Bristol stampa una moneta cittadina. Un milione di tiratura. E 800 attività connesse.
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Così il commercio respira. E anche Liverpool ed Exeter ci pensano. Il Bristol Pound ha lo stesso valore della sterlina inglese
di Caterina Belloni | 09 Agosto 2015 Lettera43
La prima moneta complementare inglese sta per compiere tre anni ma di strada ne ha fatta parecchia.
E da un paio di mesi si può usare non solo per fare acquisti nei negozi, ma anche per pagare le tasse, in particolare la Council tax, quella governativa che ogni cittadino deve versare ogni mese.
Un risultato entusiasmante per i fondatori del Bristol Pound, la sterlina della città di Bristol, centro del Sud dell’Inghilterra che vanta altri primati per l’innovazione, dagli autobus che funzionano con le deiezioni umane (e sulla fiancata hanno disegnati divertenti versioni di toilette e water) alla pianificazione urbanistica rispettosa di ambiente natura.
800 ATTIVITÀ CONNESSE ALLA MONETA. Il Bristol Pound, prima moneta complementare del Regno Unito, ha cominciato a circolare nel 2012. All’inizio erano 300 i negozi collegati al progetto di Ciaran Mundy, poi, visto il successo, la nuova moneta è diventata di casa in un numero crescente di attività, fino agli 800 attuali.
Ci sono negozi ma anche ristoranti, centri per attività dedicate alle famiglie e palestre.
Un elenco esaustivo di servizi, che si possono acquistare attraverso la moneta cartacea o anche in modo virtuale, con il sistema di pagamento elettronico. Tanto che, secondo i dati ufficiali, sino ad oggi sono almeno 1 milione i Bristol Pounds emessi negli ultimi anni.
SCONTI PER CHI PAGA IN BRISTOL POUND. Inizialmente, i fondatori della moneta cittadina avevano grandi progetti ma poche certezze. Sostenuti anche dal comune, hanno stampato tagli da 1, 2, 5, 10 e 20 Bristol Pound,
E per favorire la circolazione del nuovo conio, che ha valore pari alla sterlina britannica, hanno proposto ai negozianti che aderivano all’idea di fare sconti tra il 5 e il 10% per chi pagava in valuta locale. L’obiettivo chiave è quello di sostenere l’economia cittadina, tanto che i grandi gruppi inizialmente non hanno aderito a questo sistema di pagamento. Poi, quando hanno chiesto di farne parte, sono stati esclusi.
I piccoli invece ci hanno creduto da subito, convinti che tenere in città il proprio denaro fosse un modo per mantenerla vitale e fuori dalla crisi.
Città al riparo dalla crisi: così il commercio resta fiorente
Perché il sistema funzioni basta che il conio non abbia valore al di fuori dei confini comunali.
E pazienza se le signore devono tenere in borsa due portafogli, uno con i pound inglesi e l’altro con quelli di Bristol.
L’importante è che in città il commercio resti fiorente.
E di recente il risultato positivo del progetto ha avuto un riscontro esterno tutt’altro che banale.
LA VALORIZZAZIONE DELL'ECONOMIA LOCALE. Good Energy, azienda che fornisce energia a case e uffici in tutto il Regno Unito, ha annunciato che sarà la prima azienda energetica al mondo ad accettare una moneta complementare. In questo modo l’energia pulita proposta dell’azienda viene favorita, ma l’azienda a sua volta sostiene l’economia cittadina perché con i Bristol Pound che incasserà pagherà i subfornitori, che già esistono in zona o che saranno scelti in futuro su base locale.
Come ha dichiarato di recente il sindaco di Bristol George Ferguson (che riceve il suo salario nella moneta cittadina), «il Bristol Pound è la dimostrazione tangibile di come la città faccia le cose in modo differente dagli altri. L’adesione di Good Energy a questo progetto è una grande notizia per la valorizzazione dell’economia locale».
EXETER E LIVERPOOL SEGUONO L'ESEMPIO. Anche Ciaran Mundy, che dirige la Bristol Pound Community Interest Company, è soddisfatta e si aspetta che dopo Good Energy altre aziende che forniscono servizi essenziali, come acqua e gas, si adeguino a questa nuova tendenza.
Del resto la sua idea sta facendo proseliti visto che ad Exeter e a Liverpool stanno progettando una moneta locale. Che in fondo altro non è che denaro realmente appartenente ai cittadini. Al punto che per il nuovo design della moneta la compagnia ha lanciato su Internet un sondaggio e chiesto alla gente di mandare schizzi e progetti. Insomma, la comunità fa la forza e, da settembre 2015, anche un nuovo marchio per il proprio denaro.
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