Auguriamoci un Papa americano scandaloso, sennò è un film già visto
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Il viaggio di Francesco negli Stati Uniti, dopo l’esordio caraibico castro-guevarista, sarà un trionfo d’immagine. Ma io sono sempre convinto che le sorprese prima o poi arriveranno
di Giuliano Ferrara | 20 Settembre 2015 ore 06:00 Foglio
Il viaggio di Francesco negli Stati Uniti, dopo l’esordio caraibico castro-guevarista, sarà un trionfo d’immagine: parlerà in castigliano, accudirà i poveri (the neediest) cari ai filantropi billionaire, sarà blandito da ricchi e ricchissimi, passeggerà tra le istituzioni con l’agio dell’ultima parola, ci sarà anche il frisson dell’incontro alla Casa Bianca con le culture lgbt, che volete di più? Il creato assisterà sbalordito e grato alle laudatio in suo favore. I giornalisti ne riferiranno. Quanto alle creature, alla coscienza personale, alla libertà religiosa: è da vedere. Forse Francesco dirà che la misericordia è la grazia d’amore del peccatore, ma non elimina il peccato: l’aborto è peccato, la produzione di figli à la carte è peccato, l’eliminazione eugenetica di generazioni di down è peccato, l’affitto di un utero è peccato, violentare una decisione di coscienza è peccato eccetera. Forse non dirà niente di tutto questo, ricorrerà alle curve della casuistica, ribadirà che non è un giudice ma un pastore soccorrevole, almeno verso i vivi, i plaudenti, i goderecci senza complessi posti accanto ai dannati della terra. Sarà maestro di benevolenza, padre comprensivo, vicario di un Cristo incarnatosi per accarezzare il mondo e annunciare il Regno sopra tutto ai piccoli e agli ultimi. La pietra dello scandalo è un amore senza confini. Amen.
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Il capitalismo sarà certamente censurato con parole spesse e non prive di interesse. Quelle parole saranno applaudite dai capitalisti: saranno un’invenzione dei protestanti, i faticoni del denaro e del profitto, ma hanno avuto successo anche tra i cattolici. Forse Francesco saprà temperare anche la sua avversione al modello di vita norteamericano, ai consumi popolari, alle diseguaglianze derivate dalla forza dello sviluppo e degli spiriti animali dell’emulazione, della concorrenza, dello sfruttamento. Il Papa è intelligente, sapiente, volitivo, autorevole, coltiva il successo non solo come un carisma personale ma come un mezzo di salvazione della chiesa nel mondo, per il mondo. Certi estremismi liberal e radical lo aiuteranno: qualche attacco per non aver fatto abbastanza sulla via della liquidazione di una chiesa di contraddizione e di magistero segnalerà che ai conservatori più fervorosi e stupidi potrà rispondere come Pio XII a Clare Boothe Luce nei Cinquanta dell’anticomunismo e della lotta al mondo ateo e materialista: “Signora, anch’io sono cattolico”.
A meno di sorprese, è un film già visto. Un kolossal già girato in Hd. Ma io sono sempre convinto che le sorprese prima o poi arriveranno. La misericordia perfeziona, compie e supera anche la giustizia, ma senza il basamento della giustizia, che non è la regoletta morale ma la trascendenza dell’origine, l’idea che non sono io il padrone, il perdono è puro nichilismo relativista. Potrebbe dire qualcosa di strano e di meraviglioso sulla penitenza, sull’obbedienza, sulle chiese nello spazio pubblico, sulle distorsioni etiche nell’uso delle acquisizioni scientifiche e biologiche, potrebbe dire che forse la chiesa è in ritardo sul mondo e forse è in anticipo nel tentativo di medicare la sua forma ingiusta, potrebbe ricordare un Sargent Shriver o una Ethel Kennedy che si sono battuti in difesa dell’integrità della persona o il film Juno, e abbracciare i prolifers consacrando in terra americana una battaglia in ritirata in tutto il resto del mondo. Potrebbe dire all’Onu che certi finanziamenti per le sterilizzazioni sono un’aggressione ai diritti umani. Quante cose potrebbe voler dire con l’éloquence de la chair. In fondo è Voltaire che nel suo gran libro sul secolo di Luigi XIV ha osservato: le vrai seul est aimable.
Categoia Estero