PREGHIERA. Il protocollo per le messe umilia e statalizza la chiesa
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Quando ho letto i dettagli del nuovo rito catto-tecno-scientifico mi sono sentito soffocare. Per cui, come insegna la Bibbia, mi volterò dall'altra parte
di Camillo Langone 9.5.2020 ilfoglio.it
Per quanto mi riguarda, quella di domani non sarà la penultima domenica senza messa. I cattolici sono dispensati dal precetto festivo per problemi di età o di salute e io credo di rientrare nel secondo caso perché quando ho letto i dettagli del nuovo rito catto-tecno-scientifico mi sono sentito soffocare. Al posto del messale un protocollo, da celebrarsi, anzi da ottemperarsi, sotto la spada di Damocle dello stato poliziotto. Non ho capito cosa c’entri il ministero dell’Interno con la liturgia ma ho visto che ha messo becco perfino sui cori e sulle offerte. La chiesa italiana umiliata e statalizzata, la chiesa che ha svenduto il Concordato inchinandosi ai comitati governativi, sta offrendo uno spettacolo osceno, e di fronte all’oscenità di una persona amata la Bibbia insegna a voltarsi, come fecero Sem e Iafet con il padre Noè denudatosi nell’ubriachezza. Oggi io mi volto dall’altra parte. Continuerò ad andare in chiesa come ho fatto in tutti questi giorni, ma in orari diversi, extra-statali, a pregare il liberatore di “quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù” (Ebrei 2,15).