"Crollano i morti per il clima", lo scienziato anti-Greta che smonta gli estremisti green
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Negli ultimi 100 anni, le morti nel mondo causate dal clima sono drasticamente diminuite. Lo scienziato danese Lomborg smonta l'isteria del climaticamente corretto
Roberto Vivaldelli 3.1.2023 lettura 3’
Bjorn Lomborg è tutto fuorché un pericoloso "sovranista" o "negazionista"del clima. Ambientalista, verde, omosessuale, progressista, vegetariano, lo scienziato danese ha smontato, in un recente thread pubblicato su Twitter, la narrazione catastrofista del climaticamente corretto che ha prodotto il fenomeno Greta Thunberg, oltre alle sigle radicali come Extinction Rebellion e Ultima Generazione. Come spiega lo studio di Lomborg, infatti, contrariamente alla tendenza allarmistica prevalente nel mondo della scienza e dei media, il bilancio delle vittime dei disastri climatici è in calo precipitoso dal 1920. "I disastri legati al clima hanno ucciso sempre meno persone nel 2022, il 97,6% in meno rispetto a un secolo fa. Società più ricche e più resilienti riducono le morti in caso di calamità", ha scritto Lomborg. “Perché questo non viene segnalato? osserva. Al contrario, i media continuano a parlare dl catastrofismo climatico, mentre assistiamo a "una spettacolare riduzione del 99,4% delle vittime legate al clima dagli anni '20 al 2022", ha rimarcato lo scienziato. Già, perché questo "dettaglio" non viene mai menzionato e ci viene detto che il pianeta collasserà a causa dei cambiamenti climatici?
Lo scienziato danese smonta le eco-balle di Greta
Con il bombardamento mediatico a cui assistiamo, da anni, rispetto al catastofismo climatico è difficile credere alle parole di Lomborg. Eppure i dati sono chiari."Negli anni '20, il numero di morti per disastri legati al clima era in media di 485.000 ogni anno. Nell'ultimo decennio, (2010-2019), la media è stata di 18.362 morti all'anno, ovvero il 96,2% in meno", ha osservato lo studioso. Il trend è in costante calo, dunque. Nel 2021, infatti, i decessi sono scesi legati al clima ancora fino a raggiungerequota 7.705, ovvero il 98,4% in meno rispetto al 1920. "Per il 2022, ormai concluso, assistiamo al proseguimento di questo bassissimo numero di decessi: 11.873 pari al 97,6% di decessi in meno rispetto alla media degli anni '20 ”, ha sottolineato il ricercatore. È vero che alcune delle principali calamità climatiche si sono verificate nel 2022, da qui il leggero aumento rispetto al 2021.
Tuttavia, nota Lomborg, delle prime due, quelle più mortali, molto probabilmente in pochi ne hanno sentito parlare sulla stampa: parliamo di una carestia che ha ucciso 2.465 persone in Uganda, lo scorso luglio, e successivamente, le forti piogge che hanno provocato la morte di 2.035 persone in India durante l'estate. "L'elenco totale dei disastri mortali [nel 2022] ha altre 219 voci, tutte catastrofi, tutte terribili. Eppure, in sintesi, molto, molto inferiore a quello che era una volta", ha scritto il ricercatore.
Lo studio
Secondo quanto riferito dal ricercatore danese, i dati provengono "dal database globale più autorevole, l'International Disaster Database". Che si tratti di inondazioni, siccità, tempeste, incendi o temperature estreme, "circa il 98% in meno di persone sono morte nel 2022 rispetto a cento anni fa", ha continuato il ricercatore in un post su Facebook. "È risaputo che le morti legate al clima stanno diminuendo per quasi tutte le categorie, sia per i paesi ricchi che per quelli poveri". C'è solo una categoria di morti legate al clima che è aumentata in questi anni ed è quella legata alle ondate di calore. "Ci viene costantemente detto che l'umanità si stia dirigendo verso il collasso climatico come dimostrato dal Pakistan e da altre catastrofi - senza dircelo: morti in calo del 99% +", ha scritto Lombrog. "Si spaventano bambini e adulti. No, non è un buon modo per informarci".
Lomborg non è certo il primo scienziato a opporsi alla narrazione del catastrofismo climatico, diventata una vera e propria religione incontestabile, un dogma indiscutibile sull'altare della "verità scientifica". Tra gli scienziati di fama internazionale che hanno messo in discussione il pensiero unico sul clima ci sono Franco Prodi, fratello dell'ex premier Romano Prodi, nonché fisico, metereologo docente presso l'Università degli Studi di Ferrara ed ex direttore dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr, il docente di Chimica Fisica presso l'Università di Modena Franco Battaglia e il fisico Antonino Zichichi. Ciò che si contesta, è bene sottolinearlo, non sono tanto i cambiamentli climatici in sé, ma la loro causa, poiché l’origine antropica del riscaldamento globale è dedotta solo da alcuni modelli climatici che sono tutto tranne che una verità certa e incontestabile. E poi sarebbe davvero il caso di finirla una volta per tutte con il catastrofismo, che come spiega Lomborg, non rappresenta un'informazione corretta ma solo un allarmismo deleterio.