Luca Ricolfi stronca Elly Schlein: "Semplicemente una codarda, come i comunisti con le Br" Tornano le violenze di piazza:
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dopo Bologna, Torino. E nel capoluogo piemontese i violenti rossi hanno fatto piombare nel caos il centro città, occupando addirittura la Mole Antonelliana
17.11. 2024 liberoquotidiano.it lettura2’
Tornano le violenze di piazza: dopo Bologna, Torino. E nel capoluogo piemontese i violenti rossi hanno fatto piombare nel caos il centro città, occupando addirittura la Mole Antonelliana.
Una situazione allarmante. E Il Tempo chiede un'opinione al sociologo e politologo Luca Ricolfi.
Cosa sta succedendo?
"Intanto precisiamo che, ovunque in Italia, gli studenti che scendono in piazza sono molto meno dell’1%, e quelli violenti sono a loro volta una minoranza della minoranza.
Quel che sta succedendo è che la sinistra non ha la capacità di organizzare manifestazioni di massa su obiettivi prioritari, chiari e ragionevoli, e il vuoto viene riempito da manifestanti mobilitati abbastanza a casaccio sui temi del momento: clima, femminicidi, Valditara, fascismo, Salvini, manovra finanziaria, governo omicida, diritti LGBT+, ponte sullo stretto, repressione, eccetera. L’odio per Israele e il sostegno ai Palestinesi fungono da collante", premette Ricolfi senza fare sconto alcuno.
Dunque viene ricordato a Ricolfi come, a Torino, i manifestanti hanno lanciato una bomba al cloro che ha intossicato 15 agenti.
Siamo davanti a un salto di qualità?
"Può essere, lo capiremo solo con il tempo. Certo non si può escludere che, a forza di dire che ci sono i fascisti al governo, ci si convinca che le armi da usare debbano essere più devastanti. In questo caso assisteremo a una escalation militare nel tipo di manifestazioni di piazza", profetizza il sociologo. "Hanno zavorre pesanti da cui liberarsi. E sull'Albania...": Ricolfi, stoccata alla sinistra
Infine si torna sul centrosinistra: i progressisti si illudono di poter cavalcare il dissenso attraverso le chiamate in piazza che saldano estremisti, centri sociali e studenti?
Ed è qui che, in risposta, piove il più duro dei giudizi:
"Non credo che Schlein voglia cavalcare il dissenso. La sua posizione è frutto di semplice codardia: non ha il coraggio di prendere le distanze dalla violenza, come fece il Pci con le Brigate rosse. Forse continua a pensare – come i vecchi stalinisti – che i fini giustifichino i mezzi", conclude Ricolfi picchiando, semplicemente, durissimo.