A Londra vi faremo stare da schifo
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Il governo inglese fa la faccia dura: carcere contro chi affitta a immigrati irregolari, soldi tagliati a chi chiede asilo. E’ una campagna di dissuasione contro lo “sciame”, parola di Cameron, che a Calais aspetta di fare il balzo
di Daniele Raineri | 04 Agosto 2015 ore 06:18 Foglio
Roma. Il governo inglese tenta di risolvere la crisi dei migranti accampati in attesa sull’altra sponda della Manica con una campagna di annunci duri che riguardano il sistema del welfare inglese, per tradizione generoso con gli stranieri – perlomeno se messo a confronto con altri paesi europei (per ora sono soltanto annunci e non ancora leggi). Lo scopo dichiarato è rendere la Gran Bretagna una meta meno attraente e desiderabile di quanto sia oggi per i migranti – in maggioranza africani e del medio oriente – e creare un effetto psicologico di dissuasione (potrebbe non essere così semplice, considerato che l’anno scorso anche quarantaquattromila italiani sono andati nel Regno Unito per trovare un posto di lavoro). Qui “le strade non sono lastricate d’oro”, ha detto domenica il ministro dell’Interno, Theresa May; “non è la terra dove scorrono latte e miele”, ha dichiarato lo stesso giorno il sottosegretario all’Immigrazione, James Brokenshire. La crisi di Calais, scrive Reuters, indurisce il tono della politica inglese. Questo effetto di dissuasione dovrebbe aggiungersi alle barriere e ai reticolati che il governo inglese sta inviando oltre Manica per isolare l’imboccatura dell’Eurotunnel. A Calais, sulla costa francese, sono accampati circa quattromila migranti che in queste settimane provano l’attraversamento – nove sono morti – e nel fine settimana hanno costretto le autorità a chiudere il passaggio. Non è una novità che Calais sia un collo di bottiglia per l’immigrazione verso l’Inghilterra, ma in passato le prove di attraversamento erano centinaia e non costringevano alla chiusura, ora sono migliaia. Secondo Gilles Debove, un rappresentante del sindacato di polizia francese, la notte scorsa ci sono stati 1.700 tentativi. Il primo ministro inglese, David Cameron, ha descritto i migranti di Calais con la parola “swarm”, sciame.
Una proposta di legge del governo di Cameron riguarda chi affitta case e stanze: avranno il dovere e il potere di cacciare di casa l’affittuario se non è in regola con il permesso di soggiorno (“e quindi vive in Gran Bretagna da illegale”, spiega il governo) anche senza aspettare la sentenza di un giudice, come adesso. Se non lo faranno e quindi non verificheranno lo status dell’affittuario (presenza legale o illegale sul suolo inglese) e se non controlleranno il suo passaporto o il permesso, allora i proprietari rischiano il carcere fino a cinque anni (in caso di recidiva) e una multa.
La proposta inglese punta a creare una nuova linea di controllo anti immigrazione affidata ai proprietari di case e una nuova responsabilità, l’allontanamento di chi non è in regola. In pratica, affittare a stranieri sprovvisti di supergaranzie diventerebbe assai sconsigliabile. Ieri l’associazione di categoria ha reagito con scetticismo, ha parlato della possibilità di violenze e ha chiesto cosa succede se l’affittuario non lascia la casa. “In certi casi sono situazioni disperate, con gente disperata”. Una legge simile era già stata discussa nel 2013, ma non si parlava di carcere per i padroni di casa.
Una seconda proposta di legge riguarda la somma base di 36,95 sterline data ogni settimana a chi chiede asilo in Gran Bretagna (sono circa 52 euro). Se la richiesta è respinta, la somma non sarà più erogata, come invece avviene adesso anche mentre il richiedente tenta ricorso contro la decisione – con qualche speranza di successo, visto che il 30 per cento dei ricorsi è accolto. Questo vuol dire che se si prova a ricorrere contro il respingimento della richiesta di asilo, lo si deve fare senza contare sui cinquanta euro settimanali – è una misura annunciata dal governo sempre con lo stesso criterio: rendere la permanenza difficile, scoraggiare i tentativi.
Le misure non placano il clima aggressivo, sulla stampa e in politica, in chiave antieuropea: ieri i giornali inglesi davano risalto alla testimonianza di un tassista che ha raccontato di “sette-otto viaggi” da Dover a Londra per portare migranti verso i centri di raccolta – con una spesa di circa 1.200 sterline a carico dello stato (i giornali hanno spiegato che i clienti erano quasi certamente minorenni, portati in taxi verso centri specializzati). Il Sun, il tabloid di Rupert Murdoch, attacca Cameron e scrive di “resa abietta della Gran Bretagna al controllo di Bruxelles”. Cameron “fa soltanto chiacchiere”.
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