Boldrin, economista e Forchielli, imprenditore, fanno sul serio “Drin Drin”

L’economista, fondatore di “Fare per fermare il declino”, e l’imprenditore, spesso ospite in tv, hanno raccolto oltre diecimila adesioni per un nuovo progetto politico

5.11. 2024 di Davide Leo, Pagellapolitica.it lettura2’

Estratto articolo

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Un progetto ambizioso

L’economista, fondatore di “Fare per fermare il declino”, e l’imprenditore, spesso ospite in tv, hanno raccolto oltre diecimila adesioni per un nuovo progetto politico. Gli obiettivi, però, non sono ancora chiari

Una serie televisiva di successo diceva che nella vita di due amici arriva sempre un punto in cui uno propone all’altro di aprire un bar. Ecco: sostituite “due amici” con Michele Boldrin e Alberto Forchielli, e “un bar” con un partito politico, e avrete un’idea di come è nato Drin Drin. In pochi mesi questo nuovo movimento è stato messo in piedi dall’economista padovano, che nel 2012 ha fondato il partito “Fare per fermare il declino” e da tempo vive negli Stati Uniti, e dall’imprenditore bolognese spesso ospite in televisione dei talk show politici. L’unica differenza tra la serie tv How I met your mother e il mito fondativo di Drin Drin è che la scena non è avvenuta sul divano di casa di uno dei due protagonisti ma nel luogo prediletto di Boldrin e Forchielli

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L’organizzazione

Secondo quanto dichiarato a Pagella Politica da fonti interne a Drin Drin, il movimento avrebbe ricevuto finora donazioni per una cifra superiore a 150 mila euro, con cui saranno finanziate le prossime fasi organizzative e la comunicazione del partito. Per ora il movimento non ha profili social e può contare solo sul suo sito internet, in cui compaiono curiosi modellini di argilla di Boldrin e Forchielli, usati già da quest’ultimo negli ultimi anni per fare gli auguri di Pasqua sul suo canale YouTube. Sullo stesso sito è scritto che il numero di iscritti da raggiungere entro il primo anno è 50 mila, ma a fine gennaio 2025 inizieranno «sei mesi congressuali» dove i sostenitori decideranno la «collocazione politica concreta» del progetto. Boldrin e Forchielli con l’aiuto di Roberto Donà, professore universitario di management, stanno selezionando i curriculum degli oltre 10 mila attivisti di Drin Drin, per scegliere i partecipanti ai gruppi tematici e territoriali.

Intanto, Boldrin e Forchielli hanno già individuato i membri del «comitato dei 100 saggi», una sorta di direttivo del movimento, che a ottobre si è riunito dal vivo a Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, per una tre giorni di incontri e riunioni nei quali sono state prese alcune decisioni sul futuro di Drin Drin. Il succo di quanto fatto a Rubiera è stato raccontato da Boldrin, Forchielli e Donà in un video su YouTube. In breve: i temi individuati dal gruppo sono nove, e per ciascuno di essi il gruppo tematico di riferimento dovrà presentare entro fine gennaio un position paper, ossia un documento con la linea del futuro partito. I gruppi territoriali saranno divisi in 16 macro aree, in Italia ma anche all’estero, e per gestire il movimento saranno create una segreteria, una tesoreria, un registro associati e una sezione che si occuperà di tecnologia e comunicazione.

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Tutto sembra andare a gonfie vele per Drin Drin, se non fosse che alcuni utenti interessati a iscriversi al movimento hanno giudicato eccessiva la quota associativa annuale di 30 euro. «Se 30 euro in un anno non riesci a spenderli per il tuo futuro, beh ti meriti un futuro di merda e spero che ci finisci dentro», ha risposto Boldrin ai critici, risolvendo la questione con la sua proverbiale diplomazia.

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