Le ragioni di Israele. La dissidente iraniana Jamali ringrazia Israele: “Raid chirurgici, tiene alla vita dei civili. Il regime change è possibile”

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L’attivista smonta la narrazione contro lo Stato ebraico: “Ha colpito solo i bersagli militari”. E scommette su Pahlavi per liberare il popolo oppresso dagli ayatollah: “L’opposizione è unita e organizzata, è rassicurante”

Andrea B. Nardi. 25.6. 2025 alle 16:02

La dissidente iraniana Elaaheh Jamali – meglio conosciuta come Lily Moo, celebre artista poliedrica – è un’appassionata sostenitrice dei diritti umani e della giustizia sociale, con una formazione in biochimica medica. Nata in Iran e cresciuta in Inghilterra, Elaaheh apporta una prospettiva unica al suo attivismo, attingendo alle sue diverse esperienze culturali. È nota per il suo incrollabile impegno nel contrastare le ingiustizie e nel sostenere i diritti delle comunità emarginate. Il suo lavoro abbraccia una vasta gamma di tematiche, dall’opposizione ai regimi oppressivi alla difesa dell’uguaglianza di genere e delle libertà civili. Con il suo acuto intelletto e la sua intrepida determinazione, continua a essere una voce potente a favore di un cambiamento positivo nel mondo.

Cosa pensi delle manifestazioni di questi giorni in Italia, in Europa e in parte degli Usa dei cosiddetti partiti di sinistra contro l’attacco israeliano al regime degli ayatollah, del loro odio contro Israele e del loro sostegno alle posizioni palestinesi?

«Io credo che l’antisemitismo che prospera in Occidente, mascherato da diritti umani e compassione, dimostri solo quanto poco amore gli ipocriti di sinistra nutrano per l’umanità, poiché se davvero si preoccupassero delle vite umane non si schiererebbero dalla parte dell’ayatollah e non cercherebbero di difenderlo. Sarebbero stati al fianco del popolo iraniano negli ultimi decenni e avrebbero sostenuto un cambio di regime pacifico e diplomatico in Iran, ma immagino che la vita iraniana non conti, a meno che non si tratti della vita di un terrorista dell’IRGC che è stata eliminata dalle Idf. A quanto pare, se la nazione ebraica viene in soccorso del popolo iraniano, è un crimine. È davvero vergognoso, ma, da iraniana che ha visitato Israele più volte dall’inizio di questa guerra, sono qui per dirvi che il popolo iraniano e il popolo ebraico si amano. Il popolo iraniano non vuole che venga fatto del male alla nazione di Israele e a quel meraviglioso Paese.

E le Idf hanno dimostrato di essere tenaci nel tenere alla vita dei civili iraniani fuori pericolo mentre portano avanti le loro operazioni contro il regime e l’IRGC.

Penso che queste manifestazioni della finta sinistra siano pilotate dal regime iraniano e siano l’ultimo suo tentativo di fare appello all’opinione pubblica per garantire la propria longevità. In Iran ci sono state manifestazioni comuniste negli ultimi 20 mesi, fin dal 7 ottobre, e hanno dimostrato di essere alleate del regime, anche se si sono schierate a sostegno della rivolta e della rivoluzione di Mahsa Amini nel 2022. L’intento di questi movimenti di sinistra è dirottare la rivoluzione nazionale dell’Iran, trasformandola in un movimento globalista di sinistra comunista marxista, separato dalla sinistra marxista islamista, ossia il movimento globale che è la Repubblica islamica. Vedete, la sinistra è già presente in Iran, e sono gli stessi che hanno perso la Rivoluzione nel 1979 e attualmente vivono sparsi in tutta Europa e in Occidente. MK è uno dei gruppi più importanti. Ma in Iran non sono voluti, poiché sono severamente accusati della complicità nella creazione della Repubblica islamica. Trovo che queste manifestazioni sinistrorse italiane ed europee siano uno strumento per mettere a tacere le vere voci del popolo iraniano e, in questo momento storico, a mio parere, come attivista per i diritti umani, hanno cercato attivamente di fare appello all’opinione pubblica per apportare un cambiamento per il futuro dell’Iran senza far cadere il regime teocratico. Le sinistre sono qui per dire troppo poco e troppo tardi, indipendentemente da quale sarà l’opinione popolare occidentale e internazionale sulla situazione dell’Iran. Il popolo iraniano si trova ora in una situazione senza ritorno, e l’unica opzione è un cambio di regime».

In queste ore l’intero mondo democratico spera in una rivolta popolare in Iran, ma al momento non sembra che ci siano grandi rivolte nelle strade. Ci sono molte proteste anonime, su Internet, nei graffiti di strada, sui social media, ma nulla di concreto che possa far pensare a un colpo di Stato o a una rivoluzione: qual è la situazione?

«Guardando il clima attuale in Iran e la gente che richiede un cambio di regime, una rivolta è già in atto. L’ultimo chiodo sulla bara è piantato adesso con l’aiuto delle Idf israeliane, visto che il popolo iraniano è stato reso completamente inerme negli ultimi 46 anni contro questa dittatura terroristica durissima che uccide, mutila e violenta gli iraniani semplicemente per il fatto di esistere, pensare e parlare. Pertanto un cambio di regime è all’orizzonte non appena questa guerra finirà, che non durerà a lungo, considerando che le centrali nucleari sono state colpite l’ottavo giorno di questa guerra. Non prevedo alcuna longevità di questa tirannia nel prossimo futuro. C’è una rassicurante presenza di un’opposizione unita e organizzata guidata da Sua altezza reale, il Principe ereditario Reza Pahlavi in ​​coordinamento con attivisti e intellettuali in Iran, e una volta caduto il regime saranno predisposti dei piani per i primi 100 giorni del periodo di transizione, dopo la caduta dell’ayatollah».