RIBALTONE IMMIGRAZIONE Altro che Vannacci, aspettate il Generale autunno dei migranti

La grave situazione degli sbarchi sta provocando un gustoso gioco di specchi tra opposti populismi: il Pd rimprovera la destra di non fare cose di destra, e la destra fa esattamente quel che faceva la sinistra

CLAUDIO CERASA 23 AGO 2023 ilfoglio.it lettura3’

Siete rimasti colpiti dal generale Vannacci? Aspettate di vedere cosa vi riserverà il Generale autunno. Per la politica italiana, la gestione dell’immigrazione è diventata improvvisamente un formidabile gioco di specchi. Un gioco all’interno del quale, involontariamente, i partiti sono costretti da giorni a fare i conti con il prezzo delle sciocchezze dette nel passato. Alcuni sindaci del Pd, lo avrete visto, nelle ultime settimane hanno scelto di esporsi, sul tema, e di criticare con una certa forza l’inazione del governo sull’immigrazione. Tesi: con questi numeri noi non ce la facciamo più. In questo caso, lo specchio del populismo professato nel passato è evidente: con quale credibilità un partito che ha sostenuto l’idea che l’immigrazione non debba essere troppo controllata può lamentarsi del fatto che l’immigrazione oggi non sia troppo controllata? Ovviamente nessuna. Il secondo specchio del populismo, più spassoso, è quello che riguarda la destra, che sul tema dell’immigrazione oggi si trova, pardon, politicamente in mutande: fa la cosa giusta, ma non sa come dirlo. E che cosa fa la destra? Fa tutto quello che ha sempre fatto la sinistra al governo. E che cosa fa la sinistra non di governo quando la destra di governo fa quello che ha fatto sempre la sinistra al governo? Fa quello che la destra faceva quando non stava al governo. Ovvero: dice che così le cose non possono più andare. E quello che fa la destra al governo è chiaro anche se nessuno può rivendicarlo. Collabora con le ong per salvare migranti in mare (persino con la ong che ha mandato a processo il vicepremier di questo governo: Open Arms). Non fa allarmismo sugli sbarchi (dal primo gennaio al primo agosto sono stati 100 mila, l’anno prima nello stesso periodo furono 48 mila). Non protesta se i tiggì della Rai non sbattono l’immigrazione in prima pagina (cosa che la destra chiedeva di fare quando gli sbarchi erano la metà di quelli di oggi). Propone di cambiare la legge Bossi-Fini (Fratelli d’Italia ha proposto in Parlamento di modificare la legge, cosa che il Pd chiede da anni). Non batte ciglio quando gli imprenditori le chiedono di approvare il decreto flussi più importante della storia d’Italia (sono circa 139 mila in un anno). Sfida i sovranisti in Europa (votando al Consiglio europeo contro Ungheria e Polonia). Accetta di essere in continuità con il governo precedente sui dossier migratori (il Patto su asilo e migranti approvato dal Consiglio europeo a giugno è lo stesso a cui aveva lavorato il governo Draghi). A fronte di questa azione di governo – incoerente, pragmatica, europeista – il centrosinistra più che demolire il governo dovrebbe elogiarlo. Dovrebbe riconoscere i suoi meriti. Dovrebbe invitare ad andare avanti in questa direzione. Dovrebbe elogiare chi sceglie di seguire il realismo modello Gentiloni-Minniti. E dovrebbe semmai offrire modelli di integrazione. Dovrebbe ricordare che 100 mila migranti sono tanti, certo, ma che sono nulla rispetto a una popolazione di quasi 60 milioni di abitanti e che, ancora, sono nulla rispetto a quelli che rimangono davvero in Italia. Mai come in questo momento, l’immigrazione, per il nostro paese, è lo specchio di due populismi contrapposti: il “bloccateli tutti” e “l’accoglieteli tutti”. Quando chiedono più attenzione sul tema, sul tema dell’invasione, per così dire, i sindaci del Pd, non tutti ma alcuni sì, usano involontariamente lo stesso lessico utilizzato dalla destra quando si trovava all’opposizione. E quando la destra meloniana invita a non drammatizzare, si comporta né più né meno come si comportava la sinistra quando si trovava al governo….

Commenti   

#1 walter 2023-08-24 13:42
A leggere Vannacci & co. viene voglia di essere politicamente corretti
Al direttore - Notarelle storiche per il gen. Roberto Vannacci. Giulio Cesare fu un grande condottiero ma non disdegnò di varcare il Rubicone della bisessualità. L’esercito più valoroso della storia che conquistò tutte le terre allora conosciute, la Falange macedone, era invincibile grazie ai rapporti omosessuali che legavano tra loro questi rudi soldati.
Giuliano Cazzola da il foglio.it 24.8-2023

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