DIO PERDONA, KIM NO - VIAGGIO NEGLI INFERI DI "CAMP 16",
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LA PRIGIONE SEGRETA FRA LE MONTAGNE DELLA COREA DEL NORD, DA CUI NESSUNO ESCE VIVO –
Corey Charlton per The Sun, Dagospia 7.9.2016
E' GRANDE TRE VOLTE WASHINGTON DC, DETIENE 20.000 PERSONE (IGNARE DEI CRIMINI COMMESSI) CHE LAVORANO 20 ORE AL GIORNO, SONO DENUTRITE E SOGGETTE A TORTURE, E DOPO IL LAVORO FREQUENTANO "LEZIONI DI IDEOLOGIA"
Dalla morte del suo tirannico padre nel 2011, il leader nordcoreano Kim Jong-un ha preso i provvedimenti per meritarsi il nome di famiglia. Come il genitore, ha punito i critici e imprigionato o ucciso chiunque sia sospettato di non lealtà. Niente è così temuto come il “Camp 16”, la prigione politica più segreta e terribile.
Si trova fra le montagne del nord e detiene circa 20.000 persone, tra ministri del governo e dissidenti. A differenza dei campi di rieducazione tipo i gulag di Stalin, qui non c’è prospettiva di uscire. lavorano fino alla morte. Non si sa cosa succeda all’interno, perché finora nessuno è sopravvissuto.
location camp16
Sappiamo che è pattugliato per 75 miglia, da guardie e da veicoli. Ha 35 torri per le sentinelle, con uomini armati che hanno l’ordine di massacrare chiunque tenti la fuga. Chi è riuscito a scappare, è morto nella landa desolata.
DETENUTI SENZA SCAMPO A CAMP16
La prigione è grande tre volte Washington D.C.. All’interno i detenuti sono divisi in tre città, e, secondo il rapporto della “Human Rights North Korea”, esiste un allevamento di pesci, campi coltivati, una centrale elettrica. Si svolgono anche attività di estrazione mineraria. I detenuti sono costretti a lavorare anche 20 ore al giorno, dopo di che frequentano “lezioni di ideologia”, dove devono dichiarare le proprie pecche e picchiare chi non lo fa.
Fuori il perimetro della prigione, c’è il Punggye-ri, il sito sotterraneo per i test nucleari. Si dice che gli schiavi del Camp 16 lo costruirono sotto la dittatura di Kim Jong-il. Una volta diretti lì, non avevano possibilità di sopravvivere. Secondo “Amnesty International” i campi sono operativi da 60 anni, il 40% dei detenuti muore per denutrizione e le esecuzioni pubbliche sono all’ordine del giorno. Dalla fame si mangiano topi e serpenti.
Esiste anche una cella di tortura, così piccola che non ci si può né stendere né stare in piedi. Lì dentro si resta anche otto mesi. la maggior parte dei detenuti non sa nemmeno di quale crimine siano accusati. Molti sono dentro per “associazione”, in quanto parenti di prigionieri politici. Chi prova a fuggire viene ucciso a botte davanti agli altri, impiccato o sparato. Stessa fine tocca a chi commette infrazioni minori. Una donna è stata violentata dalle guardie e poi è scomparsa.
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