Yoram Gutgeld, consigliere 'cannibale' di Renzi
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Ha fatto fuori Cottarelli, Zingales, Guerra e ora Perotti. Gli uomini della spending. Chi è Gutgeld, ex manager McKinsey che Renzi adora. Tra gelosie e malelingue.
di Marco Stagno | 16 Ottobre 2015 Lettera43
Non è un economista, né ama essere definito come tale. E si vede.
Ma per le sue mani passano tutti i provvedimenti economici o le idee di politica economica del governo Renzi.
Non appare spesso, e quando suo malgrado finisce in tivù o sui giornali, le cronache non sono quasi mai positive.
Il soggetto in questione è Yoram Gutgeld, oggi fa il deputato del Partito democratico e il consigliere per gli affari economici di Palazzo Chigi.
PASSATO ALLA MCKINSEY. Ma in una vita precedente ha fatto il manager alla McKinsey, multinazionale delle consulenze, della quale è stato capo della filiale italiana.
Per lui 25 anni di onorata carriera al servizio della clientela che voleva trasformare i sogni in soldi.
Insomma, un tipo abituato a usare poche parole ed estremamente pratico.
GRANDE INFLUSSO SU RENZI. Le malelingue di Palazzo Chigi riferiscono che sia lui il “cannibale” che ha «mangiato già un commissario e un consulente per la spending review, almeno un consigliere di amministrazione di una partecipata e un paio di esperti economisti che volevano dare una mano al premier».
E i nomi non sono affatto sconosciuti.
La fonte infatti li elenca in un misto di rabbia e rassegnazione.
Rabbia perché «li ha fatti fuori uno dopo l'altro»; rassegnazione perché «questo ha un potere enorme su Matteo, e non capiamo perché».
DA COTTARELLI A PEROTTI. In poche parole, stando ai racconti off the record, Gutgeld avrebbe fatto scappare dalla corte del presidente del Consiglio «prima Carlo Cottarelli (ma questo non è stato proprio un cruccio per Renzi, ndr), poi Tommaso Nannicini, Luigi Zingales, Andrea Guerra e ora pure Roberto Perotti».
Ovviamente «rendendo durissimo pure il rapporto con un galantuomo come il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan».
Conta così tanto per questioni di finanziatori del renzismo?
Da questa ricostruzione emerge un quadro inquietante di una delle personalità su cui fa più affidamento il capo del governo.
Ecco perché, a parziale “discolpa” del deputato italo-isreliano, va comunque ricordato che gli altri consulenti - Alessandro Santoro, Marco Fortis, Giampiero Gallo, Riccardo Luna e Paolo Barberi - sono ancora saldamente al loro posto, attivi e ascoltati, mentre al titolare del Tesoro Padoan il premier non ha mai fatto mancare l'appoggio nonostante qualche evidente frizione.
LA SPUNTA SEMPRE LUI. È un fatto, però, che Renzi nel corso della sua cavalcata politica abbia avuto al suo fianco più di un esperto per ogni settore, tra cui l'economia, per la quale si affidava - ricorda un'altra fonte da sempre vicina al fiorentino - a diversi uomini di valore, come Tito Boeri (ora alla guida dell'Inps), Luigi Zingales, Pietro Ichino e appunto Gutgeld.
Ma quello che «alla fine la spuntava era quasi sempre Gutgeld, facendo imbufalire gli altri».
IL PADRE DEGLI 80 EURO. All'ex manager McKinsey è attribuita anche la paternità della famigerata misura degli 80 euro, che sarebbe figlia di una proposta del luglio 2013, presentata in tandem con Dario Nardella, allora solo deputato dem, che prevedeva la riduzione di 100 euro sulle tasse di chi guadagna meno di 2 mila euro.
Non a tutti piacque quell'idea. «Perché Yoram abbia così tanto influsso su una persona come Matteo è un mistero», dice ancora il confidente a Lettera43.it, che poi sbotta: «L'unica spiegazione è che buona parte dei finanziatori di Renzi sono tutti clienti di Gutgeld...».
A CENA CON MATTEO. E qui casca l'asino, perché di riscontri concreti non ne esistono, ma alla famosa cena milanese di campagna elettorale del 2012, quella con i principali operatori finanziari organizzata da uno dei personaggi più discussi del renzismo, Davide Serra del Fondo Algebris, buona parte degli ospiti (che pagarono 5 mila euro a testa per partecipare) era di area McKinsey, o in qualche modo legata a quel mondo.
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