Fonte dell’Isis ci spiega il link tra la Libia e gli attentati in occidente
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Un capo in Libia gestisce una campagna di reclutamento di stragisti che va da Mosul all’America a Verviers in Belgio
Tarik Jadaoun, il nuovo reclutatore belga dello Stato islamico (archivio Daniele Raineri)
di Daniele Raineri | 09 Settembre 2016 ore 06:15 Foglio
Roma. Una fonte vicina allo Stato islamico sta passando al Foglio materiale che riguarda il ramo dell’organizzazione che si occupa degli attentati in occidente. La fonte di questo materiale ha fatto parte dello Stato islamico in Libia, non vuole essere definita “un disertore”, dopo la Libia è tornata in un paese non in guerra e ha provato di essere credibile perché è in possesso di immagini e di video di uomini dello Stato islamico non pubblicati altrove. La fonte sostiene che una parte degli sforzi dello Stato islamico per replicare gli attentati che hanno colpito l’Europa a partire da novembre 2015 passa per la Libia.
Una fonte che ha fatto parte dello Stato islamico in Libia ha passato al Foglio questo video girato a Mosul. L'uomo che parla è Tarik Jadaoun, un reclutatore belga dello Stato islamico che secondo la stampa belga è il nuovo Abdelhamid Abaaoud – il leader che guidò gli attentati di Parigi nel novembre 2015 (archivio Daniele Raineri)
Un video passato al Foglio mostra il belga Tarik Jadaoun durante una videochiamata dalla città di Mosul, in Iraq, che è la capitale di fatto del gruppo estremista. Il nome di Jadaoun ieri è circolato sulla stampa belga perché è considerato l’uomo che ha rimpiazzato Abdelhamid Abaaoud, il leader belga dello Stato islamico che negli anni scorsi ha fatto avanti e indietro tra Bruxelles e la Siria e ha diretto sul campo i massacri di Parigi del 13 novembre 2015. Abaaoud fu ucciso cinque giorni dopo in un raid della polizia francese a St Denis.
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La nuova rivista dello Stato islamico si chiama “Roma” Jadaoun, ventotto anni, è arrivato in Siria l’undici giugno del 2014 – quindi nella fase di maggior successo – da Verviers, una cittadina del Belgio a est della capitale Bruxelles. Un secondo video inedito mostra Jadaoun accompagnare verso un’operazione suicida un altro volontario belga di Verviers, Lotfi Aoumeur, che martedì 9 agosto si è fatto saltare in aria in un attacco contro i soldati iracheni a Qayyarah, a sud di Mosul. L’interesse su Jadaoun però riguarda le possibili operazioni in occidente. In questo momento lo Stato islamico sta lavorando per replicare gli attentati compiuti nei mesi scorsi sotto la guida del leader Abu Muhammad al Adnani, ucciso a nord est di Aleppo martedì 30 agosto. Lo Stato islamico non può tentare di reclutare a caso online e non può affidarsi soltanto alla spontanea collaborazione dei cosiddetti lupi solitari: ha bisogno piuttosto che i suoi combattenti europei convincano i loro conoscenti rimasti in patria ad attivarsi e a unirsi agli sforzi.
Per questo dentro lo Stato islamico ci sono comunicazioni in corso tra persone che fisicamente sono lontane ma che sono accomunate dalla possibilità di reclutare volontari in occidente. Questo sarebbe il ruolo di Jadaoun per quanto riguarda Verviers, che è un centro dell’eversione filo Stato islamico. Là nel gennaio 2015, undici mesi prima di Parigi, la polizia sventò un piano avanzato di attacco di una cellula locale per sequestrare e decapitare davanti a una videocamera funzionari belgi e uccise in uno scontro a fuoco due attentatori armati con tre fucili kalashnikov. La cellula era diretta dal già citato Abdelhamid Abaaoud via telefono da Atene.
Il contatto con la fonte è nato durante le indagini sulla catena di comando dello Stato islamico in Libia, fatta assieme allo specialista Marco Arnaboldi. Secondo la fonte questa campagna per trovare attentatori e facilitatori è gestita da un leader che sta in Libia.
La campagna ha almeno due tronconi. Un troncone è quello del belga Jadaoun, l’altro riguarda un americano che è stato arruolato a distanza negli Stati Uniti. La fonte non fornisce il nome o altri dettagli a proposito di questo americano. Dice soltanto che presentava buone raccomandazioni, e che è stato messo alla prova con un test per capire se era un infiltrato: gli è stato ordinato di uccidere un uomo e gli sono state dati indirizzo e foto della vittima. La fonte sostiene che la crisi in Libia, dove lo Stato islamico ha perso il controllo di Sirte, ha congelato i contatti che la fonte conosce.
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