Gioco di difesa alla Electrolux
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Ieri su Tribuna è uscito l'intervento che qui riproduciamo:
Rocco, allenatore di calcio, diceva che in una partita il primo obiettivo era non prendere goal . Da qui il catenaccio in difesa definito poi nel calcio “gioco all’italiana”.
Il recente accordo fra Electrolux e Sindacati mi sembra ricalchi quello schema: evitare i licenziamenti , che non è poco, e poi vedremo cosa succede. La spada di Damocle che consiste nella possibilità di chiusura dello stabilimento di Susegana dopo il 2015, mi sembra non sia stata tolta. Zaia e Sacconi hanno applaudito, ma impegni politici non ci sono, e tra la gente si è irrobustita la convinzione che lo stabilimento di Susegana chiuderà nel 2016 o si passerà alle 4 ore dalle 6 attuali, per poi finire a 0 ore di lavoro. La fine di un mondo.
E’ anche la mia preoccupazione dovuta a: 1) da diversi anni il numero dei dipendenti diminuisce pur con dimissioni guidate e remunerate; 2) le linee di produzione sono trasferite in altri paesi dove il costo orario è minore e la resa di lavoro è maggiore; 3) la produttività (vedi il recente studio dell’Istituto statistica Destatis), la resa del lavoro, è un tabù a Susegana e di questo, salvo mio errore, non se ne è parlato nell’accordo perché altrimenti si confligge. Meglio parlare di solidarietà che fa contenti gli uni e gli altri.
Il nodo stà qui, nella resa del lavoro, nel fare goal sudando un po’ di più. Appena si parla di maggior carico di lavoro, la Fiom s’impenna per motivi ideologici ma credo che ci troveremo nel 2015, posto che non sia già tardi, a nuove riduzioni di personale “concordate”, alla oramai favola di inserimento di prodotti di “alta qualità” e a scioperi per la chiusura dello stabilimento. Alla Electrolux, azienda mondiale, la impostazione solidaristica attuale va bene e non ferma i suoi progetti aziendali, giustamente. Il discorso ci porta a “marchionne” ma non vogliamo seminare zizzania e non è nostra materia.
Silvio De Silva,