Il risiko impossibile dei grassi saturi
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Il governo Usa ri-decide cosa è “sano”, fino alla prossima smentita
di Redazione | 12 Maggio 2016 ore 06:18
I cereali per la colazione sì, l’avocado no. Certi snack confezionati sì, le mandorle no. La Food and drug administration americana ha appena pubblicato una nuova serie di regole per definire il concetto di “healthy”, di quale cibo può essere definito “sano” e quale no. Come sempre quando un’agenzia di grande rilievo internazionale pubblica questo tipo di rilevazioni, ci sono delle sorprese, e questa volta, per esempio, mentre i corn flakes e certi terribili spaghetti al formaggio in lattina molto diffusi in America sono considerati “sani”, l’Fda sconsiglia di mangiare innocua frutta secca e ancor più innocuo salmone. Peccato che soltanto pochi mesi fa, come ha notato il Wall Street Journal, la stessa agenzia consigliasse il consumo dei medesimi cibi per una dieta, appunto, più “healthy”. E’ sempre la solita storia, i parametri della nostra salute sono decisi da agenti burocratici che con un tratto di penna, cambiando qualche criterio (una volta sono gli zuccheri, un’altra i grassi, un’altra l’eccesso di carboidrati) decidono ciò che è adatto al consumo umano.
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I governi hanno l’ambizione di ridefinire con cadenze sempre più ravvicinate il concetto stesso di salute, ma la frequenza sempre maggiore con cui queste grandi verità dell’alimentazione sono prima scolpite nella pietra e poi smentite fa perdere credibilità all’intero processo. Era successo con la lunga crociata contro il burro e i grassi di origine animale, poi rivelatasi un errore, succederà di nuovo, è facile immaginare, con le carni processate, che pochi mesi fa hanno costretto i cittadini nutrizionalmente responsabili a bandire prosciutti e salsicce. Ora tocca alle mandorle e all’avocado, fino a che il prossimo burocrate lancerà di nuovo i dadi per decidere cosa riabilitare e cosa bandire.
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