Cresce del 23% l’export italiano della Difesa
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Nel 2014 infatti il valore globale delle licenze di esportazione definitiva concesse dal ministero degli Esteri è stato di oltre due miliardi e mezzo di euro, esattamente 2.650.898.056,
di Redazione 14 giugno 2015, pubblicato in Analisi Industria , AD
AdnKronos – Cresce l’export di armamenti italiani. Nel 2014 infatti il valore globale delle licenze di esportazione definitiva concesse dal ministero degli Esteri è stato di oltre due miliardi e mezzo di euro, esattamente 2.650.898.056, con un incremento del 23,3 per cento rispetto all’anno precedente, quando si era arrivati a quota 2.149.307.241. Il dato si ricava dalla relazione al Parlamento sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Per quanto riguarda il numero di autorizzazioni concesse, sono state 1.879, con un più 34,6% rispetto alle 1.396 del 2013. Fanno invece registrare una flessione i programmi governativi di cooperazione, visto che il valore delle esportazioni è stato di 337.730.891 euro, pari al 12,7% del totale dell’export, contro il 29,2% del 2013.
Tra i settori leader nell’esportazione, l’aeronautica, l’elicotteristica, l’elettronica per la difesa (avionica, radar, comunicazioni, apparati di guerra elettronica) ed i sistemi d’arma (missili, artiglierie), mentre tra le aziende primeggiano Agustawestland, (589.180.701 euro di export pari al 22,23% del valore complessivo), Alenia aermacchi (563.530.968 euro 21,26%), Selex es (340.919.033 euro 12,86%), GE avio (253.154.732 euro 9,55%), Elettronica (121.660.062 euro 4,59%), Oto melara (88.611.726 euro 3,34%), Piaggio aero industries (80.369.076 euro, 3,03%), Fabbrica d’armi P. Beretta (65.231.786 euro 2,46%), Whitehead sistemi subacquei(62.378.481 euro 2,35%), Iveco 55.614.751 euro 2,10%).
I principali acquirenti sono stati i Paesi dell’area Ue e Nato, destinatari del 55,7% delle vendite, con in testa alla classifica Regno Unito (11,5% del totale esportato), Polonia (11,3%), Germania (7,4%) e Stati Uniti (7,2%). L’attività delle aziende italiane si è poi indirizzata verso Emirati Arabi Uniti (11,5% ), Arabia Saudita (6,1%,), Oman (5,3%) e Perù (3,3%).
Più in generale i volumi verso Africa settentrionale e Vicino e Medio Oriente sono risultati pari al 28%, mentre i flussi verso l’America Centro-meridionale ammontano al 5,9% grazie soprattutto alle movimentazioni in direzione Perù, Brasile e Messico. Tornando nuovamente a dati più particolari, per quanto riguarda i Paesi Ue e Nato il valore complessivo delle esportazioni nel 2014 ammonta a 1.475.819.815 euro, per un totale di 1.316 autorizzazioni.
Verso l’Estremo Oriente le transazioni autorizzate sono state di 194.187.325 euro, pari al 7,3% del totale, in diminuzione come quota percentuale rispetto al totale fatto registrare nel corso del 2013 (8,6%), ma in crescita del 5,5% rispetto al volume monetario (183.973.182 euro).Incremento dell’export in America Centro-meridionale (155.5 milioni di euro nel 2014 a fronte degli 89.6 milioni dell’anno precedente), con un aumento di circa il 74%.
Verso l’Africa settentrionale e il Vicino e Medio Oriente, l’Italia, ricorda la relazione, “ha rigorosamente applicato la disciplina nazionale sulle movimentazioni dei materiali di armamento, nonché le ulteriori misure restrittive decise in ambito internazionale ed europeo verso alcuni Paesi della regione”.
Nonostante ciò il valore delle operazioni autorizzate verso i Paesi dell’area ha registrato un aumento del 4,5% rispetto allo scorso anno ( 740.948.676 euro nel 2014a fronte di 709.310.499 euro del 2013). I Paesi dell’Africa Centrale e Meridionale hanno invece rappresentato uno sbocco marginale, sia per le limitate disponibilità economiche dei Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, sia per le restrizioni imposte da situazioni di conflittualità ed instabilità interne e regionali.
Quindi è stata seguita una linea di prudenza, per cui verso queste zone si sono registrate esportazioni per 1.913.163 euro, con un ridimensionamento quasi totale (93,4%) rispetto a 29.188.389 di euro del 2013. Forte decremento, oltre l’80%, anche in Oceania, 14.067.032 euro rispetto a 71.120.068.
Guardando alla classifica dei primi dieci Paesi verso i quali esporta l’Italia, al primo posto si colloca il Regno Unito (305.960.161 euro di esportazioni pari all’11,54% del totale), seguito da Emirati Arabi Uniti (304.244.757 euro 11,48%), Polonia (298.426.163 euro, 11,26%), Germania (195.158.029 euro 7,36%), Stati Uniti (190.878.915 euro, 7,20%), Arabia Saudita (162.810.751 euro 6,14%), Oman (140.192.046 euro, 5,29%), Norvegia (128.927.717 euro 4,86%), Perù (87.225.736 euro 3,29%), Filippine (72.992.655 euro 2,75%).
Sul fronte delle importazioni, si è registrato un calo, visto che nel 2014 sono state concesse licenze pari a 203.808.070 euro contro i 99.878.558 del 2013, con una flessione del 59,2%. Si tratta di materiali provenienti quasi esclusivamente da Stati membri della Ue e della Nato, soprattutto Stati Uniti, Germania, Danimarca e Francia.