Movimento 5 stelle, Becchi: «Sembra il Pci»

«Il M5s è un partito verticistico». Paolo Becchi critica la mutazione dei grillini. Che arrivano al 29%. Ma hanno tradito la loro missione. E sull'Ue grida al golpe.

di Francesca Buonfiglioli | 03 Settembre 2015 Lettera43

Addio Movimento liquido, addio Rete. Ormai il M5s si è trasformato «in un partito vero e proprio, sul modello del Pci».

Ma invece «di essere di lotta e di governo è di governo e di lotta».

Paolo Becchi, professore di Filosofia ed ex ideologo pentastellato, non ha dubbi: «La democrazia all'interno del movimento è venuta meno», spiega a Lettera43.it. «Le decisioni ormai sono prese dal leader e da un gruppo ristretto di persone».

Centralismo democratico?

«SIAMO AL CENTRALISMO ORGANICO». «No, molto peggio: direi centralismo organico».

E dire che gli ultimi sondaggi danno il M5s al 29%, un vero e proprio record. «Fossi nei grillini», sorride Becchi, «davanti a queste percentuali mi farei qualche problema: i sondaggi sono strumentalizzati, non servono più per dire ciò che la gente realmente pensa».

È accaduto anche in occasione delle ultime Europee: il Movimento era dato per vincitore assoluto. Il resto è cronaca.

DOMANDA. Col 29%, se confermato, il M5s si giocherà un eventuale ballottaggio.

RISPOSTA. Se si andrà al voto nel 2018, con l'Italicum rimarrà il primo partito di opposizione.

D. Sempre che non ceda davanti all'ultimo tabù e si allei con un'altra forza politica.

R. Lo escludo: con l'Italicum non conviene. Il problema semmai è un altro...

D. Quale?

R. Se, ma è una mera ipotesi di scuola, il governo cadesse ora, col Consultellum Grillo se la prenderebbe in quel posto.

D. Dalle Europee il Movimento ha subito una profonda trasformazione.

R. Sì, quel voto è stato uno spartiacque.

D. La rivoluzione del Movimento liquido, dell'uno vale uno, è finita?

R. Ormai il M5s è un vero e proprio partito, con una struttura verticistica. Un po' sulla falsariga del vecchio Pci.

D. Grillo ha tradito la sua missione originaria?

R. Sì. Io sono rimasto deluso: la democrazia diretta, la Rete, l'uno vale uno... tutto dimenticato. Alla fine si è difesa a spada tratta la democrazia rappresentativa.

D. La Rete non conta più?

R. Non conta un cazzo. È stata intepellata per il Cda della Rai? Non mi pare. E dire che si parlava di referendum propositivi anche senza quorum e invece...

D. E invece?

R. Il Movimento è diventato il paladino della totale conservazione del sistema rappresentativo.

D. Pure sulle candidature si è aperto un caso. Prima Grillo ha fatto un mea culpa dicendo che nel 2013 aveva «imbarcato di tutto», poi sul blog ha fatto dietrofront.

R. Beppe è ingenuo e spontaneo. Non doveva dire una cosa del genere. Poi è stato costretto a smentirsi sul blog. Sta di fatto che il Movimento delle origini non esiste più.

D. Ha cambiato rotta?

R. Sì, ma se per arrivare al governo devo sputtanarmi in questo modo e mettere in discussione tutti i capisaldi con cui sono partito...

D. Ma Grillo lascerà mai la politica?

R. L'aveva promesso. Aveva detto che voleva tornare a fare il comico. Personalmente lo vedrei bene a imitare Crozza che lo imita.

D. Di Maio è pronto per diventare il nuovo leader?

R. Di fatto lo è già. È un ragazzo preparato, freddo, impeccabile, vestito come si deve, anche per piacere al centrodestra.

D. E al centrosinistra?

R. Bè, per la sinistra c'è sempre Di Battista, casual, figo che piace ai gggiovani.

«Quali Stati Uniti d'Europa, siamo in uno Stato unito della finanza»

D. Professore su una cosa però non può non essere d'accordo con Grillo: l'Europa.

R. Stiamo vivendo una crisi profonda e l'uscita non si vede. Ora siamo nel pieno del problema immigrazione che però non deve distrarci dal cappio dell'euro.

D. Nel suo ultimo libro Oltre l'Euro (Arianna Editrice) lei punta il dito contro la perdita di sovranità nazionale degli Stati.

R. Non lo dico io. Basta leggere l'intervento di Giuseppe Guarino che dal punto di vista giuridico e politico spiega come l'ingresso dell'euro sia stato un golpe bello e buono.

D. Un altro golpe?

R. Non solo. Cesare De Michelis sostiene, sempre nel libro, che per accettare l'euro fu addirittura stravolto Maastricht.

D. Non è che si grida un po' troppo spesso al colpo di Stato?

R. Ah sì? Basta prendere l'Italia: abbiamo avuto gli ultimi tre presidenti del Consiglio non eletti. Il colpo di Stato è cominciato per opera di Napolitano nel 2011 e da allora è continuato. Di fatto siamo in una democrazia sospesa e non me ne frega nulla se lo sostiene anche Berlusconi.

D. Ma tecnicamente riconoscerà che è impossibile uscire dall'euro...

R. Con questo governo sicuramente visto che Renzi è il frutto di questa Europa. Credo però che alla fine l'euro imploderà da solo. Magari sarà la Germania a dire: «Esco io».

D. Ma qual è l'alternativa?

R. Dobbiamo recuperare la nostra sovranità. O coordinandoci con gli altri Paesi o da soli. E dirò di più. A questo punto converrebbe uscire pure dall'Unione europea. Quest'Europa non è dei popoli ma delle élite finanziarie ed è stata costruita per subordinare le singole sovranità a un sistema neoliberale. Aspetto con interesse il risultato del referendum nel Regno Unito.

D. Niente Stati Uniti d'Europa?

R. Ma non sono mai esistiti, né sono necessari. Siamo uno Stato unito della finanza.

D. Dal punto di vista politico, l'Europa ha appena bocciato la proposta di Renzi di eliminare la tassa sulla casa. Cosa ne pensa?

R. Penso che la sua eliminazione possa essere appoggiata praticamente da tutti i partiti: dal M5s alla Lega. Ed è giusta. Quindi: ce ne infischiamo dell'Europa e basta.

D. Ma è fattibile?

R. Cos'ha fatto Merkel con Dublino? Se ne è sbattuta e ha accolto i siriani in Germania. Il fatto è che se i Trattati li infrange la Germania allora va bene, se li infrangiamo noi...

Twitter @franzic76

Categoria Italia

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