Nelle piazze anti-Tsipras di Atene: “Traditi da un leader piegato alla Ue”
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Il premier chiude la campagna con il capo di Podemos: vincerà l’Europa progressista
19/09/2015 MARTA OTTAVIANI ATENE La Stampa
I sostenitori del partito conservatore Nuova Democrazia radunati ieri in piazza Omonia ad Atene proprio quella dell’ultimo comizio di Tsipras prima delle vittoriose elezioni di gennaio
Mentre Alexis Tsipras nella centrale piazza Syntagma ad Atene cercava di convincere indecisi e disillusi - considerati essenziali per vincere - a cambiare quella sostanziale parità nei sondaggi con i conservatori di Nuova Democrazia, c’erano altre due piazze scaldate dalle ultime ore prima delle elezioni di domani. Le due piazze anti Tsipras per eccellenza, tra chi giudica il premier un traditore, chi un incompetente.
I militanti del partito conservatore Nuova Democrazia e del partito di sinistra radicale Unità Popolare non si sono fatti intimorire dal caldo torrido di Atene e hanno partecipato ai comizi dei loro leader non solo per sostenerli, ma anche per manifestare tutta la loro delusione nei confronti del giovane primo ministro. E, per uno strano caso della sorte, la piazza di Atene da cui arriva la sfida è Omonia, la stessa da cui, nel gennaio scorso, Tsipras aveva messo un’ipoteca sulla sua vittoria.
Una campagna elettorale segnata da due confronti televisivi importanti, ma da un numero di manifesti in circolazione ridotto e soprattutto dove è mancato il «popolo», almeno quello non schierato a priori. Come se l’elettorato greco, dopo mesi di crisi politica e anni di crisi economica, avesse perso soprattutto la speranza, come testimoniano le percentuali di indecisi e di possibili astenuti.
Le piazze «contro»
L’opposizione conservatrice vuole riprendersi quello che meno di un anno fa Tsipras aveva portato via. «Tsipras ha voluto governare a tutti costi e ha fatto un buco nell’acqua – spiega Yiannis, libero professionista, mentre aspetta che inizi il discorso Meimarakis, il segretario di Nuova Democrazia che ha preso il posto dell’ex premier, Antonis Samaras -. Non solo non è riuscito a ottenere condizioni più favorevoli per il Paese. La Grecia è in una situazione ancora più precaria di prima».
«Ma quale uomo nuovo della politica greca – commenta Irini, ex commessa di uno delle centinaia di negozi che hanno chiuso a causa della crisi –. Alle sue spalle Tsipras ha gente che fa politica da anni e sembravano meno corrotti degli altri solo perché non erano mai stati al potere, guardi che cosa è successo in questi giorni». Il riferimento è alle vicende dell’ex ministro di Stato, Flabouraris, accusato di detenere il 50% di un’impresa che si occupa di lavori pubblici che nei mesi scorsi ha vinto una commessa da 4 milioni di euro.
Se i giudizi della piazza di Nuova Democrazia nei confronti di Alexis Tsipras non sono teneri, i più velenosi arrivano proprio da quelli che una volta erano i suoi compagni di partito. Unità Popolare, nata a fine agosto e che raccoglie gli elementi più radicali di Syriza, è pronta a dare battaglia. Nei loro discorsi pre elettorali, l’ex ministro dell’Energia, Panagiotis Lafazanis e l’ex presidente della Camera, Zoe Kostantopoulou, hanno attaccato il premier, reo di aver tradito gli elettori e di aver accettato tutte le richieste di un’Europa interessata non a salvare la Grecia, ma a umiliarla. Il più grande argomento a loro favore, il referendum dello scorso 5 luglio, dove il No a nuove, dure condizioni da parte della troika ha vinto con il 62% dei consensi.
«Tsipras è stato una grossa delusione – spiega Georgios, operaio e militante del nuovo partito –. Alla fine credo che Alexis sia un bravo ragazzo, ma che non abbia la forza necessaria per affrontare i ricatti di Bruxelles. Ho deciso di aderire a Unità Popolare perché i creditori internazionali devono sapere che c’è qualcuno in Grecia a cui non sta bene quello che stanno facendo».
L’«onda rossa» europea
Ma Tsipras, raggiunto sul palco di piazza Syntagma dal leader di Podemos, Pablo Iglesias e accolto da una folla immensa, non molla: «Il governo della sinistra non è stata una piccola parentesi. Insieme ai partiti di sinistra di Spagna, Portogallo e Gran Bretagna combatteremo i conservatori in Europa, il partito di Merkel e di Meimarakis, per far vincere l’Europa progressista. Pensavano di spingerci verso la Grexit. Si sbagliavano»
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