Dimissioni Bersani e Bindi, fine di due politiche
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La prima quella della divisione fra il bene e il male. La seconda quella
dei cattolici nel PD.
Dividere il Paese fra buoni e cattivi dove fra i buoni c’è la sinistra e i fra i cattivi la destra berlusconiana; il voler annientare un avversario per vie non politiche; insistere in questo momento sulla spaccatura politica del Paese invece che sulla riconciliazione necessaria in questo momento difficile politicamente e economicamente; l’assecondare gli interessi del partito con nomine dei presidenti delle Camere imposte, a quelli della nazione ,di questi interessi e situazione da un mese non se ne parla più; la sottovalutazione del fatto che la maggioranza ottenuta e debole e ottenuta solo grazie alla legge elettorale maggioritaria vigente e tanto vituperata; il pensare che finalmente e usando una frase di altri tempi, “la classe operaia poteva conquistare il potere”; ecco tutto questo ha portato alla fine di politiche presenti da tempo e allo disfacimento del PD. La sinistra ancora una volta, ha perso l’occasione di dimostrare che è in grado di dirigere un Paese, confermando che questo classe politica e il suo apparato non riescono ad uscire dai vecchi schemi.
Questa impostazione ha favorito la crescita ripresa di immagine della destra e data una funzione a Grillo e al suo movimento così come era stata data a suo tempo alla Lega.
E’ di questi minuti che Napolitano ha aderito a farsi nominare per la seconda vlta a Presidente. Ciò sbloccherà questa grave situazione politica, salvando il Pd dallo sfacelo sperando che questo partito colga il tempo di “riposo” per darsi una linea più moderna e risolvere i contrasti interni senza i soliti pateracchi di buona memoria. Ma anche la soluzione del problema governo sarà risolto per andare, forse, a nuove elezioni in un clima diverso , più sereno confrontandosi le forze politiche sui programmi e non sulla distruzione delle persone.