Usa, l'uomo di Trump per l'ambiente Scott Pruitt
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"Le emissioni di anidride carbonica? Non incidono sul cambiamento climatico"
Affaritaliani 10.3.2017
"Le emissioni di anidride carbonica? Non incidono sul cambiamento climatico". Che Scott Pruitt, il nuovo capo della Environmental Protection Agency (Epa, l'agenzia federale per l'ambiente), fosse uno 'scettico' sulle tematiche ambientaliste era risaputo, Donald Trump lo aveva scelto proprio per questo. Nessuno si aspettava però una dichiarazione pubblica come quella fatta giovedì (su un canale della Nbc) che nega la convinzione praticamente unanime della comunità scientifica mondiale.
"Credo che misurare con precisione l'impatto dell'attività degli uomini sul clima sia qualcosa di molto difficile. Sul livello di questo impatto mi sembra che esista un immenso disaccordo, io direi che le emissioni di CO2 non incidono, non sono d'accordo che si tratti di un fattore primario nel riscaldamento globale". Scott Pruitt non è uno scienziato, è un avvocato di 48 anni che ha fatto carriera politica in Oklahoma (di cui è stato anche Attorney General) grazie alle sue battaglie contro l'aborto, i matrimoni gay, la riforma sanitaria di Obama e soprattutto contro le 'regole' ambientali ("sono un attivista schierato contro l'agenda Epa", amava ripetere).
Non è uno scienziato ma non ha problemi a definire sbagliata una posizione molto chiara della comunità scientifica internazionale, secondo cui la combustione dei derivati del petrolio, del gas naturale e del carbone ha contribuito in maniera determinate all'aumento delle temperature e all'accelerazione del disgelo delle calotte artiche. In un rapporto del 2013 di esperti sui cambiamenti climatici (un gruppo di circa 2mila scienziati internazionali) si dice come sia "estremamente probabile" che più della metà del riscaldamento globale che si è verificato tra gli anni 1951-2010 sia stata una conseguenza delle emissioni umane di anidride carbonica e di altri gas ad effetto serra. E in un rapporto della Nasa e del Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) del gennaio scorso c'è scritto che "la temperatura media del pianeta è aumentata di circa 2,0 gradi Fahrenheit (1,1 gradi Celsius) dalla fine del diciannovesimo secolo, un cambiamento dovuto in gran parte all'aumento di anidride carbonica e di altri emissioni nell'atmosfera dovute all'attività dell'uomo".
"Dobbiamo continuare il dibattito e continuare ad analizzare", si è limitato a ripetere Pruitt, confortato dal pieno appoggio che gli arriva da Trump in persona. Non poteva essere altrimenti visto che il presidente Usa in campagna elettorale ha sostenuto ripetutamente che il cambiamento climatico "è
una bufala creata dai cinesi". Le sue parole, che vanno oltre quanto da lui stesso dichiarato durante le audizioni al Senato del mese scorso, sembrano segnalare che la Casa Bianca è pronta a una prossima battaglia: il negazionismo del cambiamento climatico.