LA SCHLEIN NON HA LA MAGGIORANZA TRA GLI ISCRITTI DEM ANCHE SE,, È STATA ELETTA SEGRETARIA, MA ORA DEVE DIVENTARLO” – FRANCESCO MERLO..
28.2.2023 Roberto, Vitale, Merlo ilfoglio,Repubblica dagospie lettu
1-LA STRATEGIA Schlein e la carta europee per curare il malessere dei riformisti
LUCA ROBERTO 28 FEB 2023 ilfoglio.it
La neo segretaria vuole volti nuovi da mandare all'Europarlamento, anche a causa dello scandalo Qatar gate. In campo l'ipotesi di candidare il sindaco di Firenze Nardella (che potrebbe essere anche il prossimo presidente del partito)
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Aprirsi ai riformismi. O meglio, riformare i riformismi. Se questo consiglio dato a Elly Schlein proviene dall'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, evidentemente la neo segretaria del Pd non ha ragione di ignorarlo. Perché uno dei primi segnali avvertiti dopo la sua incoronazione ai vertici dem è stato proprio quel rumore di fondo di chi, come l'ex ministro Beppe Fioroni, ha già detto di voler strappare. Di guardare, dopo la vittoria di una figura più radicale, di sinistra, al centro moderato. Pensa insomma la famiglia dei popolari, una delle anime dem, di traslocare altrove, di lasciare il Pd. Grattacapo non da poco per la segretaria che sostituirà Enrico Letta, che non ha avuto nemmeno il tempo di insediarsi e già deve fare i conti con queste ipotesi di scissione sempre rimandate, almeno sin dai tempi della nascita di Articolo 1. E nel frattempo deve pure guardarsi dalle insidie di M5s e Terzo polo, interessati a succhiare consenso, a maggior ragione dopo lo sbilanciamento a sinistra del partito.
Fatto sta che Schlein ha chiara la gravosità dell'impegno che ha di fronte. Non a caso ieri, dopo aver incontrato il segretario uscente Letta per il passaggio di consegne, ha ricordato che "lo sforzo è lavorare per la massima unità, tenere insieme questa comunità democratica". Anche prima della conclusione delle primarie si era mostrata inclusiva, ha detto che avrebbe coinvolto gli avversari nel nuovo Pd. Ed è proprio dalle scelte che farà adesso che si capirà di più sul tentativo di compattare il partito. Uscito da una consultazione che ha reso plastica la spaccatura tra le due candidature e le rispettive anime.
Oggi lo ha ribadito anche il vicesegretario uscente Beppe Provenzano, sostenitore della mozione Schlein. "Siamo tutti riformisti. Con questa destra la scissione sarebbe un crimine", ha detto intervistato dalla Stampa. Echeggiando le posizioni del probabile prossimo vicesegretario Marco Furfaro. Secondo cui adesso a Schlein toccherà tenere "aperto il partito e allargarlo". E da quale scelta passerà questo tentativo di allargamento? Non è sfuggito agli osservatori che una delle figure più in vista nel sostegno a Bonaccini a complimentarsi con Schlein sia stato il sindaco di Firenze Dario Nardella. Per lui salgono le quotazioni come possibile prossimo presidente del Pd. Sarebbe un segnale di accoglimento delle istanze del campo riformista, visto che Nardella fa parte del cosiddetto partito dei sindaci, tutto schierato dalla parte del presidente dell'Emilia-Romagna.
Ma c'è di più. Perché in concomitanza con la scadenza del secondo mandato come primo cittadino del capoluogo toscano, Schlein sta pensando di candidare Nardella alle prossime elezioni europee della primavera 2024, il suo primo vero banco di prova da segretario. Sarà, quell'appuntamento, una specie di redde rationem tra i democratici. Perché molti degli europarlamentari uscenti sono vicini a Bonaccini, a partire dalla vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno. E anche alla luce dello scandalo Qatar gate, Schlein potrebbe optare per delle liste con nomi nuovi, come il sindaco di Milano Beppe Sala. Se fino ad allora sarà riuscita nell'impresa di non far implodere il Pd è una storia tutta ancora da scrivere.
2-- QUANTE TRAPPOLE PER ELLY - LA SCHLEIN NON HA LA MAGGIORANZA TRA GLI ISCRITTI DEM ANCHE SE ALLE PRIMARIE HA PRESO POCO PIU’ DELLA META’ DEI VOTI. ERGO: HA PIU’ DI MEZZO PARTITO CONTRO. I RIFORMISTI DEM AFFILANO I COLTELLI NEL CASO IN CUI ELLY DECIDA DI CAMBIARE I CAPIGRUPPO (CHE SI ELEGGONO A VOTO SEGRETO). LA NEO-SEGRETARIA NON HA LA MAGGIORANZA NÉ A MONTECITORIO NÉ A PALAZZO MADAMA….
omiglia al cielo di Roma, pieno di nuvoloni, il day after di Elly Schlein. Mezzo Pd è sul piede di guerra e si registra il primo addio al partito, quello di Beppe Fioroni. Aspetta al varco la neo-segretaria che ha impostato l'intera campagna congressuale su parole d'ordine radicali, scommettendo sulla trasformazione del partito nato dalla fusione fra Ds e Margherita, la cultura socialista e quella cattolico-democratica, in un soggetto di sinistra-sinistra. Una rivoluzione. Che tuttavia, pensano in tanti, minaccia di trasfigurare il Pd in una ridotta a vocazione minoritaria.
(…)Un dibattito che determinerà i nuovi assetti, dopo l'investitura all'assemblea nazionale del 12 marzo. Alcuni nomi, tuttavia, sembrano già sicuri. Vicesegretario dovrebbe essere Marco Furfaro, Alessandro Zan responsabile diritti, Stefania Bonaldi ai territori, Marco Sarracino all'Organizzazione. Una tra le due Chiara, Gribaudo e Braga, potrebbe sostituire Debora Serracchiani alla guida dei deputati, per quella dei senatori è in pole Boccia. Ma nulla è scontato: i capigruppo si eleggono a voto segreto. E Schlein non ha la maggioranza né a Montecitorio né a Palazzo Madama. L'agguato, visto il clima, è dietro l'angolo. Estratto dell’articolo di Giovanna Vitale per repubblica.it
3- “PRESTO ELLY SCHLEIN SCOPRIRÀ CHE È STATA ELETTA SEGRETARIA, MA ORA DEVE DIVENTARLO” – FRANCESCO MERLO: “È IL MOMENTO DEGLI OSANNA MA OGGI COMINCIA L’ESERCIZIO DELLA LEADERSHIP CHE, SENZA IL CARISMA, NON RESISTE AL TIRO AL PICCIONE…” – IL CUCÙ DI SEBASTIANO MESSINA: “PENSATE AL MILITANTE DEL PD CHE SI ISCRIVE AL PARTITO, UN GIORNO GLI CHIEDONO DI VOTARE PER IL NUOVO SEGRETARIO, E FINALMENTE QUELLO CHE HA SCELTO LUI VINCE, PERÒ AI GAZEBO VIENE ELETTO UN ALTRO. ORA METTETEVI NEI PANNI DI CHI DOVRÀ CHIEDERGLI DI RINNOVARE LA TESSERA"..dagospia.com