Salvate i contribuenti. La politica s’intesta operazioni “umanitarie” per banche, esodati, eccetera. Dimentica tutti noi
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Il governo Renzi annuncia “operazioni umanitarie” per salvare gli obbligazionisti di Banca Etruria e dintorni che hanno perso “i risparmi di una vita” nel salvataggio dell’istituto e di altri tre
di Renzo Rosati | 10 Dicembre 2015 ore 09:54
Roma. Il governo Renzi annuncia “operazioni umanitarie” per salvare gli obbligazionisti di Banca Etruria e dintorni che hanno perso “i risparmi di una vita” nel salvataggio dell’istituto e di altri tre. Il principio invece, prima delle polemiche di questi giorni, prevedeva che con l’attuale soluzione ad hoc italiana – una sorta di antipasto del bail-in che entrerà in vigore l’anno prossimo – il salvataggio degli istituti di credito pencolanti non lo paga lo stato, ma gli azionisti e gli obbligazionisti (i correntisti sono tutelati dai fondi di salvaguardia). Soprattutto eventuali, non previsti e non augurabili fallimenti, non devono essere a carico dei contribuenti, dei Forgotten men. Capovolgendo tale principio, si torna alla pericolosa retorica vista all’opera su esodati e mezzogiorno.
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“Appena A nota qualcosa che gli sembra sbagliato, qualcosa per cui X soffre, ne parla con B, poi A e B insieme propongono un disegno di legge per sanare il male e venire incontro a X. La loro legge si prefigge di decidere che cosa farà C per X. Io intendo studiare C. Lo chiamo l’Uomo dimenticato, l’uomo a cui non si pensa mai. Lavora, vota, di solito prega, ma sempre paga”. Era il 1883 quando William Graham Sumner, pioniere della sociologia a Yale e precursore della dottrina liberale a difesa della classe media acquisita nel pensiero americano al di là degli steccati politici, elaborava la teoria del “Forgotten man”, l’Uomo dimenticato che infine paga. Il contribuente.
Teoria sempre più attuale nel mondo libero, e qui in Europa fondamento del divieto di aiuti di stato in molti ambiti. Planiamo decisamente alle cronache terrene di queste ore, al tormentone degli obbligazionisti di Banca Etruria e dintorni che hanno perso “i risparmi di una vita” nel salvataggio dell’istituto e di altri tre. Un antipasto di quanto potrà avvenire dal gennaio 2016, con l’entrata in vigore del meccanismo del bail-in per tutte le banche dell’Eurozona. Come ha osservato ieri durante un’audizione parlamentare Carmelo Barbagallo, capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, con il bail-in vero e proprio sarebbero state colpite anche le obbligazioni non subordinate, per un valore di 2,4 miliardi di euro. Il principio sarà, e già è con l’attuale soluzione ad hoc italiana, che il salvataggio non lo paga lo stato, ma gli azionisti e gli obbligazionisti (i correntisti sono tutelati dai fondi di salvaguardia). Soprattutto eventuali, non previsti e non augurabili fallimenti, non devono essere a carico dei contribuenti, dei Forgotten men. Sumner – se gli avessero detto che un paese evoluto, dopo 132 anni, avrebbe definito “umanitario” l’aiuto a carico delle tasche comuni per clienti un po’ incauti di una piccola banca locale – si sarebbe fatto una risata individuando chiaramente X negli obbligazionisti in rivolta, A e B nel governo e nella maggioranza, C in tutti noi.
Trenta milioni, quanto il ministro Pier Carlo Padoan cerca di far digerire all’Europa (immaginiamo con imbarazzi da parte sua) appaiono una goccia nel mare. Non si capisce però come mai queste spiegazioni non le dia anche ai contribuenti italiani, mettendoci – come si dice – la faccia. In fondo siamo nel giubileo della Misericordia, il periodo giusto per un obolo. Il problema è che a qualcuno non venga in mente di mettere in fila gli “aiuti umanitari” che ogni anno gravano su C, sui Forgotten men.
Tralasciando le emergenze davvero umanitarie – calamità naturali, aiuti al terzo mondo, soccorso migranti e simili – spicca da tre anni la new entry degli esodati, categoria che la legge Fornero avrebbe lasciato a metà strada tra lavoro e pensione. Secondo il presidente dell’Inps, Tito Boeri, sono state finora approvate ben sei “salvaguardie” per un totale di 11 miliardi, per tutelare una massa di persone che dalle 45 mila iniziali si è espansa come un elastico a 170 mila. Ma secondo la “Rete dei comitati degli esodati” non basta ancora, e non bastano i soldi. La legge di Stabilità prevede una settima salvaguardia per 50 mila persone, in un fondo di 3,3 miliardi da destinare anche (due miliardi) all’“opzione donna”, pensione anticipata e ridotta per il gentil sesso. Per i sindacati e il piddino Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, urge un’ottava salvaguardia per altri 26.300: “Coperta dai risparmi dell'opzione donna”. Insomma, abbiamo capito: nel 2016 altri esodati busseranno alla porta, e alle tasche dei cittadini C. Gli esodati però non esauriscono la partita.
La manovra prevede un bonus per il Sud di 500 milioni, detto così poca cosa rispetto ai 400 già ottenuti finora, e spesso sperperati, dalle regioni meridionali. E poco anche a fronte del piano da 80 miliardi annunciato dal ministro dello Sviluppo Federica Guidi, e da Matteo Renzi. Piano ora in stand by: resta il fatto che nessuna garanzia sull’utilizzo di questi soldi viene chiesta agli amministratori locali. “Follow the money” è la regola aurea, qui di seguire il denaro (nostro) non si parla. Forse sarebbe meglio, per il Sud e per noi Forgotten, avere dieci o cinque Marchionne.
Il quarto fronte si chiama assistenza, e non è un precetto religioso ma un capitolo del bilancio Inps: il secondo, tutto in uscita, a fianco della previdenza. Nel preventivo 2015 le prestazioni assistenziali sommano 115,25 miliardi, pagati dallo stato. In gran parte invalidità civili (17,4 miliardi), assegni di disoccupazione (6,7), contributi figurativi per disoccupati, cassintegrati ordinari e straordinari (5 miliardi), mobilità (1,2). Poi c’è la cassa integrazione straordinaria, per oltre due miliardi, e che il Jobs Act intende riformare. Dovrebbe riguardare ristrutturazioni aziendali, crisi e riconversioni per un massimo di 36 mesi. Stiamo però ancora finanziando i “lavori socialmente utili” di Napoli e Palermo, nell’Alitalia pre-Etihad c’erano casi di cassa straordinaria di oltre dieci anni, in Campania sussidi che durano dal 1992. Un anno fa la Cgia di Mestre stimò in 60 miliardi il costo dell'assistenza nei soli anni 2009-2013, per un terzo a carico dello stato. Cioè del contribuente: il cittadino C, il Forgotten man. Che, lui sì, meriterebbe un aiuto umanitario.
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