Lettere al Direttore Foglio 21.4.2015
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Quelli che fischiettano su Penati. Due o tre parole sull’Italicum. Il Papa che fa il Papa
1-Al direttore - Filippo Penati si guadagnò il discredito e l’annientamento politico circa quattro anni fa.
Tra le tante contestazioni ve ne era una che attraversava tutto l’impianto accusatorio, sebbene in forma allusiva: l’acquisto da Gavio del pacchetto di controllo della Serravalle da parte della provincia di Milano presieduta da Penati. Il socialismo municipale. La tesi fu ispirata da Gabriele Albertini. L’operazione serviva per la scalata di Unipol a Bnl, e aveva dunque una intrinseca valenza corruttiva. Anche in quell’occasione la procura suggerì che il grande puparo fosse D’Alema, o in subordine Bersani. Tesi ridicola, smentita anni dopo dal teste in dibattimento. Ebbene, 4 anni dopo e ben 10 anni dopo l’avvenimento, Penati conosce una prima sentenza, a opera della Corte dei Conti lombarda. Non era vero niente, l’operazione fu regolare, il danno non vi fu e l’accusa non ha provato né dolo né colpa. La procura penale, dal canto suo, ha addirittura rinunciato ad avviare l’azione penale, ripiegando su presunti reati minori. Penati insegna italiano agli immigrati. E passa il tempo a difendersi. Amen, direbbe l’ottimo Frank Cimini.
Massimo Migliore
C’è da dire che però la notizia è stata data davvero bene e con grande risalto da quei giornali che anni fa hanno costruito attorno a questo fatto (smentito dalla Corte dei Conti) una bella campagna giornalistica per buttare fango addosso a D’Alema e Bersani. Più o meno zero righe, o qualcosa di più. E’ il circo giudiziario, bellezza.
2-Al direttore - Mi chiedo perché il Signor E. Letta debba venirci a raccontare che a 48 anni ha capito che per fare politica bisogna saper fare un mestiere. Fino a oggi come l’ha fatta, quindi? Che senso ha dichiarare pubblicamente: “Per la prima volta nella mia vita voglio vivere del mio lavoro”. Ma cosa ha fatto fino a oggi? Il politico non è una professione? Ma chi se ne frega delle sue tardive e banali epifanie? A 48 anni scopre questo? Dopo 13 anni di attività politica compreso il governo del paese. Trovo queste persone naïve, ma assumendo che siano anche intelligenti, le considero molto arroganti nel loro modo di prenderci in giro, nell’usare il mezzo televisivo a scopi personali, la funzione pubblica come trampolino. E quando sono ben saltati visibili talmente in alto che nemmeno si sa da dove vengano si spacciano per grandi statisti, grandi intellettuali, super eroi, diffusori di banalità mascherate da Vangelo.
Stefano Galmarini
Volendo si potrebbe ricordare al buon Letta che questo orrendo Parlamento da cui scappa è lo stesso (orrendo?) che due anni fa votò la fiducia al suo governo. Ma qui il messaggio mi sembra più sottile: per fare politica bisogna uscire da questo Parlamento. E volendo leggere il messaggio ancora con più malizia si potrebbe anche aggiungere: la forza del futuro avversario di Renzi – quando sarà, se ci sarà – sarà direttamente proporzionale alla sua lontananza da questo Parlamento. A buon intenditor, poche parole.
3-Al direttore - Mi sembra che sia finita (o stia finendo) la luna di miele tra il “mondo” e il Papa. Quanto da lui coraggiosamente detto in tema di genocidio degli armeni e di gender è stato apertamente (e minacciosamente) contestato oppure passato sotto silenzio. La cosa non mi stupisce, anche perché il Vangelo promette che i discepoli di Gesù vengano addirittura perseguitati, il che sta avvenendo in modo massiccio e clamoroso in questi tempi. Solo qualche organo di stampa e qualche scadente autorità italiana e mondiale sembrano non rendersi conto di quanto sta accadendo: quando le vittime sono i cristiani, silenzio!
Giuseppe Zola
Effettivamente è un vero scandalo il Papa che fa il Papa.
4-Al direttore - Berlusconi: con la pancia direi no alle legge elettorale per la “prepotenza” dimostrata da Renzi in occasione dell’elezione del presidente della Repubblica. Ma con il cuore e con la testa non posso non pensare all’interesse nazionale, anche nel solco dello spirito riformatore che ci portò ad approvare una riforma poi bocciata da un referendum ipocrita e condizionato da grosse falsità. E in attesa di riforme ottimali si resta nella palude di “nessuna riforma”, anche se sul bicameralismo ci sono margini di miglioramento senza dover ricominciare da capo.
Enrico Venturoli
L’Italicum è una legge perfettibile che dà potere a chi arriva primo e che spinge i piccoli partiti a mettersi insieme. Se i piccoli partiti non sono capaci di essere competitivi il problema è loro, non di chi è più forte. E anche Forza Italia dovrebbe capire che per non farsi asfaltare un domani da Grillo o Salvini dovrebbe creare un nuovo contenitore e non mettere insieme solo alcuni piccoli pianeti. E’ così difficile?
5-Al direttore - Il senatore Quagliariello è caduto sul basolato dell’Appia correndo una maratonina. Quo vadis?
Gino Roca
Ncd e Quagliariello: simul stabunt simul cadent.