Mar Mediterraneo, crescono i timori di un'operazione Isis
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Per l'Interpol lo Stato Islamico si prepara ad attaccare crociere e pescherecci. Con barconi-kamikaze tra Libia e Sicilia. Migranti all'assalto della Manica.
(© Getty) Un gruppo di miliziani dell'Isis.
di Simone Di Meo | 09 Agosto 2015, Lettera43
Racconta lo storico romano Cassio Dione che a Pompeo Magno furono sufficienti 40 giorni per sconfiggere i pirati nel Mare Nostrum: «Navigavano iin grosse schiere e avevano i loro comandanti. Depredavano e saccheggiavano prima di tutto coloro che navigavano, non lasciandoli in pace neppure d'inverno [...]; poi anche coloro che stavano nei porti. E se uno osava sfidarli in mare aperto, di solito veniva vinto e distrutto».
Un paio di millenni dopo quell'eroica impresa, il terrore potrebbe tornare a solcare le onde sotto le barbute sembianze dei combattenti dell'Isis, lo Stato islamico che sta divorando l'Iraq e la Siria.
TRANSATLANTICI E PESCHERECCI NEL MIRINO. È stata l'Interpol a lanciare l'Sos sulla nuova strategia dei terroristi che da qualche tempo si sono affacciati sul Nord Africa.
Non più - e non solo - boots on the ground (operazioni di conquista porta-a-porta) ma anche lance in acqua. Gli analisti sono convinti, infatti, che i seguaci del Califfato sposteranno ben presto le coordinate degli attacchi, prendendo di mira, con barconi-kamikaze, le navi commerciali che transitano tra l'Italia, la Tunisia e la Libia.
Gli obiettivi di questa gigantesca battaglia navale sarebbero i transatlantici da crociera, i porta-container e i pescherecci. Bersagli mobili da colpire e affondare usando bombe galleggianti.
UOMINI ARMATI CONTRO LA GUARDIA COSTIERA. Nel febbraio scorso c'era stata una sorta di prova generale, quando alcuni uomini armati di kalashnikov avevano minacciato i militari di una motovedetta d'altura della Guardia costiera italiana che si era spinta davanti alle coste di Tripoli per aiutare migranti in difficoltà.
Il capitano della corvetta fu costretto, sotto il tiro delle armi automatiche, a restituire il barcone vuoto già sequestrato e a fare rotta di nuovo verso le coste della Sicilia.
UNA TECNICA INVENTATA DALLE TIGRI TAMIL. I barconi-kamikaze non sono una novità negli scenari della guerriglia moderna. Da questo punto di vista, i jihadisti si limiterebbero ad adattare schemi militari altrui. Perché, come spiega il sito Portale difesa, si tratta di una tecnica «inventata dalle Tigri Tamil in Sri Lanka, consolidata dai Pasdaran iraniani durante la Guerra con l'Iraq, e poi sposata anche da Al Qaeda, che nell'ottobre 2000 la mise in pratica con successo contro il cacciatorpediniere dell'Us Navy Uss Cole alla fonda nel porto di Aden».
Nel Mediterraneo, ovviamente, nulla del genere si è mai visto. E, al confronto, i pirati di Pompeo o gli assalti dei turchi nel XV secolo sarebbero ben poca cosa.
IL RITORNO DEI BRIGANTI DEL MARE. L'allerta dell'Interpol riguarda pure il ritorno dei briganti del mare. Nella striscia d'acqua tra la Libia e l'Italia, e in particolare in prossimità di Lampedusa, potrebbero tornare a viaggiare infatti veri e propri vascelli pirata interessati non solo ad abbordare e depredare le unità navali indifese ma soprattutto a rapire marinai e passeggeri per chiedere ricchi riscatti.
Un po' come accade nella ex Mezzaluna fertile con i sequestri di giornalisti e operatori umanitari.
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