Terremoto, il fenomeno delle placche tettoniche: così sparità il mar Adriatico
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La penisola italiana è destinata a cambiare il suo aspetto morfologico nell'arco dei prossimi mille anni.
Libero 27.10.2016
Le stime degli esperti sono sempre più confermate dai fenomeni sismici degli ultimi anni, da quelli in Umbria a metà degli anni Novanta, fino agli ultimi tra agosto e ottobre ad Amatrice e Castelsantangelo sul Nera, tra l'Umbria, il Lazio e le Marche.
L'Italia appartiene alla placca eurasiatica sulla quale preme quella africana in direzione nord. Gran parte del territorio italiano poggia su una micro placca tettonica che i geologi chiamano Adriatica, i cui confini sono gli appennini a ovest e le Alpi a nord. Una placca che segue la linea dei Balcani arrivando a sud fino alla Grecia occidentale.
L'attrito tra le due placche, africana e euroasiatica, provoca i terremoti a cui abbiamo assistito fino a oggi, generando uno spostamento lento e inesorabile che spinge in due direzioni l'intera penisola. Ad esempio il sisma ad Amatrice ha fatto registrare uno spostamento di 20 cm verso ovest del versante occidentale degli Appennini. Dall'altro lato la placca adriatica spinge tutto il fronte dalla Romagna alla Puglia in frequenti spostamenti di pochi millimetri ogni anno verso Nord-Est.
Un processo lungo, ma inevitabile che spingerà la zona est dell'Italia ad avvicinarsi sempre di più alla costa balcanica, riducendo fra milioni di anni il mar Adriatico a un canale sempre più stretto, unendo Pola e Istria in un'unico territorio e allargando la penisola italiana rispetto alla sua attuale ampiezza.