Fassina lost in translation. In inglese apre alle destre sovraniste no euro, in italiano glissa
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La salvezza dall'occupazione tedesca della zona euro passa da “una grande alleanza dei fronti di liberazione nazionale, a partire dalle forze progressiste della periferia mediterranea” ma “aperta alla cooperazione con i partiti della destra sovranista democratica”, ha scritto Fassina. Ma nella versione italiana questa apertura salta
di David Carretta | 29 Luglio 2015 ore 13:53 Foglio
Bruxelles. Sembra una moderna svolta di Salerno quella che Stefano Fassina ha proposto ai movimenti dell'estrema sinistra no-euro di tutta Europa, sul blog dell'ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. La salvezza dall'occupazione tedesca della zona euro passa da “una grande alleanza dei fronti di liberazione nazionale, a partire dalle forze progressiste della periferia mediterranea” ma “aperta alla cooperazione con i partiti della destra sovranista democratica”, ha scritto Fassina nella versione inglese del suo Op-Ed, che Varoufakis ha in parte benedetto, perché “è un dibattito che gli europei non possono schivare”. Tradotto: è giunto il momento di abbandonare certe pruderie che hanno contraddistinto la sinistra in questi decenni ed allearsi con quelli che un tempo erano chiamati “neo-fascisti”. Perché di “destra sovranista democratica” anti moneta unica in giro per l'Europa non ce n'è molta, a meno di non andare a ricercare tra i no euro che stanno più o meno cercando di darsi una patina di rispettabilità: la francese Marine Le Pen, l'olandese Geert Wilders, gli austriaci della Fpo, i tedeschi di Alternativa per la Germania, i Greci Indipendenti che Alexis Tsipras ha scelto come alleati di governo, senza dimenticare le versioni italiane tipo Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Un po' come Togliatti che su ordine di Stalin scelse di entrare nel governo Badoglio insieme alle forze anti-comuniste, accantonando la questione istituzionale e i conflitti ideologici per combattere l'occupante nazista, così Fassina in combutta con Varoufakis è pronto al patto con il diavolo della destra populista per arrivare alla disintegrazione dell'euro dominato dalla Germania.
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Sarà che Pippo Civati e Monica Frassoni potrebbero avere un coccolone di fronte alla prospettiva di formare un Comitato di Liberazione Nazionale con chi vuole usare le ruspe per radere al suolo i campi rom, sarà che non vuole correre il rischio di vedersi lanciare in faccia qualche salsiccia durante i dibattiti delle feste dell'Unità, ma Fassina ha cancellato il passaggio incriminato sull'alleanza con l'estrema destra sovranista anti-euro nel Op-Ed per gli italofoni. “Per salvare l'Europa, rivitalizzare le democrazie delle classi medie e invertire il trend di svalutazione del lavoro dobbiamo costruire un fronte ampio a partire dalle forze progressiste della “periferia” mediterranea dell’Eurozona per il superamento concordato della moneta unica”, ha scritto Fassina sul suo sito, auto-censurando la parte politicamente più innovativa del suo euro-pensiero (qui la versione italiana).
Per i vecchi compagni del Pd, o i nuovi lettori di Possiamo, niente riferimenti alla “destra sovranista democratica”, né alla grande alleanza dei “fronti di liberazione nazionale”. Per il resto tutto coincide. A cominciare dalla narrativa che vuole trasformare Angela Merkel e Wolfgang Schäuble in piccoli piccoli Hitler determinati a dominare l'Europa con il loro “mercantilismo liberista”. Secondo Fassina, Tsipras e il popolo greco hanno avuto il “merito storico” di rivelare al mondo le reali intenzioni della cancelliera e del suo ministro delle Finanze: la Germania “domina l’eurozona e porta avanti un ordine economico funzionale al suo interesse nazionale e agli interessi della grande finanza”.
Serve dunque “discontinuità”, secondo Fassina. Paradossalmente è la soluzione tedesca quella auspicata dall'ex vice-ministro dell'Economia: “il superamento concordato della moneta unica, esemplificato nella proposta di “Grexit assistita” scritta dal Ministro Schäuble e avallata dalla cancelliera Merkel”. Ironicamente, è su questo che quelle che Fassina definisce “forze progressiste” divergono, allontanando la prospettiva di una svolta di Salerno a livello europeo. Contrariamente a quanto pensa Fassina, “la disintegrazione controllata della zona euro è carica di grandi pericoli”, ha commentato Varoufakis.
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