IL CAPO DELLO STATO HA SFERZATO L’IMMOBILISMO UE SULLA DIFESA COMUNE, ALLUDEND ANCHE AI DISTINGUO DELLA MELONI
28 mar 2025 09:30 dagospi.com lettura3’
– NEL DISCORSO DI IERI CON I VERTICI DELL’AERONAUTICA MILITARE, IL CAPO DELLO STATO HA SFERZATO L’IMMOBILISMO UE SULLA DIFESA COMUNE, ALLUDENDO INDIRETTAMENTE ANCHE AI DISTINGUO DELLA MELONI SULLA COALIZIONE DEI “VOLENTEROSI”: “LE DECISIONI NON SONO PIÙ RINVIABILI” – IL SOTTILE RIFERIMENTO ALL’UOMO PIÙ RICCO DEL MONDO SULL’USO “SPREGIUDICATO” DEL DOMINIO SPAZIALE” E LA DIFESA DEL RUOLO DELLE FORZE ARMATE
1. MATTARELLA: DIFESA, LA UE FACCIA IN FRETTA
Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”
Che sia la Nato a ripararci sotto il suo ombrello, come è avvenuto negli ultimi 70 anni, o che d'ora in avanti vi provveda l'Europa, per Sergio Mattarella una cosa è certa: ogni decisione […] dev'essere presa in fretta.
Scelte così urgenti non possono più essere posticipate perché, di rinvio in rinvio, si sta mettendo a rischio la pace presente e anche quella futura. Sarà pure una coincidenza, ma le preoccupazioni espresse dal Presidente in un incontro ieri al Quirinale coi vertici dell'Aeronautica militare […] hanno trovato immediata conferma nel summit parigino tra i Paesi Volenterosi […]. Di passi avanti se ne vedono ben pochi.
Altra convinzione di Mattarella: viviamo in un mondo sempre più pericoloso dove «le tensioni globali, la competizione - piuttosto caotica in verità - tra le potenze per il dominio del mondo, le nuove minacce ibride» alla sicurezza stanno alterando il contesto di regole internazionali faticosamente costruito nel secondo dopoguerra.
Ci stiamo addentrando nell'ignoto anche sul piano strettamente militare, per effetto dell'intelligenza artificiale applicata agli armamenti e di un «uso spregiudicato del dominio spaziale» su cui il capo dello Stato più volte, negli ultimi tempi, ha richiamato l'attenzione con riferimento alle imprese di Elon Musk (e non solo quelle del tycoon).
Rinunciare a difendersi in un simile contesto sarebbe un azzardo imperdonabile. Di più: rappresenterebbe un incentivo a chi vuole risolvere le controversie ricorrendo alla forza bruta, come in Ucraina.
Mattarella rammenta uno per uno i motivi per cui agli eserciti non è possibile rinunciare con parole che a qualche anima bella, forse, non faranno piacere. Anzitutto, spiega il Presidente, le Forze Armate difendono il Paese e i suoi ordinamenti; in Italia rappresentano un saldo presidio della democrazia; inoltre operano in un «approccio di deterrenza e prevenzione», come esige la Costituzione repubblicana, per evitare le guerre prima ancora che possano deflagrare. Non è tempo, purtroppo, di profeti disarmati.
2. MATTARELLA ALL’EUROPA: LE DECISIONI SULLA DIFESA NON SONO PIÙ RINVIABILI
Estratto dell’articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
Non è un caso che, mentre a Parigi si discute sul conflitto nell’Ucraina […] e mentre mezzo pianeta comunque si lacera su rincorsa agli armamenti, sanzioni, guerre commerciali e smanie belliciste proiettate perfino nello spazio, Sergio Mattarella decida di farsi sentire lanciando un allarme sul rischio dell’inerzia.
Un pericolo che, per quanto riguarda il nostro orizzonte continentale, è sintetizzabile nel suo scatto di incredulità: ma l’Unione europea pensa davvero di poter rinviare sempre le decisioni in materia di difesa? Insomma, si preferisce perdere ancora tempo in dispute stucchevoli invece di fare presto?
Un’ipotesi che il capo dello Stato non intende neppure considerare, dato lo scenario internazionale entrato da qualche anno convulsamente in movimento. Ed è per questo che indirizza a Roma come a Bruxelles un avvertimento chiaro, durante un’udienza per il 102° anniversario di fondazione dell’Aeronautica militare. «Attraversiamo un’epoca contrassegnata da profonde trasformazioni geopolitiche, tecnologiche e strategiche, che confermano la necessità di prontezza, di professionalità, di costante impegno per garantire sicurezza dell’Italia, difesa della pace, stabilità internazionale».
Queste le indispensabili precondizioni, che però non bastano. Perché le minacce cambiano da un giorno all’altro e bisogna cogliere il senso dell’urgenza. Infatti, aggiunge, «le tensioni globali, la competizione — piuttosto caotica, per la verità — tra potenze per il dominio del mondo, l’inatteso ritorno del conflitto convenzionale in Europa, le nuove minacce ibride, dalla guerra cibernetica all’uso strategico dello spazio, stanno alterando il contesto di regole faticosamente costruito, dalla comunità internazionale, dopo la Seconda guerra mondiale».
Ecco il prologo ad una allusione a certi tecno-miliardari (come Elon Musk e alla sua rete satellitare Starlink), la cui influenza ormai anche politica preoccupa molto il presidente della Repubblica […]. «Le modifiche digitali, la grande trasformazione in corso, lo sviluppo di velivoli di sesta generazione, l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle operazioni militari, crescenti minacce che derivano da un uso spregiudicato del dominio spaziale… tutti elementi che rappresentano sfide che non possono essere eluse».
E qui Mattarella — il quale, per inciso, oltre a essere costituzionalmente capo delle forze armate, è stato anche ministro della Difesa tra il 1999 e il 2000, durante la guerra in Kosovo, e quindi sa di che cosa parla — va dritto al punto.
«Appare essenziale una riflessione sul nuovo contesto strategico internazionale che naturalmente richiederà conseguenti processi decisionali. Vale per le decisioni nel contesto dell’Alleanza atlantica e per le decisioni nell’Unione europea… che non sono più rinviabili». Magari, sottolineiamo, superando il paralizzante vincolo del voto all’unanimità e passando a quello a maggioranza, come ha sollecitato anche pochi giorni fa.[…]