Il turismo non crolla grazie agli stranieri

Il gradimento resta molto alto Per Italia voto medio è 8,25,

ma cala al 4% la quota di turismo estero intercettato dall’Italia (5° paese più visitato)

Il turismo straniero resta una risorsa per l’Italia con flussi dall’estero che hanno permesso di garantire al settore la tenuta, nonostante il forte calo della domanda interna. Un risultato importante, sebbene si registrino profonde differenze territoriali: solo il 13% degli stranieri, infatti, ha scelto una meta del sud dell’Italia. A rivelarlo è uno studio Confesercenti-Ref che fotografa lo stato del turismo estero in Italia, esaminandone aspettative e valutazioni. Nella percezione dei turisti stranieri - segnala lo studio - il gradimento dell’Italia resta altissimo: il voto medio complessivo assegnato al nostro Paese è 8,25. Ma il Paese potrebbe reggere meglio alla competizione internazionale, sempre più agguerrita, se si dotasse di una politica del turismo in grado di sfruttare le grandi potenzialità del nostro territorio e del nostro patrimonio culturale ed artistico.

IL CALO - I lusinghieri voti espressi dagli stranieri contrastano con il calo costante della quota di turismo estero che l’Italia intercetta sul piano mondiale: se all’inizio del decennio l’Italia intercettava circa il 6% di flussi turistici stranieri mondiali ora è scesa sotto il 5%. In particolare tra il 2000 e il 2012 l’Italia è scesa dal 5,8% al 4,1% di stranieri e si piazza al quinto posto tra i Paesi maggiormente visitati al mondo dopo Francia, Stati Uniti, Cina e Spagna.

 Per Confesercenti «bisogna soprattutto lavorare per risolvere la questione Sud: tematica cruciale per l’area, perchè il settore del turismo rappresenta un ambito di potenziale sviluppo di territori dove la presenza industriale è più modesta, e in grave sofferenza negli ultimi anni.

 Il dettaglio territoriale mostra forti disparità tra i territori. Gli stranieri tendono a privilegiare mete nel Centro-Nord: Roma mantiene la testa della classifica degli arrivi, seguita da Milano, Venezia e Firenze. Ma si fa valere anche la provincia italiana: subito dopo, in graduatoria, compaiono città come Varese, Imperia, Trieste, Como. Solo il 13 per cento degli arrivi dall’estero, invece, è registrato nelle regioni del Mezzogiorno: le destinazioni delle regioni meridionali attraggono meno gli stranieri, o perlomeno, ne registrano una minore presenza.

I VOTI - Lusinghieri anche i voti assegnati dai turisti stranieri alle varie Regioni italiane. Nella classifica dei giudizi complessivi, troviamo in testa la Toscana (8,57) seguita da Valle D’Aosta (8,55) e Umbria (8,52). In generale, distinguendo per regioni visitate, si rileva come i giudizi complessivi tendono ad essere superiori per regioni ad elevato orientamento al turismo, e quindi dotate di servizi più efficienti e di migliore qualità, e con un patrimonio naturale o artistico maggiormente preservato. Restano indietro, invece, le regioni dove lo stato di preservazione del territorio o il complesso dei servizi necessitano miglioramenti. Per quanto riguardo le valutazioni specifiche, la Sardegna svetta nella cortesia con un bel 8,71, ma è seguita da vicino da Basilicata (8,67) Abruzzo e Campania (8,61). Chiude la classifica il Lazio con un 7,78. Ma la regione centrale si rifà abbondantemente quando si tocca il tasto dell’arte: Colosseo e San Pietro sono imbattibili, come dimostra l’eloquente voto di 9,15 assegnato dagli stranieri. Toscana ed Umbria, invece, guadagnano il posto di damigelle d’onore, con valutazioni attorno al 9. Chiudono la fila - probabilmente a causa della scarsa promozione del patrimonio artistico -Calabria ed Abruzzo. Per quanto riguarda l’ambiente, invece, è la Val d’Aosta in cima alla classifica con un giudizio di 9,28. Cenerentole, in questo caso sono, la Lombardia ed il Lazio. Per la qualità e disponibilità di informazioni, invece, gli stranieri si trovano più a loro agio nelle regioni del nord: queste occupano tutti i primi posti della classifica, capitanate ancora una volta dalla Val d’Aosta e dal Trentino. In coda, Sardegna, Abruzzo e Molise. Sicurezza: la Sardegna sbaraglia il campo con un 8,95. Poi, ancora una volta, le regioni del nord e del centro: Trentino, Valle d’Aosta, Veneto, Toscana. Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna. Lombardia, Puglia, Campania e Calabria ottengono i voti più bassi. I voti più alti per gli alberghi sono invece appannaggio di Val d’Aosta, Trentino e, forse a sorpresa, Basilicata. Ma sulla cucina è il Sud a sbancare: Abruzzo, Campania, Basilicata e Calabria si fanno preferire a tutte le altre regioni con voti che ruotano attorno al 9. In materia di shopping arriva una nuova valanga del Nord con l’occupazione dei primi posti in classifica da parte di Friuli, l’onnipresente Val d’Aosta, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte.

PRODOTTI. Sono 4.698 i prodotti alimentari tipici presenti sul territorio nazionale ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. E' la Coldiretti a tracciare ogni estate la speciale classifica delle cosiddette 'bandiere del gusto' che formano il patrimonio enogastronomico italiano e che a livello regionale vedono svettare la Toscana (463) su Campania (387) e Lazio (384). Anche grazie a questa abbondanza di cibo tipico - aggiunge Coldiretti - l'Italia é leader mondiale nel turismo enogastronomico con oltre 24 miliardi di euro spesi dai turisti nazionali per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare prodotti tipici. Se la crisi riduce le partenze e costringe a tagliare la durata e il budget delle vacanze delle famiglie per far quadrare i conti, il 33% degli italiani rinuncia ai divertimenti (cinema, parchi giochi, discoteche) e il 25% al livello dell'alloggio (meno stelle e piu pensioni che alberghi) ma appena l'11% - afferma Coldiretti - limita gli acquisti di prodotti tipici. A prevalere tra le specialità regionali - sottolinea Coldiretti - i 1.438 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.304 verdure fresche e lavorate, 764 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere e 472 formaggi.

Il Corriere della Sera, ANSA,20 luglio 2013 | 11:00

OPACT - CULTURA O SPAZZATURA? MENTRE I MONUMENTI ITALIANI VANNO IN ROVINA, CI PERMETTIAMO IL LUSSO DI BUTTARE 2 MILIARDI DI FONDI EUROPEI

Dal 2007 a oggi l’Europa ha messo a disposizione dell’Italia oltre 2 mld € per la cultura e il turismo - La maggior parte dei soldi sono andati buttati in fiere inutili e truffe varie o lasciati lì inutilizzati: presto scadranno i termini temporali e li perderemo - Intanto Pompei si sbriciola...

Ricordate Pompei e la mozione di sfiducia presentata dal PD verso il Ministro di allora PDL?

 Poi il silenzio. Sono queste le battaglie del PD?

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