Enpa: ecco come proteggere i nidi di uccelli
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A prima vista i piccoli vi potrebbero sembrare abbandonati, e invece il genitore li segue a distanza»
27/05/2015 CRISTINA INSALACO La Stampa
La primavera e l’estate sono le stagioni in cui gli uccelli nidificano. E proprio per questo vi potrà capitare, durante una passeggiata, di trovare una rondine o un merlo in difficoltà e di volerli aiutare. Ma come fare per garantirne l’incolumità? Per rispondere a questa domanda l’Enpa ha preparato un vademecum dedicato all’avifauna selvatica, consigliando sempre di rivolgervi ad un esperto se non siete sicuri di come procedere nel gestire un’emergenza. Insomma: non improvvisatevi veterinari applicando fasciature o steccature, perché potreste danneggiare l’animale anziché salvargli la vita.
Innanzitutto è bene sapere che la maggior parte degli uccelli ha cure parentali molto sviluppate, e ricorre a strategie naturali per garantire la sopravvivenza dei piccoli. Per esempio molti passeriformi, tra cui i merli, abbandonano precocemente il nido svolazzando senza essere ancora autonomi da mamma e papà. «Adottano questa strategia perché il nido è un posto molto pericoloso in natura – dice Andrea Brutti, dell’Ufficio Fauna Selvatica di Enpa -. A prima vista i piccoli vi potrebbero sembrare abbandonati, e invece il genitore li segue a distanza». In questi casi, se non sono esemplari feriti, implumi o in evidente difficoltà, «i giovani non andrebbero mai presi perché verrebbero privati del supporto dei propri genitori». Al contrario, se rinvenuti a terra, è bene intervenire perché mamma e papà di rondini, rondoni e balestrucci non scendono per soccorrere il piccolo.
Se invece fosse necessario intervenire per salvare un giovane volatile, l’Enpa sconsiglia ogni soccorso «fai da te»: «Per legge è vietata la detenzione e il disturbo degli animali selvatici, come la distruzione dei nidi – prosegue l’Ente di Protezione Animale -, in caso di ritrovamento è meglio avvertire il Corpo Forestale o la Polizia Provinciale, e rivolgersi ai centri recupero della fauna selvatica». Non comunicando la detenzione dell’animale non solo si rischia di commettere un reato, ma sarebbe molto complesso prendersi cura di una rondine o di un merlo, che mangiano cibo specifico e non sono in grado di mettersi in salvo dai pericoli.
Se il volatile fosse ferito «è necessario sistemarlo temporaneamente in scatole con fessure, per evitare che si procuri delle lesioni – conclude Brutti -. Fino a quando non verrà consegnato a mani esperte, potete dargli un’alimentazione a base di carne. Assolutamente niente latte, pane, prodotti da forno, e uova».
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