di modificarlo da qui al 2020, in attesa di vedere se e quanto le temperature globali cambieranno.
Categoria ambiente
Commenti
1-Moreno Lupi • 3 ore fa
"L’Italia è il Paese dell’Unione europea che segna il record del numero di morti prematuri rispetto alla normale aspettativa di vita per l’inquinamento dell’aria. La stima arriva dal rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea): il Belpease nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491 mila a livello Ue". Chi riporta, ed enfatizza con spirito virtuoso, non sa che l'Aea, confonde gli aborti, morti prematuri, con quelli, immaginari delle polveri sottili. L'oscenità dei vari tentacoli culturali, si fa per dire, delle istituzioni e agenzie onusiane ed europee, è senza fine. Oddio, è pure senza fine l'imbecillità di chi ci crede. Mentre è sopraffina manipolazione, messa in atto dagli interessati al business eco/ambiental/buonista. Ma possibile che il secolo dei lumi abbia partorito schiere immense di imbecilli, gonzi e creduloni? "Cultura di massa", il termine "di massa" è il più insultante, offensivo, deviante, avvilente, che si possa accoppiare a "cultura".
2- Andrea Qualunque • 5 ore fa
L'ecologismo (che brutta parola) sono le nostre vite. Le nostre abitudini, il nostro porci con il quotidiano. Mi sento di dire che l'ecologismo è "il vivere civile".
Ma che senso ha sedersi in 190 attorno ad un tavolo?! Per parlare di cosa? Vogliamo imporre cosa? Vincoli alle aziende per essere meno competitive? Automobili ed elettrodomestici solo "su libretto" meno inquinanti? O vogliamo invece ripulirci le nostre coscienza lercie con una nuova facciata "green"?
Il vero ecologista non fa nulla che sia eclatante o sponsorizzabile. Il vero ecologista vive in simbiosi con la propria fede ed il proprio spirito. Il vero ecologista non insegna nulla e non predica dal pulpito. L'ecologista non impone; accetta.
3- Giuliano Galassi Andrea Qualunque • 3 ore fa
ma la realtà invece insegna che il vero ecologista è una delle cause dell'abisso in cui ci troviamo
4-Andrea Qualunque Giuliano Galassi • 3 ore fa
Sò bene che il vero ecologista è un altro.
Quello che redige, legifera, proibisce. Quello che impone.
Appunto.
Moreno Lupi • 6 ore fa
5-A Parigi: fiera della vanità e parole in libertà: niente cambierà, l'uomo vo' mangià. Il Giubileo non è una fiera alimentare: siamo bestie, preferiamo il cibo, il prosaico "mangiare" al cibo dello spirito. Per quello non servono i denti, appunto.
6- Giuseppe Cappa • 6 ore fa
Ma quale religione? L'ambientalismo è una superstizione secolare studiata a tavolino per tassare ed opprimere le masse, facendo crepare di fame i povericristi.
7-Giovanni • 6 ore fa
Oggi sui giornali italiani campeggia una notizia che lascia a bocca aperta.
"In Italia record europeo per morti premature dovute all'inquinamento
Rapporto Agenzia ambiente, 84.400 decessi nel 2012"
Strano visto che siamo il secondo paese al mondo in fatto di longevità.
Nel libro di Philippe Verdier è scritto che nei giorni del COP21 dobbiamo aspettarci notizie sensazionalistiche e allarmanti a profusione. L'intento è quello di provocare una reazione di ansia nella popolazione al fine di far accettare qualsiasi provvedimento come aumento di tasse o di tariffe, ecc.
8 Giuliano Maciocci Sr. Giovanni • 4 ore fa
Non confondiamo l'inquinamento col Riscaldamento Globale anche se hanno provato a farci credere che il CO2 fosse un gas mortale.
Purtroppo la religione del Global Warming ha distratto enormi risorse proprio dai problemi veri dell'inquinamento e della deforestazione. Ma a 'loro' non interessa: basta vedere i danni enormi causati dai biofuels all'olio di palma: "speranza dell'umanita'", dicevano i verdi.
9-Maria • 7 ore fa
Congratulations a Vietti per la definizione E RELIGIONE. Infatti la spiritualita mancante e stata sostituita dalla divinita ecologica che non ha nulla a che fare con la Bibbia in cui l uomo deve rispettare la creazione non sfruttandola al massimo. Anche i nazisti erano degli accesi ecologisti. Non e stato ancora con certezza affermato che impatto abbia la produzione di gas dell industrie dato che il lasso di tempo e relativamente non lungo bensi recente. E un dato di fatto pero che l inquinamento influisce sulla salute dell uomo poiche ci sono valide statistiche medico-scientifiche. Per quanto riguarda l atmosfera non si e ancora stabilito le cause perche e una materia molto complessa forse legata alla stratosfera e al sistema del nostro sole. Non lo sappiamo ancora. Gia nel passato Tacito riportava nei suoi annali che il Reno era quasi tutto prosciugato a causa di una lunga siccita e temperature inusuali. Nel deserto recentemente e piovuto ed anche nevicato. La definizione di natura derivazione latina del nascor con significato di nascita ha un inizio e la natura non e eterna come gli ecologisti credono ma ha una fine come tutta la materia del resto. Secondariamente l insensibilita di Hollande di fronte al terrorismo dilagante in Israele e veramente scandalosa,ma aspettatevi brutte sorprese dal Belgio e dalla Germania. La nave europea sta affondandando lentamente.Maria