1-Iran nucleare. Perché Israele ha attaccato l’Iran, è una strategia di sopravvivenza non di espansione.

Categoria: Estero

L’attacco israeliano di questa notte all’Iran è in realtà una risposta ad un accerchiamento strategico che va avanti da anni

Claudio Velardi 13 Giugno 2025 alle 08:39 ilriformista.it linkiesta lettura 2’

1-L’attacco israeliano di questa notte all’Iran è in realtà una risposta ad un accerchiamento strategico che va avanti da anni e tiene in costante allarme non solo astrattamente lo Stato di Israele ma i cittadini di Israele nella loro vita materiale, quotidiana.

Cittadini che si devono proteggere ogni giorno, e questo nessuno ve lo dice, dai razzi che arrivano da nord, dal Libano, che Hezbollah ha lanciato in Israele (sono oltre 150mila in questi anni), dagli attacchi che vengono da sud, cioè da Hamas e dalla Jihad islamica a Gaza, dalle minacce delle milizie sciite in Iraq e in Siria sempre pronte a colpire e ora anche dagli Houthi che dallo Yemen lanciano droni verso Israele. Tutti gruppi armati, finanziati e coordinati dall’Iran.

In questa vera e propria guerra per procura, Israele ha capito che aspettare significava soccombere sotto una minaccia simultanea e coordinata e allora ha scelto colpire al cuore adesso prima che sia troppo tardi. La sua è una strategia di sopravvivenza non di espansione.

2- «Minaccia esistenziale» Israele ha iniziato a bombardare i siti nucleari iraniani

Linkiesta

Gerusalemme ha preso di mira anche il più grande impianto di arricchimento dell’uranio del Paese. L’operazione, dice Netanyahu, continuerà per diversi giorni. Negli attacchi sono morti Mohammad Bagheri, capo delle forze armate iraniane, e Hossein Salami, comandante delle Guardie Rivoluzionarie. Teheran ha risposto lanciando più di cento droni

Nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 giugno sono iniziati dei massicci attacchi israeliani contro quello che Benjamin Netanyahu ha definito «il cuore del programma nucleare iraniano». La cosiddetta operazione «Rising Lion», secondo il primo ministro israeliano, «continuerà per diversi giorni, fino a quando sarà necessario», con l’obiettivo di fermare i tentativi di Teheran di «sviluppare un’arma nucleare», che rappresenta una «minaccia esistenziale».

Netanyahu ha confermato che l’esercito israeliano ha preso di mira anche l’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz, il più grande dell’Iran, situato a circa duecentocinquanta chilometri a sud della capitale. La struttura, che ospitava il programma nucleare del Paese, è stata colpita due volte in piena notte; ora è avvolta da un enorme incendio e le autorità dell’Iaea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, stanno monitorando i livelli di radiazione nella zona (che secondo il governo iraniano sono regolari). Diverse fonti hanno segnalato forti esplosioni anche a Teheran, Tabriz, Esfahan, Arak (sede di un reattore nucleare sperimentale) e Kermanshah. Sono almeno sessanta, secondo la Mezzaluna rossa iraniana, le località colpite da Israele.

Secondo la Cnn, che cita la tv di stato iraniana Irinn, gli attacchi hanno causato il decesso di Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore delle forze armate iraniane. Tra i morti – almeno cinque – c’è anche il generale Hossein Salami, il comandante delle Guardie Rivoluzionarie iraniane (organo militare parallelo, ma più potente dell’esercito regolare, istituito dopo la rivoluzione iraniana del 1979).

Ad aver perso la vita sarebbero anche alcuni scienziati impiegati nelle ricerche del programma nucleare iraniano, tra cui Fereydoun Abbasi, ex capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana. Nel bollettino dei feriti gravi compare il nome di Ali Shamkhani, uno dei più stretti consiglieri di Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, che ha detto: «Il regime sionista si è procurato un destino amaro e doloroso e subirà una dura punizione».

Un alto funzionario israeliano ha spiegato alla Cnn che Gerusalemme, nei giorni precedenti agli attacchi di ieri notte, ha condotto «un’operazione di inganno» senza eguali, facendo credere alla leadership iraniana e all’opinione pubblica israeliana che non ci sarebbe stato alcun bombardamento. Il piano, secondo il funzionario, includeva il raggiro di media, opinionisti politici e personaggi pubblici molto esposti: anche per questo l’Iran sarebbe stato colto di sorpresa.