Così il Qatar ha comprato la cattedra di Oxford a Tariq Ramadan
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Il celebre intellettuale islamico lo aveva già confermato due anni fa in una intervista a Libération: “Certamente il Qatar ha sostenuto la mia cattedra, ma la sua gestione è sotto l’autorità esclusiva dell'università”. Donati 11 milioni di sterline nel 2015 per propagare l’islam.
di Giulio Meotti | 22 Aprile 2016 ore 13:05 Foglio
Roma. Tariq Ramadan lo aveva già confermato due anni fa in una intervista a Libération: “Certamente il Qatar ha sostenuto la mia cattedra, ma la sua gestione è sotto l’autorità esclusiva di Oxford”. Adesso arriva l’inchiesta monstre del Monde, dal titolo “Tariq Ramadan: la sfinge”, in cui si scopre quanto è costata al Qatar la cattedra su cui siede oggi il più celebre intellettuale islamico d’Europa e che gli è valsa, fra le altre cose, la nomina a “consigliere religioso” del premier inglese David Cameron. Il Monde punta i riflettori su Ramadan perché da mesi sta incontrando difficoltà nel suo paese d’adozione, la Francia (Ramadan è cittadino svizzero). A Béziers, Orléans e Argenteuil non gli è stato permesso di parlare pubblicamente.
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Alcune settimane fa Alain Juppé, sindaco di Bordeaux, lo ha definito “persona non grata”, chiudendogli le porte. Non c’è università francese che gli consenta ormai di prendere la parola. L’accusa rivolta a Ramadan è quella di “ambiguità”. E basta leggere il suo ultimo intervento su Politico Europe per capire fino a che punto arrivi il suo doppio linguaggio. Nel saggio, Ramadan spiega che le stragi di Parigi e Bruxelles sono la conseguenza diretta della nostra politica in medio oriente (l’Isis ringrazia). Intellettuale che ha scritto quasi trenta libri, sposato a una bretone cattolica di nome Isabelle che si è convertita all’islam e ha preso il nome di Iman, Ramadan vive in una casa molto british vicino allo stadio di Wembley, a Londra, ma trascorre la maggior parte del suo tempo nelle periferie delle città francesi, accolto come un eroe da famiglie popolari, da giovani ragazze che indossano il chador su uno sfondo di trucco, disoccupati, studenti, proprietari di piccole imprese spesso barbuti. Alcuni hanno letto i suoi libri. Altri hanno appreso dalle sue videocassette.
C’è chi lo paragona all’amabile Mohammed Ben Abbes, il leader della Fratellanza musulmana che Michel Houellebecq immagina presidente francese in “Sottomissione”. Da quando Ramadan ha annunciato di volere la nazionalità francese, le autorità di Parigi hanno messo in discussione le sue possibili ambizioni politiche. Con la sua oratoria impeccabile e il suo carisma, Ramadan ha innegabilmente contribuito a una nuova asserzione islamista in una generazione di musulmani francesi ed europei. Ramadan è diventato “il simbolo della visibilità di un islam europeo”, secondo le parole della sociologa franco-turca Nilufer Gole. Ramadan ha anche saputo portare qualcosa che non esisteva prima nelle università europee, come a Friburgo: “Non esisteva una tradizione apologetica dell’islam nelle nostre università”, ha detto Reinhard Schulze.
La consacrazione è arrivata nel 2009. L’Università di Oxford gli ha offerto la posizione sognata: professore universitario. Haoues Seniguer, docente a Sciences Po, sostiene al Monde che “Ramadan deve in parte la sua nomina al predicatore Youssef al Qaradawi”, guru della Fratellanza musulmana con base in Qatar, che è anche membro del consiglio di amministrazione del Centro di studi islamici a Oxford. Per questo il premier Cameron ha subìto pressioni dai governi di Egitto e Arabia Saudita – arcinemici della Fratellanza – secondo i quali Londra è “il centro delle attività della Fratellanza musulmana”.
La monarchia qatariota, soltanto nel 2015, ha donato undici milioni di sterline per rinnovare il college di Oxford dove insegna Tariq Ramadan. E’ stata la stessa Sheikha Moza, moglie dell’emiro al Thani, a inaugurare il magnifico edificio progettato da Zaha Hadid, compianta architetto. Un copione che neppure Edward Gibbon avrebbe immaginato, quando nel suo “Declino e caduta dell’impero romano”, scritto nel 1776, aveva spiegato che se Carlo Martello fosse stato sconfitto a Poitiers, il Corano “oggi sarebbe insegnato nelle scuole di Oxford”. C’è riuscito il fratello Tariq.