Schlein distorce i dati sui salari: l’Italia non è ultima nel G20

Categoria: Italia

Gli stipendi italiani non crescono, ma restano superiori a quelli di molti altri Paesi

30 maggio 2025 Carlo Canepa pagellapolitica.it lettura2’

Nelle sue interviste, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ripete spesso un dato negativo sugli stipendi italiani.

Il 28 maggio, ospite a DiMartedì su LA7, ha dichiarato (min. -2:06:50): «Gli italiani hanno i salari più bassi di tutti i Paesi del G20». Pochi giorni prima, il 19 maggio, aveva detto la stessa cosa a Che tempo che fa su Nove: «Gli italiani hanno i salari più bassi di tutto il G20».

Come abbiamo spiegato più volte in passato, è vero che l’Italia ha un problema con i salari. Ma l’affermazione ripetuta da Schlein è scorretta: vediamo perché.

Il G20 è un’organizzazione che riunisce 19 tra i Paesi più industrializzati del mondo, più l’Unione europea e, più recentemente, l’Unione africana. I membri sono: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa e Turchia.

Per confrontare i salari tra questi Paesi, la fonte più aggiornata è l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Nei suoi report, l’OCSE raccoglie (pag. 205) i dati sugli stipendi medi lordi a tempo pieno, comprensivi di straordinari e altre voci accessorie, ma al lordo delle imposte e dei contributi. I valori sono convertiti in dollari internazionali, a parità di potere d’acquisto, per permettere un confronto più equo: un dollaro, infatti, non ha lo stesso “valore” ovunque – per esempio, negli Stati Uniti il costo della vita è più alto che in Messico.

Secondo i dati più recenti, relativi al 2022, il salario medio in Italia era pari a 54.131 dollari a parità di potere d’acquisto: si tratta dell’ottavo valore più alto tra i Paesi del G20. Ai primi tre posti troviamo Germania, Australia e Canada. Francia e Regno Unito – gli altri due grandi Paesi europei membri del G20 – precedono l’Italia, che però supera il Giappone. In fondo alla classifica ci sono Indonesia, India e Brasile.

Dunque, dire che l’Italia ha i salari «più bassi» del G20 è sbagliato. Con tutta probabilità, quando Schlein fa questa affermazione, si riferisce a un altro dato.

Di recente, l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha pubblicato un rapporto secondo cui, tra il 2008 e il 2024, l’Italia è stato il Paese del G20 con la crescita più bassa dei salari reali, cioè al netto dell’inflazione. I grafici qui sotto mostrano l’andamento dei salari nelle economie avanzate del G20 (a sinistra) e in quelle emergenti (a destra).

Grafici in articolo di pagellapolitica

Andamento dell’indice dei salari medi reali nei Paesi del G20, anni 2008-2024 – Fonte: ILO

L’Italia è rappresentata nel grafico a sinistra dalla linea più in basso, di colore verdone. Posto a 100 il valore del salario medio italiano nel 2008, nel 2024 questo valore risulta più basso: in altre parole, i salari italiani nel 2024 sono inferiori a quelli del 2008. L’Italia è l’unico Paese avanzato del G20 con un saldo negativo, insieme al Regno Unito e al Giappone.

Questo, però, non significa – lo ribadiamo – che i salari italiani siano oggi più bassi di quelli dei Paesi emergenti rappresentati nel grafico a destra, come Cina, Indonesia o Turchia. In queste economie, tra il 2008 e il 2024, gli stipendi sono cresciuti di più rispetto all’Italia, ma restano più bassi in valori assoluti e a parità di potere d’acquisto.

Non è la prima volta che Schlein distorce i dati sui salari in Italia. Negli scorsi mesi, per esempio, ha detto che gli stipendi italiani sono i più bassi di tutta l’Unione europea e che, in particolare, quelli degli insegnanti sono i più bassi tra tutti i Paesi dell’OCSE. Entrambe queste dichiarazioni sono esagerate.