Bpvicenza, da Cattolica alla Fiamm: chi ha salvato Zonin
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I verbali sul voto sull'azione di responsabilità. Decisive le astensioni della compagnia di Verona e di Generali.
Lettera 43, 15 Aprile 2016
Ha fatto indignare la bocciatura dell'azione di responsabilità contro i dirigenti della Banca popolare di Vicenza colpevoli di aver arrecato danni - 1,8 miliardi quelli calcolati da Renato Bertelle, presidente dell'associazione nazionale azionisti Bpvi - ai bilanci dell'istituto di credito.
DECISIVA L'ASTENSIONE DI CATTOLICA E GENERALI. Il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti lo ha definito un «errore gravissimo» e anche il partito democratico vicentino, nonostante la vicinanza del siindaco Achille Variati all'ex presidente della Bpvi, Gianni Zonin, ha fatto sapere di voler «scagliarsi con grande fermezza contro le gravi azioni e la scellerata gestione perpetuata dal cda della banca e dai suoi manager».
Ora dai verbali dell'assemblea del 26 marzo emergono i nomi di chi, astenendosi o votando contro la delibera, ha salvato Zonin. A causa del sistema di voto ad hoc adottato dalla presidenza della banca solo per quella votazione, decisive sono state le astensioni. E in particolare, secondo i documenti, quelle di Cattolica (8,96% del capitale presente) e Generali (3,61%) che se avessero votato a favore, avrebbero portato la quota di favorevoli all'azione di responsabilità (38,05%) alla maggioranza.
ASTENUTA ANCHE LA FIAMM DI DOLCETTA. Altre astensioni di peso sono state quella di Banca Ifis (1,69%) e della Fiamm (0,55%), l'azienda di cui è amministratore delegato Stefano Dolcetta, presidente di Bpvi che ha come controllori gli stessi controlli della Banca popolare di Vicenza. Hanno votato contro l'azione di responsabilità Zonin e la sua famiglia, anche con alcune tenute agricole, e la Fondazione Roi (5,1%), il cui patrimonio è stato polverizzato dall'investimento in Bpvi e di cui Gianni Zonin è ancora presidente, così come l'imprenditore dei prosciutti Luca Ferrarini (1,55%).
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