Obama, Renzi e la cecità europe . L’Europa è passatista pure sul commercio,
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serve un’azione inversa. Barack Obama sta per ottenere dai suoi avversari al Senato uno speciale via libera nelle trattative sul Tpp
di Redazione | 18 Aprile 2015 ore 06:18 Foglio
Pur indebolito dall’imminente scadenza del mandato e dalla coabitazione con un Congresso repubblicano, Barack Obama sta per ottenere dai suoi avversari al Senato uno speciale via libera nelle trattative sul Tpp (Trans pacific partnership), l’accordo di libero scambio tra nord America e paesi come Giappone, Corea del sud, Malesia, Singapore, Vietnam, Australia. Grazie alla collaborazione dei repubblicani – i più favorevoli – e della minoranza dei democratici, la Casa Bianca avrà una corsia preferenziale su protocolli che i parlamentari potranno votare ma non emendare. Si tratta dell’equivalente nell’altra sfera del mondo di quel Ttip (Transatlantic trade and investment partnership) in discussione con l’Europa da anni, senza risultati concreti. Il vantaggio della caduta di barriere doganali e burocratiche per le due sponde dell’Atlantico – sottolineato ieri da Obama per non lasciare dettare le regole alla Cina sul lavoro e sulla proprietà intellettuale – è quantificato in circa 220 miliardi l’anno.
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La fetta maggiore andrebbe proprio all’Europa (120 miliardi) e ai paesi a vocazione manifatturiera ed esportatrice. L’Italia è chiaramente tra questi ed è vista come un “alleato” dagli Usa, e Renzi ha risposto che “è un grande obiettivo nella logica della storica amicizia con tra Europa e America”. Dichiararsi d’accordo non basta. L’Italia deve intestarsi la battaglia e vincere le resistenze della Germania e della Francia, sempre incline all’antiamericanismo. Il caso di Google è solo l’ultimo esempio di protezionismo europeo, mentre il resto del mondo va avanti, se per il premier gli Usa “sono il nostro modello”, lo dimostri anche in questo caso.