Relazioni tossiche La vera subalternità è restare dipendenti dagli americani

Categoria: Italia

El País dà ironicamente ragione a Trump. L’Europa deve aumentare la spesa per la difesa, anzitutto per proteggersi da lui,

Francesco Cundari 26 Giugno 2025 linkiesta.it lettura2’

scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette

Il vertice Nato si è concluso come la guerra in Iran, con sperticati elogi a Donald Trump da parte di alleati convinti di riuscire così a manipolarlo e tenerselo buono. Con la differenza che Benjamin Netanyahu è davvero riuscito a fargli fare quel che voleva, cioè intervenire nel conflitto al fianco di Israele, mentre gli europei hanno fatto quel che voleva Trump, impegnandosi ad aumentare la spesa militare fino al 5 per cento del Pil.

Ma è una differenza più sottile di quanto potrebbe sembrare a prima vista, specialmente se fosse confermato che alla fine i bombardamenti americani avrebbero ritardato di appena qualche mese la capacità nucleare iraniana (come sostenuto in un rapporto dei servizi rivelato dalla Cnn e smentito dalla Casa Bianca) e che gli impegni presi dai Paesi europei, Italia compresa, non sarebbero poi così stringenti come appaiono sulla carta. E c’è pure chi, come Nathalie Tocci, sostiene anzi che Pedro Sánchez, l’unico a dirsi pubblicamente contrario al raggiungimento del 5 per cento, sia stato solo più sincero degli altri. In ogni caso, è una sincerità che Trump ha mostrato di non apprezzare, rispondendo con varie minacce all’indirizzo della Spagna. In compenso, dall’Italia Elly Schlein non ha esitato a portare Sánchez a esempio di una politica davvero autonoma, in polemica con Giorgia Meloni, accusata di non essere capace di «dire di no» a Trump.

Più sensata e coerente mi pare invece la critica di Bernardo de Miguel, che sul País dà ironicamente ragione al presidente americano sul punto centrale: «L’Europa ha bisogno di aumentare drasticamente le sue capacità di difesa, tra l’altro, per proteggersi da un’amministrazione statunitense così ostile. E per prevenire scenari persino peggiori, come la possibile ascesa al potere dell’attuale vicepresidente, J.D. Vance». L’atteggiamento servile del segretario generale della Nato, Rutte, prosegue l’articolo, ha mostrato il «livello di tossicità» raggiunto dalla relazione transatlantica. Motivo di più per cercare di rendersene autonomi il prima possibile: quanto più spenderà l’Europa per la sua difesa, tanto meno temibile risulterà la rottura con gli Stati Uniti.

Come si vede, è l’esatto contrario della posizione del Pd, impegnato in una campagna sempre più convinta contro il riarmo europeo, con il consueto abuso dell’articolo 11 della Costituzione sull’Italia che ripudia la guerra, in una competizione fin troppo armoniosa con Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle. Ci sono molte ragioni per criticare Meloni, non però per la subalternità a Trump, semmai per la sua sincera condivisione di quanto il presidente americano sta facendo, in patria e all’estero. Questo dovrebbe allarmarci. Ma se parliamo di subalternità, non c’è dubbio che la vera subalternità sarebbe mantenere l’Europa in condizioni di totale dipendenza dagli Stati Uniti per la propria sicurezza e la propria difesa. Una strada peraltro assai pericolosa, considerando la minaccia russa da una parte e l’assoluta inaffidabilità del presidente americano dall’altra.