IL PESCE ITALIANO È FINITO – BISOGNA MANGIARE MENO PESCE
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SAPETE CHE LO STOCK DI PESCATO DELLE NOSTRE COSTE BASTA A COPRIRE SOLO 4 MESI DI CONSUMO ?
www.ivg.it Dago 21.5.2017
SAPETE CHE LO STOCK DI PESCATO DELLE NOSTRE COSTE BASTA A COPRIRE SOLO 4 MESI DI CONSUMO? PER GLI ALTRI 8 DOBBIAMO IMPORTARE DALL'ESTERO - LA PROTEZIONE ANIMALI: ''BISOGNA MANGIARE MENO PESCE, NON PESCE PIÙ SOSTENIBILE O DI ALLEVAMENTO. NON SEGUITE GLI INCOSCIENTI INVITI DI SLOWFOOD, EATALY, MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, REGIONI E PURE QUALCHE ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA''
“E’ necessario mangiare meno pesce, non pesce più sostenibile; incoraggiare semplicemente la gente a mangiare specie ritenute poco apprezzate non ridurrà la pressione sugli stock ittici, produce solo una crescita della quantità totale di pesce mangiato, e quindi pescato”.
A dirlo è la Protezione Animali savonese in occasione dell’evento genovese Slow Fish. L’associazione ricorda che “in Italia in media ogni persona consuma già 30 chili di pesce all’anno, di poco inferiore solo a Spagna e Portogallo”.
L’Enpa sottolinea che “l’Italia dipende dal pesce estero per più di sette mesi all’anno: se dovesse contare solo sui mari nazionali, le finirebbe ad aprile. La maggiore causa dello spopolamento dei mari è il sovrasfruttamento di tre quarti degli stock europei, che si riproducono molto meno di un tempo per colpa dell’inquinamento e della gestione insostenibile della pesca professionale e sportiva.
Impedire agli stock di riformarsi condanna quasi tutti gli stati che si affacciano sul Mediterraneo e sull’Atlantico ad essere predatori ‘insostenibili’ di pesce come il Giappone, che divora di tutto e di tutti i mari, esportando per giunta le sue dannose tradizioni, come il sushi ed il sashimi”.
“E neppure il pesce allevato nelle ‘fattorie del mare’, che costituisce ormai il 60 per cento del consumo italiano, è ‘buono, pulito e sostenibile’, perché per sfamarlo si riducono in farina di pesce milioni di tonnellate di piccole specie marine pescate apposta, impoverendo ancora di più il mare, per produrre poveri animali che, anche dal punto di vista organolettico, sono inferiori ai pesci selvatici”.
L’appello della Protezione Animali savonese è di “non seguire gli incoscienti inviti di Slowfood, Eataly, ministero delle politiche agricole, Regioni e, purtroppo, qualche associazione ambientalista: se davvero amate il mare ed i suoi abitanti, non mangiateli”.
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