1-COSA HA SCATENATO I PM CHE INDAGANO SULL’URBANISTICA A MILANO,

Categoria: Italia

2- “LO SCANDALO DI MILANO DIVENTA COSÌ LO SPECCHIO DI UN SISTEMA POLITICO DEBOLE,

22.7.2025 dagospia.com lettura4’

1.COSA HA SCATENATI I PM CHE INDAGANO L'URBANISTICA A MILANO

VISTO CHE LE CARTE SONO FORMALMENTE A POSTO, TUTTE LE VARIANTI HANNO RICEVUTO IL LORO BEL TIMBRO

22 lug 2025 09:21 dagospia.com lettura2’

E I PROGETTI, LE AUTORIZZAZIONI NECESSARIE? – PER LA PROCURA, C’E’ UNA SPROPORZIONE TRA L’INTERESSE PUBBLICO E IL VANTAGGIO ECONOMICO RICONOSCIUTO AL PRIVATO DA ACCORDI CON IL COMUNE “SPESSO NON DICHIARATI” SU “VARIANTI, DENSIFICAZIONI, PREMI DI CUBATURA, COMPENSAZIONI, DIRITTI EDIFICATORI, ACCORDI DI PROGRAMMA, DEMOLIZIONI VIRTUALI”, “COSTRUZIONI NUOVE” CONTRABBANDATE PER “RISTRUTTURAZIONI” E “DEROGHE ALLE NORME MORFOLOGICHE” – IN BUONA SOSTANZA, I CITTADINI SONO STATI DANNEGGIATI DAL “CONSUMO” DI SUOLO, ARIA E LUCE…

Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

Ma il contrasto con la legge dove sta, visto che le carte sono formalmente sempre a posto, tutte le varianti hanno il loro bel timbro, e i progetti ricevono autorizzazioni e pergamene necessarie? Sta — per i pm alla luce anche del Rapporto del governo Monti sulla corruzione del 2013, delle indicazioni dell’Anac, e delle sentenze del Consiglio di Stato — nella sproporzione tra l’interesse pubblico, che pure può ammantare la variante, e il vantaggio economico riconosciuto al privato da accordi con il Comune «spesso non dichiarati» su «varianti, densificazioni, premi di cubatura, compensazioni, diritti edificatori, accordi di programma, demolizioni virtuali», «costruzioni nuove» contrabbandate per «ristrutturazioni», «deroghe alle norme morfologiche», «cortili» ridefiniti «spazi interni residuali», o nozioni di «viale» mutate in quella di «piazza attraversante» in nome del «riscatto urbano».

Dagli atti allegati infatti alla richiesta di arresto presentata il 26 giugno al gip Mattia Fiorentini per 6 indagati tra i quali il dimissionario assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e lo sviluppatore immobiliare Manfredi Catella, ora emerge che dopo un paio di settimane, il 14 luglio, la Procura di Milano aveva poi trasmesso al gip una «memoria integrativa»: che, curiosamente, sembrava rispondere in anticipo alle critiche che hanno preso a tacciare di gassosità giuridica la richiesta di arresti da quando è divenuta pubblica il 17 luglio, con la notifica ai 6 indagati della loro convocazione domani per l’«interrogatorio preventivo» introdotto l’anno scorso dalla legge Nordio.

[…] A proposito ad esempio dell’Accordo di programma sugli scali ferroviari stipulato nel 2017 e i privati, i pm ricordano «quanto segnalato dalla relazione del governo Monti» sullo «scambio tra conseguimento di rendite finanziarie derivanti dall’utilizzazione del territorio e realizzazione (a carico dei privati) delle opere pubbliche»: e, in questa chiave, indicano che «come opera pubblica la controparte» privata, «in cambio delle volumetrie e del titolo edilizio che consentiva lo sfruttamento del territorio, si impegnava» con il Comune «a realizzare un’opera di risanamento e potenziamento del servizio ferroviario urbano».

Obiettivo più che meritevole, e quindi è perfettamente normale che l’opera pubblica, alla quale i privati si impegnano, sia «essa stessa produttiva di rilevanti incrementi di rendita fondiaria privata»: ma questa «dovrebbe essere bilanciata da altrettanto vantaggio per la comunità, anche in termini di salubrità dell’ambiente che passa attraverso il risparmio di suolo e la “rigenerazione urbana” correttamente intesa come risanamento dell’abitato e rigenerazione sociale riferita agli abitanti delle zone». […]

2- “LO SCANDALO DI MILANO DIVENTA COSÌ LO SPECCHIO DI UN SISTEMA POLITICO DEBOLE,

CONDIZIONATO DALLE NOMENKLATURE LOCALI” NEI GUAI ANCHE LA MAGGIORANZA DI GIORGIA MELONI

22 lug 2025 08:36 dagospia.com lettura2’

– MASSIMO FRANCO: “LA FRENATA QUASI GENERALE SULLA RICHIESTA DI DIMISSIONI CONTRO LA GIUNTA DEL SINDACO DI MILANO, GIUSEPPE SALA, NON E’ SOLO IN OMAGGIO AL GARANTISMO. UN SUO PASSO INDIETRO AVREBBE CREATO ENORMI PROBLEMI AL PARTITO DI ELLY SCHLEIN A POCHI MESI DALLE REGIONALI IN AUTUNNO. MA AVREBBE MESSO NEI GUAI ANCHE LA MAGGIORANZA DI GIORGIA MELONI: SULL’INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA MILANESE, LA DESTRA È DIVISA. E SOPRATTUTTO, LO È ALTRETTANTO SU UN CANDIDATO DA OPPORGLI IN TEMPI BREVI”

Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

Ritenere che la frenata quasi generale sulla richiesta di dimissioni contro la giunta del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sia solo in omaggio al garantismo, sarebbe ingenuo, se non ipocrita. La sensazione è che un suo passo indietro avrebbe creato enormi problemi al partito di Elly Schlein a pochi mesi dalle Regionali in autunno.

Ma avrebbe messo nei guai anche la maggioranza di Giorgia Meloni. Non a caso la premier è stata tra i primi a sostenere che un avviso di garanzia non può provocare «automaticamente» le dimissioni. Sull’inchiesta della magistratura milanese, la destra è divisa. E soprattutto, lo è altrettanto su un candidato da opporgli in tempi brevi.

Lo scandalo di Milano diventa così lo specchio di un sistema politico debole; condizionato dalle nomenklature locali; e in difficoltà quando il potere nazionale cerca di ricalibrare equilibri radicatisi negli anni sia a livello regionale che nelle città. Per questo la scelta delle candidature rimane spinosa. E per paradosso è una sfida in primo luogo per il governo.

[…] L’intesa tra la premier, i suoi vice Matteo Salvini e Tajani e il capo di Noi moderati, Maurizio Lupi è in incubazione: anche perché il rinvio delle Regionali al 2026, ha confermato Fedriga, a questo punto è impossibile. […] Il garbuglio è essenzialmente politico, e non facile da sciogliere. La questione principale è rimasta a lungo la candidatura in Veneto dopo l’esclusione per divieto di terzo mandato di Luca Zaia. Si era parlato in alternativa di un suo inserimento come ministro nel governo Meloni, o di una sua lista collegata alla maggioranza: tutte varianti che confermavano la difficoltà di una soluzione condivisa dagli alleati. E questo fa il paio con l’incertezza sulla Campania e sulla Puglia. […]