la baronessa sassone cede a Meloni ma Francia e Germania (con piano ‘bazooka’) vanno in autonomia sul riarmo
Pasquale Ferraro 23 Marzo 2025 alle 07:30 ilriformista.it lettura3’
L’Europa marcia divisa per colpire unita, la baronessa sassone cede a Meloni ma Francia e Germania (con piano ‘bazooka’) vanno in autonomia sul riarmo
Il Consiglio Europeo ha trovato la sua unanimità sulle “conclusioni sulla difesa europea”, in linea con quanto abbozzato già il 6 marzo nel Consiglio straordinario e “alla luce del Libro bianco sul futuro della difesa europea” varato il 19 marzo. L’obiettivo è quello di focalizzare i temi e accelerare sugli obiettivi fissati in considerazione anche dell’incalzare delle sfide e delle minacce all’Europa.
Ma il vertice dei leader dei 27 paesi ha prodotto anche un cambio nella strategia comunicativa caro in particolare all’Italia e a Giorgia Meloni, ad annunciarlo è stata la stessa presidente della commissione europea Ursula von der Leyen: si tratta del cambio di denominazione del piano europeo, da “ReArm Europe” a “Readiness 2030”, una modifica che per la baronessa sassone sta ad indicare un “ambito più ampio, che non riguarda solo il finanziamento”, mentre per i critici è un tentativo abile di sostituire un nome che non è stato particolarmente gradito dall’opinione pubblica e soprattutto a partner come Italia e Spagna.
Il nuovo nome, meno eclatante e belligerante del precedente, inquadra però il messaggio dell’Unione Europea e degli altri partner europei (Gran Bretagna, Canada, Norvegia, Turchia e Islanda), componenti della “coalizione dei volenterosi” che intendono trasmettere per l’appunto un messaggio di “prontezza”, per archiviare definitivamente gli errori del passato. Il nuovo piano ha spiegato la presidente della commissione “include anche il progetto Safe, che prevede infrastrutture, mobilità militare e le lacune in termini di capacità: dai missili ai droni, fino all’artiglieria e alla guerra digitale”. Alla fine dei lavori però se sul piano ideale e programmatico si è trovata la quadra, su risorse e debito si registra qualche differenza di vedute.
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Germania e Francia in autonomia sul riarmo
Germania e Francia seguono una via autonoma sul riarmo, con delle proprie tabelle di marcia scandite da esigenze nazionali, elementi questi che potrebbero danneggiare nel complesso la sinergia europea. L’Italia può ritenersi pienamente soddisfatta sul piano politico dal vertice, Meloni oltre ad incassare la ridenominazione del piano, e ribadito l’importanza (come ribadito anche da Mario Draghi) di integrare i privati nel riarmo europeo. L’importante per Roma, che si è detta favorevole al “Safe” è lo scorporo delle spese della difesa dal “patto di stabilità” più volte evocato e ribadito “urbi et orbi” dal Ministro Crosetto.
Il piano ‘bazooka’ di Merz
Un passo che l’Europa non potrà non compiere, tanto per compiacere Roma che per non frenare Berlino che deve ricostruire le forze armate ed ha appena modificato la costituzione per fare “debito illimitato”, con il piano “bazooka” voluto dal futuro cancelliere Merz. Una necessità impellente per i membri della Nato, tra cui l’Italia, che saranno chiamati nel summit in Olanda e prima del vertice europeo di giugno ad approvare l’aumento delle spese miliari al 3 per cento del Pil, soluzione possibile solo se l’Ue varerà definitivamente lo scorporo.
Sull’appoggio all’Ucraina si è registrata una sola voce dissonante, quella dell’Ungheria, e sul punto il Presidente del Consiglio europeo Costa ha ribadito che la posizione ungherese “va rispettata”, ma “non possiamo restare bloccati”, aggiungendo che “la diversità è una ricchezza, ma l’importante è arrivare ad una posizione. La cosa straordinaria della nostra Ue è quella di poter convivere con la nostra diversità” però “un solo Paese, in una posizione sempre diversa, bisogna rispettarlo ma è isolato”. Una posizione rinforzata dal cancelliere uscente Olaf Scholz secondo cui, “siamo in grado di agire in 26 Paesi e questo è ovviamente il caso, questa capacità di agire è stata dimostrata e abbiamo anche trovato tutti i modi necessari per farlo”.
La sfida interna tra Francia e Regno Unito
Chi invece si è già proiettato oltre il Consiglio Europeo è Emmanuel Macron, il presidente francese infatti sente il fiato sul collo da parte di sir Keir Starmer e accelera su un nuovo vertice a Parigi per amalgamare i “volenterosi”. Per Macron bisogna. “dimostrare che siamo determinati a sostenere l’Ucraina nella sua resistenza e che siamo credibili affinché il giorno in cui verrà firmata la pace, quella pace sarà duratura”, soggiungendo come i paesi europei non sono “potenze di guerra”, ma hanno unicamente quale loro scopo quello “proteggere la pace” in Europa e “scoraggiare gli attacchi”, augurandosi che Vladimir Putin, “rifletta”. Sic et simpliciter che le intenzioni ci sono tutte, sul modello “marciamo divisi per colpire uniti”, almeno si spera.