Conte alla rovescia, l’ex premier smemorato vuole coordinare il NoRiarmo ma fu proprio lui ad aumentare le spese militari

Categoria: Italia

Summit Nato a L’Aja, M5S e Avs sfilano per la pace. Il Pd andrà in ordine sparso. Il riformista Sensi la boccia: “Manifestazione irresponsabile e mistificatrice”

Aldo Torchiaro 20 Giugno 2025 alle 11:38

Tutti in piazza contro il riarmo europeo, mentre a L’Aja si terrà un vertice Nato importantissimo per l’adeguamento delle spese per la difesa. Domani l’appuntamento c’è. Un’idea chiara no. Perché si manifesta senza sapere bene cosa questa contrarietà al riarmo voglia dire: disarmare gli eserciti, annullare le difese nazionali e lasciare sguarnite le difese proprio adesso che la minaccia di Vladimir Putin ai paesi europei si è fatta tremendamente concreta, terribilmente prossima? Sarebbe un bel servigio reso alla corte del Cremlino, che a Roma può contare su interlocutori influenti.

Conte e la memoria corta

Giuseppe Conte, il premier che firmò i decreti per l’aumento delle spese militari, guiderà il corteo alla testa dello striscione iniziale. Con il leader 5 Stelle a Palazzo Chigi la Difesa italiana ha sempre accresciuto il suo budget. Nel 2021 – con il Conte II – le spese militari del nostro Paese hanno raggiunto una cifra pari all’1,41 per cento del Pil, in crescita rispetto all’1,38 per cento del 2020 e all’1,18 per cento del 2019. Nel 2018, con il primo anno del Conte I, la percentuale era leggermente più alta, all’1,23 per cento. Quando il presidente del Consiglio era Matteo Renzi, nel 2015, le spese militari erano pari all’1,07 per cento del Pil. Ma queste cifre non interessano i manifestanti. La coerenza può attendere: ai tempi del pensiero social vale solo l’ultima dichiarazione, l’ultimo post, non i provvedimenti di legge. E dunque via alla marcia delle sigle e siglette che già si autocelebrano: «Abbiamo superato le 440 adesioni», dicono.

Il corteo si snoderà da Porta San Paolo, alle 14, per concludersi al Colosseo, dove è previsto un grande flash mob: un ‘die in’, non proprio originale. Tutti i partecipanti saranno invitati a stendersi per terra «con un sudario accompagnati dalla registrazione dei bombardamenti su Gaza, per rendere visibile, con i nostri corpi, il genocidio ancora in atto del popolo palestinese e la morte e la devastazione che portano tutte le guerre». Poi dicono che il cinema sia in crisi. A inscenare la protesta, i promotori italiani della Campagna europea “Stop Rearm Europe” Arci, Ferma il Riarmo (Sbilanciamoci, Rete Italiana Pace e Disarmo, Fondazione Perugia Assisi, Greenpeace Italia), Attac e Transform Italia. La piattaforma di adesione, a volerla raccontare, racchiude quello che il generale De Gaulle avrebbe definito un vaste programme: «Disarmare il nostro Paese, l’Europa e il mondo, per fermare tutte le guerre e i conflitti, le occupazioni, le ingiustizie, lo sfruttamento, il patriarcato, la repressione, per la democrazia, il lavoro, i diritti, la giustizia sociale e climatica e la pace».

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La marcia senza delegazione ufficiale Pd

Alla carnevalesca marcia si pongono alla testa due forze della maggioranza giallorossa che ha guidato Palazzo Chigi per diciassette mesi. Durante i quali Conte e i suoi ministri – che ancora non sapevano di doversi preparare per le marce pacifiste – hanno preso parte al vertice Nato di Londra (3-4 dicembre 2019) che ha deliberato l’aumento più importante delle spese militari, poi al vertice (da remoto) del 2020 con la stessa agenda, infine ai lavori preparatori di un terzo vertice Nato che si è tenuto a Bruxelles nel 2021. durante il Governo Conte II, in particolare al vertice di Londra 2019. Eccoli domani in piazza, il Movimento 5 Stelle e l’Alleanza Verdi e Sinistra, rappresentata da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Non ci sarà invece una delegazione ufficiale del Partito Democratico. Dopo giorni di aspro confronto interno, la segretaria Elly Schlein ha scelto di non aderire formalmente all’iniziativa, anche se alcuni esponenti del partito – come Arturo Scotto e Marco Tarquinio – parteciperanno a titolo personale.

Sensi (Pd): “Parole d’ordine un tanto al chilo”

«Il tema del riarmo va maneggiato con cura», spiegano fonti interne, sottolineando la spaccatura tra le anime più pacifiste e quelle riformiste del partito. «Bene che il Partito Democratico non partecipi a una manifestazione sbagliata», taglia corto il senatore dem Filippo Sensi, esponente della minoranza riformista e sostenitore del piano di riarmo europeo. «Colgo positivamente il fatto che il Nazareno non aderisca. Chi vuole, può partecipare. E ci mancherebbe», osserva Sensi: «Alcuni del Pd andranno per una scelta personalissima, ma mi pare importante che il Pd in quanto partito non ci sia perché quella su cui si sfila sabato non puo’ essere la piattaforma dentro la quale sta il Pd. Rispetto le sigle che vi partecipano, ma le parole d’ordine che animano la piazza sono un tanto al chilo, usate per forzare e brutalizzare oltre che mistificare il tema della difesa europea. Manifestare contro la Nato mentre la Russia aggredisce un paese sovrano e l’Europa stessa non è giusto, non è saggio, non è accettabile», sottolinea ancora il senatore. «Mi pare, anzi, che si voglia utilizzare la parola Pace come arma contro i valori di libertà, democrazia e pace che sono i valori europei. Io non andrò a una manifestazione irresponsabile e mistificatrice del momento che stiamo vivendo», conclude Sensi.